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Regno Unito: bene il bilancio, ma occorrono 30 miliardi di nuove entrate
La spesa pubblica britannica rallenta e il Governo valuta misure fiscali per 25 miliardi. Possibile ritorno dei contributi previdenziali, se servissero ulteriori fondi. Un bilancio credibile e non inflativo aiuta la fiducia dei mercati, rendimenti più bassi, sterlina più forte e tassi in calo.

La presentazione del bilancio del Regno Unito si avvicina (il prossimo 26 novembre) e gli analisti studiano già la manovra, analizzando l’impatto che potrebbe avere su mercati, tassi, sterlina e sull’economia. Secondo Morgan Stanley, il deficit di circa 30 miliardi di sterline sarà coperto con una combinazione di aumenti fiscali a breve e medio termine, con effetti inflativi contenuti e moderati riflessi in Borsa. Gli esperti anticipano inoltre una reazione positiva sull’obbligazionario, con una revisione dell’emissione di Gilt a 309 miliardi di sterline nel 2025/26, seguita da un calo significativo nell’anno successivo. La banca d’investimento continua a favorire le azioni d’Oltremanica e a mantenere posizioni lunghe sulla sterlina rispetto al dollaro.
Crescita e produttività del regno Unito: un equilibrio delicato
Il punto su cui lavora il Tesoro è nel complesso positivo: il Pil cresce dell’1,4%, gli investimenti privati aumentano del 3% e l’occupazione cala dell’1,1%. Gli investimenti legati all’IA oggi sostengono l’economia globale, ma l’OBR potrebbe ridurre le stime di crescita della produttività di circa 25 punti base nei prossimi cinque anni. Questa correzione, assieme ai maggiori costi per interessi sul debito e a politiche fiscali più rigide, potrebbe rendere necessario un piano di nuove entrate per circa 30 miliardi di sterline per ricostruire il margine di sicurezza fiscale del Governo. Il Tesoro, stima la banca, potrebbe lavorare assieme all’OBR per mitigare gli effetti negativi sulle entrate, anche con riforme, come quella sull’urbanistica introdotta in marzo.
Regno Unito: spesa sotto controllo, tasse in aumento
Gli esperti ritengono che nel Regno Unito la crescita reale della spesa pubblica sia destinata a rallentare molto nel prossimo anno fiscale, passando dal 3,8% all’1,7% e questo rende improbabili nuovi tagli nel breve termine. Sul fronte delle entrate, gli stessi esperti individuano circa 25 miliardi di sterline di possibili misure fiscali che non violerebbero lo spirito del manifesto laburista, non avrebbero effetti diretti sull’inflazione e potrebbero essere introdotte gradualmente. Se il Governo decidesse invece di superare i limiti del manifesto, la misura più probabile sarebbe a questo punto il ripristino dei contributi previdenziali (NICs) precedentemente tagliati, anche se gli analisti ammettono che è difficile avere certezze in merito.
Le attese del mercato nel Regno Unito e i rischi politici
Perché il bilancio venga accolto positivamente dai mercati, il Governo - secondo la banca - dovrà rispettare le regole fiscali e contenere l’emissione di titoli, evitando un aumento eccessivo del debito. Inoltre, sarà essenziale che le misure di aumento delle entrate risultino credibili e non rinviate nel tempo e che il documento dell’OBR si concentri sul consolidamento fiscale. Un altro aspetto importante sarà quello di evitare che le misure vengano percepite come inflative: un rialzo generalizzato dell’IVA rappresenterebbe un rischio, data la sensibilità della Bank of England. Secondo la banca, tuttavia, un piano credibile e immediato di consolidamento fiscale, anche se politicamente arduo, potrebbe generare un circolo virtuoso: rendimenti obbligazionari più bassi, più margine di manovra per il Tesoro e politica monetaria più accomodante, limitando l’impatto sulla crescita.
Le strategie sui mercati d’Oltremanica
Morgan Stanley stima che le nuove stime dell’OBR possano favorire una reazione positiva dell’obbligazionario. Pur ipotizzando un lieve aumento dell’emissione di Gilt nel 2025/26, la banca ritiene che gli investitori guarderanno soprattutto al calo di emissioni previsto dal 2026/27, segnale di consolidamento fiscale credibile. In questo contesto, la banca d’investimento preferisce posizioni lunghe sulla parte breve della curva dei tassi, prevedendo tagli più decisi della Bank of England nel corso del 2026. Sul fronte valutario, rafforza l’esposizione alla sterlina, con posizioni lunghe su GBP/USD e GBP/CHF, convinta che gli alti rendimenti e il nuovo bilancio continueranno a sostenere la valuta britannica.
Regno Unito: sotto i riflettori banche, aerospazio, tabacco e farmaceutico
Per quanto riguarda le azioni, la banca descrive uno scenario ‘migliore del previsto’, con l’indice FTSE ai massimi e in sovraperformance rispetto all’Europa. Le azioni britanniche restano infatti tra le preferite nei modelli quantitativi di Morgan Stanley, grazie alla solidità di settori come banche, aerospazio, difesa, tabacco e farmaceutico. Il rischio fiscale, distribuito su più comparti, appare gestibile, e il bilancio potrebbe diventare un catalizzatore positivo per il settore bancario, in particolare per gli istituti domestici.
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