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Radar SWG: una nuova normalità che non piace
La realtà del post pandemia purtroppo appare agli italiani meno migliore della precedente. Infatti, secondo il Radar SWG, tra coloro che sono andati per esempio in un bar, in un centro commerciale o in un ristorante dopo il lockdown, la percentuale di chi ha avuto una esperienza negativa è doppia.
È proseguito ancora il percorso degli italiani verso la nuova normalità che, purtroppo, sempre meno spesso appare migliore della precedente. Infatti, secondo il più recente Radar SWG, tra coloro che sono andati per esempio in un bar, in un centro commerciale o in un ristorante dopo il lockdown, la percentuale di chi ha avuto una esperienza negativa è doppia rispetto a chi ha invece ritiene di averne avuta una positiva. Dalla ricerca (effettuata tra il 13 e il 19 luglio) spiccano soprattutto le valutazioni negative di chi è andato al bar (39% contro il 17% che ha sostenuto che sia stato meglio del passato), di chi ha frequentato un centro commerciale (37% contro 20%) o un ristorante (36% contro 18%).
Ancora diffidenza nell’usare i mezzi pubblici
È ancora rilevante la diffidenza degli italiani nel prendere i mezzi di trasporto pubblici: il 36% continua a sostenere che usare per esempio la metro o il bus sia oggi peggio rispetto al passato (i giudizi positivi si fermano al 25%). Questa percentuale va comunque letta insieme al rilevante 34% che, avendo fatto questa esperienza, l’ha giudicata in linea con quella del passato. C’è invece una valutazione in ‘sospeso’ (pro e contro sono alla pari: 21%) per chi è andato al mare, anche se il quadro (complice la stagione estiva) tende al miglioramento (una quota del 55% la giudica infatti in linea con il passato).
Fiducia nel tenere sotto controllo i nuovi focolai
Rimane ai minimi la preoccupazione per un possibile contagio (i molto preoccupati si attestano al 21% e quelli che ritengono probabile contrarre personalmente il virus si fermano al 44%). Infatti, nonostante i nuovi focolai registrati nel Paese, tra gli italiani è forte (82%) la percezione che il nostro sistema sanitario sia oggi più efficace nell’isolarli e nel prendere in carico i pazienti di quanto lo fosse tre mesi fa. Per altro, un’alta percentuale (74%) ritiene che oggi la probabilità di contrarre il Covid in Italia sia decisamente diminuita rispetto allo scorso marzo.
Un italiano su dieci pensa di avere contratto il virus
Tra gli italiani c’è anche un’ampia maggioranza (59%) di chi pensa che il virus sia diventato molto meno pericoloso rispetto al passato, così come prevale la convinzione (52%) di chi crede che oggi muoiano di coronavirus solo persone molto anziane o già malate per altri motivi. In tutto questo un italiano su dieci pensa (anche se l’83% dichiara di non avere fatto alcun test) di avere contratto una forma leggera di Covid-19 e l’idea di questa possibilità ha prevalentemente un effetto di rasserenamento.
Torna la voglia dello shopping online
Nel frattempo, dopo la brusca caduta del mese di giugno, la propensione ad acquistare online degli italiani è tornata ad accelerare. Nella settimana presa in considerazione la quota è infatti balzata al 39% dal 34% segnato ai primi di luglio. Nello stesso periodo è scesa la frequentazione dei negozi sia di grandi dimensioni (al 34% dal 38%) sia di piccole dimensioni (al 26% dal 30%).
Visto con favore lo sviluppo del web e dell’IA
La ricerca di SWG questa settimana ha puntato i riflettori sullo sviluppo di internet e sulle applicazioni dell’IA (intelligenza artificiale). Un aspetto della tecnologia che viene oramai accolto con favore da gran parte delle persone (61%), anche dai meno giovani, i benefici che esso offre sembrano superare i rischi che comporta. Tuttavia il ruolo delle grandi imprese internazionali che mettono a disposizione i servizi e i prodotti tecnologici viene percepito in modo controverso. Da una parte viene loro riconosciuto l’importante contributo allo sviluppo e all’aumento dell’efficienza delle imprese (31%), nonché al benessere dei cittadini, dall’altra quasi la metà dei rispondenti (49%) asserisce che ciò non venga fatto per motivi di responsabilità sociale, bensì con il fine unico di incrementare i profitti.