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Tassi: nel 2023 attesi altri rialzi da Fed, Bce e BoE
In Europa e negli Usa cresce il confronto tra banchieri falco e quelli che ritengono che il picco ideale dei tassi sarà raggiunto nella prima parte del 2023. La Bce dà il via al quantitative tightening. Per gli esperti è difficile credere alla Fed, che cerca un atterraggio morbido dell’economia.
La lotta contro l’inflazione della Federal Reserve, della Bank of England e della Bce continuerà anche quest'anno, ma s’intravede già - in entrambe le sponde dell’Oceano - un crescente dibattito all’intero delle Commissioni monetarie tra i falchi (che puntano a stringere ancora di più le redini a dispetto dei rischi che corre l’economia) e le colombe (secondo cui il picco ideale dei saggi sarebbe stato raggiunto). È quanto emerge da un’analisi degli economisti di Schroders, che rilevano un rallentamento del ritmo delle strette dei tre Istituti di emissione, anche se accompagnato da toni differenti, che implicano più di un’ipotesi su come potrebbe essere la politica monetaria nel corso del prossimo anno.
I toni differenti tra Bce e BoE
La Bce e la BoE, riducendo il ritocco allo 0,50% dallo 0,75%, con l’ultima mossa hanno rispettato le aspettative e – preoccupate per il rischio inflazione - prevedono ulteriori rialzi. Tuttavia, ha commentato Azad Zangana, senior european economist and strategist, tra le due Banche centrali ci sono alcune sottili differenze nelle prospettive. Il tono della Bce, sebbene l’ultimo rialzo sia stato più contenuto rispetto ai due precedenti, è tornato a essere da falco. La Presidente Lagarde ha dichiarato che saranno necessari altri significativi interventi per normalizzare l'inflazione: potrebbe essere una reazione alle nuove proiezioni della Bce, che ha rivisto al rialzo le stime sull'inflazione nei prossimi anni.
Al via il quantitative tightening anche nell’Eurozona
I mercati finora avevano previsto un picco del tasso dell’Eurozona tra il 2,75% e il 3% all'inizio del 2023, ma i segnali che sono giunti dall’Eurotower sembrano suggerire che questo potrebbe essere più alto. Il rigore della Bce è testimoniato anche dal fatto che, dal prossimo marzo, consentirà ad alcuni asset che detiene nell'ambito del programma di quantitative easing di giungere a scadenza senza essere sostituiti. Si prevede, stima Zangana, che questo ridurrà le dimensioni del bilancio di 15 miliardi di euro al mese fino al secondo trimestre, quando il Comitato esprimerà nuove valutazioni: mossa ampiamente attesa che porta la Bce in linea con la BoE e la Fed nell'avvio del quantitative tightening per ridurre liquidità.
Il Comitato monetario BoE è diventato più colomba
Al contrario, nella BoE il voto espresso nell’ultimo rialzo dei tassi ha suggerito che il Comitato di politica monetaria è diventato più ‘colomba’. Tre dei suoi nove membri si sono infatti dissociati: uno ha votato a favore di un aumento più consistente al 3,5% e due si sono espressi a favore della stabilità dei tassi (3%). Questi ultimi due membri avevano votato in precedenza per aumenti dei tassi più contenuti, ma il loro nuovo voto lascia intendere che la BoE potrebbe essere vicina a completare il suo ciclo di rialzi. Anche perché, rileva l’economista, hanno sottolineato che l'economia reale resta debole e che iniziano a manifestarsi segnali di rallentamento del mercato del lavoro.
Difficile credere alla Fed che prevede un atterraggio morbido
Anche la mossa della Fed, +50 punti base, con i Fed funds al 4,5% è in linea con le attese e con i messaggi lanciati dal Presidente, Jerome Powell. Ma la sorpresa, dice Keith Wade, Chief Economist, è arrivata dal dot plot, le proiezioni dei membri del FOMC sul tasso dei Fed funds: solo 2 dei 19 banchieri si aspettano tassi inferiori al 5% per fine 2023. L'opinione mediana è che non ci saranno tagli quest'anno, con il rischio che salgano. Ciò è in contrasto con il mercato, che prevede una riduzione dei tassi verso la fine dell’anno. Stando alle proiezioni, la Fed prevede un calo dell'inflazione simile a quello del consenso, ma con una minore debolezza della crescita e dell'occupazione: un atterraggio più morbido. Tuttavia, Wade ritiene che per far scendere l'inflazione sia necessario una contrazione più pronunciata dell'attività. Scenario sempre probabile, al punto che per gli Usa l’economista prevede una recessione, che creerebbe un contesto in cui sarebbe difficile per la Fed non allentare la presa.