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Tassi: il taglio della Fed a settembre sempre in dubbio
Negli Usa le aspettative per un taglio dei tassi a settembre sono state raffreddate dai commenti di Powell e dai verbali del FOMC, che suggeriscono la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi se l'inflazione rimane alta. Il mercato prevede una probabilità del 70% di un taglio a settembre.
Il percorso per un ciclo del taglio dei tassi su entrambe le sponde dell’Atlantico si sta rivelando quanto mai accidentato e dall’esito e tempi incerti. Da una parte, l’economia Usa si sta confermando più robusta di quanto previsto (Pil primo trimestre rivisto al rialzo, a +1,4%), con un’inflazione che fatica ad avvicinare il target del 2%. Sul fronte dell’Eurozona, invece, le decisioni della Bce dipendono da molteplici fattori, che non corrono tutti nella stessa direzione. Se le tensioni sui prezzi destano oggi meno timore, i robusti dati che sforna il mercato del lavoro però allungano le ombre sull’inflazione nel medio termine. Allo stesso modo, il quadro geopolitico interno (le elezioni in Francia) e globale (conflitti in Ucraina e Medio Oriente e le presidenziali Usa di novembre) spingono i policy maker a essere più prudenti.
Economia Usa sempre robusta
Negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione in giugno (al 4,05%) si è rivelato sostanzialmente in linea con le attese, ma non con il settore privato che ha creato meno posti del previsto (concentrati nei servizi). Tuttavia, sottolinea Martina Daga, macro economist di AcomeA SGR, la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,3% mensile, una crescita che rimane piuttosto sostenuta. Un quadro che lascia tutto in sospeso, come ha fatto intendere il presidente della Fed, Jerome Powell, che – ha affermato – vuole essere più sicuro che l’inflazione stia scendendo in modo sostenibile verso il 2%, prima di avviare il processo di allentamento della politica restrittiva. Sicuramente, ha aggiunto, sono stati fatti molti progressi su questo fronte, ma bisogna avere più certezze su quello che è per davvero il livello dell’inflazione sottostante.
Powell raffredda la speculazione
A raffreddare ulteriormente le attese per un taglio dei tassi a settembre è anche il fatto che Powell ha detto che la Fed può prendersi il suo tempo e fare le cose per bene in quanto l’economia statunitense è forte. C’è infatti il rischio, ha sottolineato, che un intervento prematuro possa annullare il buon lavoro fatto finora e – d’altro canto – un’eventuale azione decisa in ritardo possa inutilmente minare la ripresa e l’espansione economica. A rincarare la dose hanno contribuito anche i verbali dell’incontro che il FOMC (il braccio operativo della Fed) ha tenuto il 12 giugno, secondo cui, se l’inflazione rimarrà stabile ad alti livelli o se dovesse aumentare, potrebbe essere necessario addirittura alzare i tassi d’interesse. Finora i banchieri hanno rilevato modesti progressi sul rientro delle tensioni inflative.
Carry negativo sempre più importante
A fine giugno, nel reddito fisso Usa il mercato prezzava circa il 70% di probabilità di un primo taglio dei tassi Usa a settembre, anche se saranno determinanti i dati in arrivo nel frattempo. Prima di ciò, a meno che non si verifichi una sorpresa sostanziale sul fronte dei dati, Mark Dowding, fixed Iincome CIO RBC BlueBay AM ritiene che il prezzo sia in gran parte equo e quindi vede la parte anteriore della curva dei rendimenti oscillare in un certo intervallo per le prossime settimane. Nel frattempo, il prezzo dei bond a più lunga scadenza continua a sembrare troppo alto, data l'entità dell'inversione della curva. In genere, le curve dei rendimenti non sono destinate a essere invertite per lunghi periodi e il carry negativo derivante dal possesso di duration sta diventando un argomento sempre più importante.
Bce tra quadro politico interno e crescita modesta
L’Eurotower guarda all’esito delle elezioni francesi, il cui risultato potrebbe portare nel Paese (e più in generale nell’Ue) un allentamento fiscale. Questo, secondo Dowding, può sostenere la crescita, ma potrebbe anche limitare i tagli dei tassi della Bce nei mesi a venire. In questo contesto, l'acquisto di Bund come rifugio sicuro contro la volatilità del mercato d’Oltralpe può non funzionare oltre il breve termine. Alcune news vanno in senso opposto: l’inattesa delusione per alcuni indicatori chiave di giugno rivela che la ripresa dell’area sarà piuttosto modesta e discontinua. Al momento, dunque, vince la prudenza. Lo ha ribadito la stessa Presidente della Bce, Christine Lagarde, secondo cui il lavoro dell’Eurotower non è finito e deve rimanere vigile al fine di evitare gli choc determinati dall’inflazione negli ultimi anni.
Più rassicuranti sono le parole di Mario Centeno, il Governatore della Banca centrale portoghese, secondo cui i dati sull’andamento dei prezzi nell’Eurozona – che alimentano la fiducia che l’inflazione scenderà al 2% in modo tempestivo - consentono al Consiglio direttivo della Bce di poter considerare eventuali tagli dei tassi d’interesse a ogni prossima riunione di politica monetaria. Con un giusto livello di prudenza, ha aggiunto.