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Recovery fund: accordo storico per rilanciare l’economia
I Paesi membri dell'Unione europea si sono accordati in merito al bilancio 2021-2027 e sul pacchetto di aiuti destinati ad aiutare l’area colpiti dalla crisi economica. I fondi complessivi messi sul piatto ammontano a 750 miliardi di euro. L'Italia è la maggiore beneficiaria.
Al termine di una lunga maratona, contrappuntata da improvvise interruzioni e accesi confronti tra i Paesi ‘frugali’ e quelli ‘spendaccioni’, i 27 membri dell’Unione Europea hanno trovato un accordo complessivo: sul bilancio Ue 2021-2027 e, soprattutto, sul pacchetto di aiuti destinati ad aiutare l’area a risollevarsi dalla crisi generata dalla pandemia da coronavirus. I numeri sono importanti: in sintesi, 750 miliardi di euro (di cui 390 in sovvenzioni a fondo perduto e 360 sotto forma di prestiti) raccolti sul mercato tramite quella che si preannuncia essere la più grande emissione obbligazionaria della storia dell’Unione. Il budget per i prossimi sette anni è stato fissato a 1.074 miliardi.
L’Italia la maggiore beneficiaria
Per l’Italia si tratta di un pacchetto complessivo di 209 miliardi, con un aumento di oltre 36 miliardi rispetto alla proposta iniziale della Commissione, ma persi per strada 3,8 in aiuti diretti (scesi alla fine a 81,4 miliardi) per guadagnarne 38 sotto forma di prestiti (saliti a 127,4 miliardi). Da segnalare che questi ultimi dovrà restituirli, anche se a tassi di interesse molto bassi e a condizioni agevolate. Il Paese è il maggiore beneficiario (28%) dell’ammontare sul piatto, davanti alla Spagna e alla Polonia. Grazie a questo risultato, ha affermato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, possiamo “ripartire con forza e cambiare volto al Paese: ora dobbiamo correre”. In conclusione, ha aggiunto, L’Italia può ritenersi soddisfatta, “abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi” in atto.
Il ‘freno d’emergenza’ imposto dall’Olanda
Ma come si è giunti all’intesa? Da una parte a sbloccare l’impasse - in cui era caduto il confronto - è stato il ‘freno d’emergenza’ ottenuto dal Premier olandese, Mark Rutte: un meccanismo che permette anche a un singolo Paese di bloccare i fondi del Recovery fund a un altro Stato membro se quest’ultimo non rispettasse gli impegni in merito alle riforme. All’inizio, secondo la proposta avanzata dalla Presidente, Ursula von der Leyen, doveva essere invece la Commissione a vigiliare. Dall’altro, i Paesi ‘frugali’ (tra cui Olanda, Austria, Danimarca, Svezia) hanno ottenuto una maggiorazione degli sconti per i loro contributi al bilancio dell’Unione Europea.
Gli apprezzamenti
Il Recovery fund, per il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, è “la decisione più importante” per l’Unione europea dopo l’introduzione dell’euro. Ora, ha aggiunto tramite un tweet, “per la Commissione che ha proposto il piano, comincia la sfida più difficile. L’Europa è più forte delle proprie divisioni”. In sintonia anche le parole del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, secondo cui si tratta di un “accordo senza precedenti fra Governi per risollevare l’economia europea. Adesso – ha aggiunto nel suo messaggio via rete – al lavoro per migliorare gli strumenti” per piano di rilancio pluriennale, ambizioso e che abbia al centro l’interesse dei cittadini.
Attenti al rialzo dell’euro
“La determinazione dimostrata da Germania, Francia e Italia nel lavorare insieme a un ambizioso programma per la ripresa rappresenta un segnale importante e riduce il rischio di una rottura all’interno dell’Eurozona” ha affermato Quentin Fitzsimmons, global aggregate portfolio manager di T. Rowe Price, il quale invita ora a fare attenzione alle ricadute che questa intesa avrà sui mercati (tra cui il non auspicato apprezzamento dell’euro). Comunque sia, secondo il giudizio della Presidente della Bce, Christine Lagarde, il rapporto fra prestiti e finanziamenti a fondo perudto è “ragionevole” e rappresenta un “buon equilibrio”.