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Energia pulita: effetti positivi sul mercato del lavoro
Negli Usa, urge modernizzare le reti elettriche e migliorare la capacità di trasmissione. Nel 2023, il settore green ha visto un aumento dei posti di lavoro. Il nuovo Governo laburista del Regno Unito si è posto l'obiettivo di diventare una superpotenza dell'energia pulita entro il 2030.
Il mondo è impegnato nella ricerca dell’energia pulita e, lo sforzo che finora ha compiuto, inizia a dare i suoi frutti, soprattutto per quanto riguarda le positive ripercussioni sul mercato del lavoro e di nuove opportunità d’investimento. Irene Lauro, environmental economist di Schroders, analizza i progressi che ci sono stati per quanto riguarda la ricerca di fonti alternative di tre tra i principali mercati globali, Cina, Stati Uniti e Regno Unito. Tutti interessanti da diverse realtà, ma comunque con prospettive allettanti.
La Cina ha centrato l’obiettivo green in anticipo
La Cina, che ha già centrato l’obiettivo dell’energia pulita per il 2030, deve pensare a rispondere ai dazi Usa. Negli Stati Uniti, la rete elettrica soffre di colli di bottiglia e, per questo, il settore presenta interessanti opportunità per gli investitori, mentre sono in forte crescita i posti di lavoro legati all’energia green. L’esperta prevede che la transizione green negli Usa proseguirà a prescindere dal cambio di Amministrazione. Nel Regno Unito, il tema dell’energia pulita è stato preso di petto dal nuovo Governo laburista, che si è posto l’ambizioso obiettivo di far diventare il Paese una superpotenza dell’energia green entro il 2030.
La Cina, nel 2020, ha promesso una capacità di 1.200 GW di energie rinnovabili entro il 2030, più del doppio rispetto a quel momento. Tale target, rileva Lauro, è stato già superato: oggi la capacità totale di energia pulita arriva a 1.206 GW. Inoltre, un'analisi di Rystad Energy rivela che, per la prima volta, in Cina l’energia solare ed eolica ha superato quella generata dal carbone. Le nuove politiche di Pechino mirano a ridurre ulteriormente le emissioni e questo lascia pensare che l’inquinamento potrebbe aver già toccato un picco nel Paese. Anche perché il Governo prevede di ridurre l'intensità di carbonio delle centrali del 20% entro il 2025 e del 50% entro il 2027, rispetto al 2023, con tecnologie come ammoniaca verde, biomassa, cattura e stoccaggio del carbonio.
Le contromisure cinesi ai dazi
Intanto, preoccupa l’iperproduzione di pannelli solari in Cina, che ha ampiamente superato la domanda globale, per la potenziale sovracapacità e la possibilità che questa danneggi il settore in altre economie. In risposta, Stati Uniti ed Europa hanno adottato sussidi e sanzioni sui prodotti solari cinesi. Per eludere tali dazi, i produttori cinesi stanno progettando di aprire impianti negli Stati Uniti. Secondo una recente analisi dell'Institute for Energy Economics and Financial Analysis, un think tank globale, si prevede che entro il 2026 gli investitori cinesi supereranno le loro controparti statunitensi nella pianificazione della capacità di produzione di pannelli solari sul territorio d’Oltreoceano.
Usa, urgente modernizzare le reti
Secondo Berkeley Lab, nel 2023, i progetti per la nuova generazione e l'accumulo di energia negli Usa hanno raggiunto circa 2.500 GW, più del doppio dell'effettiva capacità di generazione (1.280 GW). Alla fine dell'anno, oltre il 95% di questi progetti riguardava l'energia solare, l'accumulo tramite batterie e l'energia eolica, evidenziando l'interesse crescente per le rinnovabili. Per favorire questa espansione urge, secondo l’esperta, modernizzare le reti elettriche, costruire nuove linee di trasmissione e fare investimenti in tecnologie innovative, essenziali per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica. Intanto, nel 2023 i posti di lavoro dell'energia pulita sono aumentati a un tasso superiore al doppio rispetto al mercato generale. In particolare, nel solare e nell’eolico hanno registrato una crescita del 5,3% e del 4,5%.
Il Regno Unito punta alla leadership green
Gli obiettivi che si è posto il Partito laburista, tornato a guidare il Governo del Regno Unito, sono decisamente ambiziosi: si è impegnato a trasformare per il 2030 il Paese in una superpotenza dell'energia pulita, puntando a raggiungere un'energia a zero emissioni di carbonio. I piani di Down Street prevedono di raddoppiare la capacità eolica onshore, quadruplicare quella offshore e triplicare la capacità solare. A questo proposito, sono stati firmati ben 131 progetti con gli sviluppatori, a differenza dell'anno precedente, quando non era stato possibile avviare alcun progetto di energie rinnovabili. Questa crescita, ricorda Lauro, è attribuita a un aumento del 50% dei finanziamenti governativi. Inoltre, il Regno Unito sta diventando il primo Paese del G7 a eliminare l'uso del carbone per l'elettricità, con la chiusura dell'ultima centrale a carbone avvenuta il 30 settembre scorso.