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T. Rowe Price: tre driver e tre rischi all’orizzonte
Gli analisti di T. Rowe Price ritengono che i mercati possano continuare il rialzo grazie alla ripresa dell’economia, agli stimoli fiscali in arrivo negli Usa e ai vaccini. Sulla loro strada, aggiungono, ci sono però altrettanti rischi: l’inflazione, l’inefficacia dei vaccini e la Cina.
Dalle elezioni presidenziali Usa in poi i mercati hanno cominciato a salire: hanno spazio per proseguire la corsa, grazie a tre forti driver, anche se all’orizzonte si possono intravedere altrettanti rischi. L’analisi è di Nikolaj Schmidt, chief international economist di T. Rowe Price, secondo cui i propulsori dei mercati saranno il ciclo economico, gli stimoli alla crescita che sta mettendo in campo la nuova Amministrazione Usa e, infine, lo sviluppo dei vaccini anti-Covid. Oggi si è tentati ad attribuire il rally al risultato delle elezioni Usa e invece queste, secondo l’esperto, molto semplicemente sono passate e hanno lasciato i mercati con una cosa in meno di cui preoccuparsi.
Il ciclo economico, gli stimoli Usa, lo sviluppo dei vaccini
Gli investitori, prima delle elezioni, erano talmente preoccupati da non accorgersi di trovarsi all’inizio di una nuova fase espansiva. Nel post-elezioni si sono spostati su una nuova narrativa e - sostenuti dagli sviluppi dei vaccini – sono tornati a concentrarsi sull’economia. Il secondo driver è la prospettiva di importanti stimoli negli Usa (nettamente migliorata con la conquista anche del Senato da parte dei democratici). Nel 2020 la Fed ha adottato un approccio flessibile al target di inflazione, misura che permetterà di mantenere la politica monetaria accomodante finché non ci saranno miglioramenti dell’economia. Allo stesso modo, viste le continue sfide poste dalla pandemia, Schmidt ritiene che ci sia un rischio contenuto che le autorità inizino anche solo a parlare di un tightening fino a metà 2021.
Con la pandemia alle spalle atteso boom economico
Il terzo potenziale motore è rappresentato dallo sviluppo di diversi vaccini contro il coronavirus. Gli investitori, nonostante la seconda ondata di contagi che ha segnato l’ultima parte del 2020, vivono oggi nella speranza che entro giugno potremo esserci lasciati alle spalle la pandemia. Se davvero dovessimo essere così fortunati, questo, secondo l’economista di T. Rowe Price, ridurrebbe l’incertezza e porterebbe a un boom economico. Ma dietro a questo scenario ottimistico ci sono tre rischi che potrebbe minarlo: l’aumento dell’inflazione, i vaccini potrebbero non risolvere il problema Covid-19 e gli stimoli adottati dal Governo cinese potrebbero avere vita breve.
Tre rischi: inflazione, inefficacia dei vaccini, Cina
Innanzitutto, l’espansione fiscale prevista dall’Amministrazione Biden è estremamente ampia, e gran parte di essa avrà effetti sull’economia reale verso fine primavera, esattamente quando è atteso un rimbalzo, con le condizioni stagionali che permetteranno di ridurre le restrizioni. Ciò potrebbe portare ad un rapido aumento delle pressioni su inflazione e stabilità finanziaria, e quindi a un tightening? È possibile, anche se Schmidt ritiene che la Fed si prenderà prima una pausa, per valutare se l’aumento dei prezzi sarà dovuto alla riapertura o se si tratterà di pressioni genuine, sintomo di un’economia che opera a pieno ritmo. In ogni caso, quando le Banche centrali lasciano spazio a pressioni inflattive che non siano di natura assolutamente temporanea, la valuta tende a deprezzarsi. Questo non è di buon auspicio per il dollaro, un primo indicatore della propensione al rischio.
Pechino ha assicurato che il tightening sarà graduale
Il secondo rischio riguarda lo sviluppo dei vaccini: non si può escludere che ci sia il rischio che per quest’anno non saremo in grado di lasciarci il coronavirus alle spalle. Il mercato ne accuserebbe il colpo, poiché la politica fiscale e monetaria ultra accomodante difficilmente riuscirà a coprire le crepe che avrebbero origine dalla possibile inefficacia dei vaccini. La terza preoccupazione è la Cina, la cui economia ha registrato una ripresa straordinaria dalla recessione indotta dal Covid-19, raggiungendo il punto in cui le misure di stimolo vengono rimosse. Sebbene i policymaker abbiano indicato che il tightening avverrà in modo graduale, Schmidt invita a porre particolare attenzione all’operato della Banca centrale cinese.