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L'impatto di politiche monetarie divergenti
I mercati del reddito fisso e valutari sono diventati più volatili rispetto al recente passato. I driver di questo aumento di volatilità sono diversi, ma la divergenza delle politiche monetarie è sicuramente un elemento chiave. Dopo un rally durato 35 anni, i bond Usa hanno raggiunto un punto di inversione, anche se permane molta incertezza sul passo della normalizzazione monetaria e sul traguardo finale da raggiungere. Allo stesso tempo, in molti altri paesi, continua il processo di allentamento monetario nello sforzo di reflazionare alcune tra le principali economie sviluppate.
In questo ambito, secondo gli analisti di Goldman Sachs, le problematiche da esaminare sono due. Il primo tema è l’impatto di un allargamento dei differenziali dei tassi. Non sono importanti solo i livelli assoluti dei tassi di interesse (positivi o negativi) nel fissare i tassi di cambio, ma anche come il livello relativo corrisponde alle aspettative. Anche se sembrano ragionevoli le stime che indicano una bassa probabilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed entro la fine del 2016, Goldman prevede che gli aggiustamenti al rialzo si posizioneranno sulla parte più lunga della curva dei rendimenti. Dall’altro lato della storia, è probabile che Bce e Bank of England taglieranno ancora i tassi se necessario. Queste mosse saranno dei fattori chiave non solo per i mercati dei tassi ma anche per il Forex.
Il secondo tema riguarda l’aumento della volatilità nel mercato del reddito fisso, che sembra destinato a proseguire. Molte Banche centrali non solo hanno abbassato i tassi ai minimi storici, ma li hanno anche mantenuti stabili per un periodo di tempo estremamente lungo.
Questo vale tanto per gli istituti che stanno rialzando i tassi (gli Stati Uniti a partire da dicembre 2015) quanto per quelli che li stanno tagliando (la BoJ fino allo scorso gennaio). Nel momento in cui i tassi di interesse ricominciano a muoversi, come effettivamente sta avvenendo, e si trasformano nuovamente in in strumenti di politica attiva (in entrambe le direzioni) ci si può attendere nei mesi a venire maggiore divergenza di opinioni del mercato riguardo alle traiettorie future delle politiche monetarie.
Gli stessi politici probabilmente saranno sensibili alle condizioni di mercato e al quadro macro, visto che non c’è un percorso già predeterminato. Sorprese importanti nell'outlook sul futuro potrebbero portare i politici a cambiare rotta in maniera repentina e improvvisa.
Di conseguenza, per gli investitori questo si traduce nella necessità di adottare una politica di investimento dinamica, che vuol dire non solo avere la capacità di modificare l’asset allocation in accordo con l’evoluzione delle previsioni economiche, ma anche di andare lunghi o corti di duration a seconda di dove il mercato si trova relativamente ai fondamentali.
In una prospettiva di lungo termine, Goldman prevede che Giappone e area euro rimarranno in un contesto di tassi bassi (se non negativi) per un lungo periodo di tempo, con le loro economie che sono ancora lontane da un punto di equilibrio. Di conseguenza, le rispettive Banche centrali continueranno a mettere in campo opzioni di allentamento monetario. Nel frattempo continuerà la pressione per l'implementazione di politiche fiscali. Le misure recentemente annunciate per proteggere il settore bancario dall’impatto di ulteriori tagli dei tassi alleggeriranno la pressione sui finanziari, alterando la dinamica sia per l’azionario che per l’obbligazionario.
Dal canto suo la Fed perseguirà la sua politica di normalizzazione dei tassi con un ritmo sicuramente più lento rispetto al passato, ma che comunque porterà ad aggiustamenti non solo nell’inclinazione della curva dei rendimenti, ma anche sulle aspettative di lungo termine per crescita e inflazione, che insieme con le decisioni politiche attuali stanno giocando un ruolo sempre più importante nel determinare la forma della curva.