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Guida alle elezioni Usa
Ogni stato detiene un certo numero di voti elettorali in funzione della popolazione. Questi ultimi -538 grandi elettori- sono quelli che contano e vince colui che riesce a conquistarne più di 270.
La tornata elettorale porterà anche al rinnovo di 34 dei cento senatori e 435 scanni alla Camera dei Rappresentanti. In entrambe le camere domina ora il Partito Repubblicano e uno stand by di tale situazione sarebbe un problema di non poco conto per la favorita Clinton.
Saranno eletti anche 12 governatori statali (oltre a quelli di Porto Rico e Samoa Usa) e 44 parlamenti statali, oltre a decine di incarichi statali.
Quanti cittadini votano?
218.959.000 sono i cittadini aventi diritto al voto, 146.311.000 quelli registrati per questa tornata elettorale. Nelle ultime elezioni, il numero dei registrati al voto non aveva superato quota 126 milioni. Più di 29 milioni hanno già votato una settimana fa e i risultati sono favorevoli alla Clinton.
Tra i votanti registrati, le donne superano di quassi il 4% gli uomini (69,1% contro 72,8%). Il 73,5% degli aventi diritto di razza bianca andrà a votare, mentre tra gli ispanici la percentuale dei registrati si ferma al 59,4%.
A che ora è prevista l’apertura e la chiusura delle urne?
La presenza di diversi fusi orari e territori Usa lontani dalla madrepatria comporta la presenza di orari diversi. Tra i 50 stati, i primi a votare saranno una parte dell’Indiana e del Kentucky (ore 13 italiane). All’altro estremo, alle 18:00 italiane cominceranno a votare in Alaska.
Quali gli Stati da non perdere di vista?
In molti stati la situazione è già delineata. Quelli che presentano una situazione ancora incerta sono: New Mexico (% grandi elettori), Nevada (6), Colorado ()), Wisconsin (10), Minnesota (10), Arizona (11), Virginia (13), North Caroline (15), Michigan (16), Ohio (18), Pennsylvania (20) e Florida (29).
Quando saranno resi noti i risultati?
Dipenderà dalla rapidità dello spoglio e della conta negli stati chiave. Se la Florida dovesse votare a favore della Clinton, l’annuncio di una eventuale vittoria democratica arriverebbe prima del tempo.
Le proposte dei candidati
Donald Trump ha focalizzato la sua campagna sulla sicurezza e l’economia. Propone di costruire un muro che divida gli Stati Uniti dal Messico (pagato dai messicani), proibire temporaneamente l’ingresso dei musulmani nel paese a causa dei timori di attacchi terroristici e bombardare lo stato islamico. In economia, la proposta di Trump si basa su un maggiore protezionismo per evitare un’esternalizzazione della produzione, un aumento dei dazi doganali sui prodotti provenienti da Cina e Messico. Trump vuole eliminare l’Obamacare e tagliare le tasse (anche ai più abbienti).
Hillary Clinton si è focalizzata sull’educazione e i diritti sociali. La candidata democratica vuole facilitare l’ingresso all’università delle famiglie a basso reddito, riformare l’Obamacare e facilitare la procedura che regola la concessione della cittadinanza agli immigrati. In economia, la Clinton propone una lotta serrata alle disparità reddituali tra sessi, aumentare la spesa pubblica destinata alle infrastrutture e aumentare le imposte sui grandi patrimoni.