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Radar Swg: cresciuta insofferenza con l’arrivo della Fase 2
La ‘Fase 2’ dell’emergenza sanitaria è arrivata, mentre il livello di pazienza degli italiani per le restrizioni subite in questo periodo di lockdown è leggermente diminuito. L’insofferenza, secondo il ‘radar’ settimanale condotto dalla Swg, emerge sia dalla diminuzione di chi ha condiviso le limitazioni imposte (nella settimana del 20-26 aprile la quota relativa è scesa all’80% dall’83% della settimana precedente, a fronte di un picco del 91% di metà marzo), sia negli aumenti di chi ha ammesso di avere bisogno di riprendere assolutamente le proprie abitudini (al 70% dal 69% della settimana prima) e, più candidamente, di chi non ce la faceva più "a rimanere in casa” (al 57% dal 54%).
Solo il 50% ritiene che il Paese sia pronto
Secondo la ricerca l’incertezza è massima: l’Italia è spaccata in due tra chi ritiene il Paese pronto per la ‘Fase 2’ (50%) e chi è di opinione opposta. Il 63% ritiene che sia necessario comunque riaprire al più presto le attività produttive, valutazione che riflette l’elevata preoccupazione: il 76% degli italiani ritiene infatti che la nostra economia non riuscirà a riprendersi per molto tempo. Intanto rimane alto il senso d’insicurezza per le cose comuni quelle che, con la ‘Fase 2’, dovremo condividere come i mezzi pubblici (la percezione di sicurezza si è abbassata al 14% dal 17% della settimana precedente). Anche perché il 66% degli intervistati pensa che nei prossimi mesi il virus non sarà vinto e dovremo cambiare in maniera definitiva le nostre abitudini.
C’è paura per la privacy, ma la maggioranza vuole l’app
Con l’arrivo della ‘Fase 2’ ci sono diversi nodi che alimentano il dibattito pubblico. Uno di questi è l’introduzione della App per tracciare i contatti delle persone in funzione del contenimento della diffusione del virus. L’ampia disponibilità a derogare alla difesa della propria privacy espressa dagli italiani un mese fa ora si riduce leggermente, ma rimane maggioritaria e il 58% si mostra disponibile a scaricare l’applicazione. Tra i contrari prevale la paura per la propria privacy (il 57% non accetta che qualcuno possa tracciare i suoi spostamenti e incontri) e, infatti, sale al 31% (dal 23% di fine marzo) la quota di chi teme una violazione con l’adozione di questo sistema.
Sanità Lombardia: crisi gestita male ma sistema non va bocciato
Cos’è successo in Lombardia? Tra gli italiani prevale l’idea che le cause della particolare drammaticità della situazione in questa regione siano contingenti, ma ben il 42% le attribuisce a una totale inefficienza (in particolare per il 32% l’emergenza è stata gestita male e per il 10% perché il sistema regionale si è rivelato inadeguato). Ad ogni modo, non è il sistema sanitario lombardo a essere bocciato: il 58% continua infatti ad avere un giudizio positivo nei suoi confronti.
Lo Stato aiuti la cultura e non lo sport
Sport (per l’87% degli intervistati) e cultura (83%) hanno avuto in questi mesi di emergenza un’occasione imperdibile per ripensarsi in senso sostenibile. Questo il pensiero prevalente degli italiani, i quali appoggiano soprattutto l’aiuto dello Stato alla cultura (81%) ma non agli sport maggiori (36%). Per quanto la maggioranza di appassionati pensi di tornare velocemente ai precedenti livelli, una quota non irrilevante (e maggiore sugli eventi culturali dal vivo) potrebbe rivedere le proprie abitudini di consumo e ridurre il proprio interesse per la fruizione di queste attività (più di un utente su cinque pensa che dopo l’emergenza parteciperà meno ad appuntamenti dal vivo). Per questo motivo sta conquistando terreno l’idea della piattaforma nazionale per lo streaming delle manifestazioni culturali.