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Coronavirus: la Bce promette nuovi strumenti di sostegno
L’economia dell’Eurozona sta rallentando a causa del riacutizzarsi della pandemia da Covid19. La Bce, che prevede un drastico peggioramento nel breve, è pronta a rafforzare il proprio sostegno alla ripresa. Nel frattempo individua due incognite geopolitiche: la Brexit e le elezioni Usa.
La Bce ha assicurato che farà di tutto per difendere i mercati dal secondo assalto del coronavirus e, soprattutto, per sostenere l’economia dell’Eurozona. A preoccupare è la ripresa dei contagi che, ha detto la Presidente, Christine Lagarde, ha provocato un chiaro deterioramento dell’outlook di breve e un rallentamento più veloce del previsto del ribalzo registrato dal ciclo durante la scorsa estate. Visto l'attuale scenario di rischi chiaramente orientati al ribasso, il Consiglio direttivo dell’Istituto – si legge nel comunicato che ha chiuso il vertice Bce di ottobre - “valuterà con attenzione i nuovi dati in arrivo, incluse le dinamiche della pandemia, le prospettive per l'arrivo di vaccini e gli sviluppi nel tasso di cambio”.
Lagarde, pronti a rispondere alla seconda ondata
Il round di proiezioni macro di dicembre consentirà un'attenta rivalutazione dell'outlook e del bilanciamento dei rischi. Sulla base di questa valutazione aggiornata, il Consiglio direttivo “ricalibrerà i suoi strumenti come appropriato, per rispondere – continua la nota - alla situazione in evoluzione e per assicurare che le condizioni finanziarie rimangano favorevoli per sostenere la ripresa economica e per compensare l'impatto negativo della pandemia sul percorso previsto dell'inflazione”. Su tutti questi punti, ha affermato Lagarde, c’è stata unanimità dei Governatori. La Bce “è già al lavoro e la ricalibrazione riguarderà tutti gli strumenti, nessuno escluso” perché, ha assicurato, “la Bce ha risposto alla prima ondata e risponderà anche alla seconda”.
I mercati sorpresi dalla fermezza della risposta
Una presa di posizione che ricorda la celebre frase ‘whatever it takes’ pronunciata il 26 luglio 2012 dall’allora numero uno della Bce, Mario Draghi, a difesa dell’euro. Lagarde, per Kaspar Hense, senior portfolio manager di BlueBay Am, ha finalmente mostrato la sua forza come Presidente della BCE. Lo statement, ma anche le sue dichiarazioni nella conferenza stampa, secondo l’esperto hanno infatti reso chiaro che la Bce c’è, determinata e unita. Il mercato – aggiunge – aveva messo in conto un tono da colomba e sperava di ricevere anticipazioni sulle possibili mosse nel meeting di dicembre, alla luce del rafforzamento dell’euro, del crollo del petrolio di quasi il 50%, e soprattutto dei recenti annunci di lockdown in Europa volti a frenare la pandemia.
BlueBay, gli strumenti che potrebbero essere rafforzati
E invece Christine Lagarde è andata oltre: ha risposto in modo esaustivo. Secondo Hense ha assicurato che la Bce “aumenterà gli stimoli a dicembre tramite diversi strumenti: è molto probabile che migliorerà il tiering e il tasso delle TLTRO, e incrementerà perlomeno il PEPP, ma anche gli acquisti di asset del programma APP”. Anche perché l’economia non va per niente bene: la Bce si aspetta infatti che novembre sarà molto negativo, per la perdita di velocità vista da settembre, per l’aumento dei contagi e la reintroduzione delle misure di contenimento. La stessa Lagarde ha anticipato che il Pil del IV trimestre sarà chiaramente rivisto al ribasso, ma non è possibile sapere ora se ci sarà una crescita negativa perché dipenderà dall'andamento della pandemia.
Incombono due rischi geopolitici: le elezioni Usa e la Brexit
La Presidente della Bce ha anche rassicurato contro i possibili rischi di deflazione nell’Eurozona, spiegando che è un processo che si nutre da solo. Anche perché - ha aggiunto - la performance negativa attuale dell'inflazione è legata a fattori temporanei come la riduzione dell'Iva in Germania. E comunque ha affermato che la Bce vede un ritorno dell'inflazione in territorio positivo a inizio del prossimo anno. Piuttosto, ha affermato nel corso della conferenza stampa, non sta alla Bce avere una posizione sull'aspetto politico del risultato delle elezioni del 3 novembre, ma chiaramente insieme con l'esito dei negoziati sulla Brexit, è uno dei due grandi rischi geo-politici che incombono e la risoluzione dei quali ci porterà in una direzione o l'altra.