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Italia, un po’ d’ottimismo
L’ultimo bollettino pubblicato da Bankitalia lascia un po’ di spazio all’ottimismo per l’economia italiana.
Secondo gli esperti le condizioni dell’economia globale sono leggermente migliorate. Le prospettive rimangono tuttavia soggette a diversi fattori di incertezza; quelle degli Stati Uniti dipendono dalle politiche economiche della nuova amministrazione, non ancora definite nei dettagli: un impatto espansivo, al momento di difficile quantificazione, può derivare dagli interventi annunciati in materia di politica di bilancio, ma effetti sfavorevoli potrebbero derivare dall’adozione e dalla diffusione di misure di restrizione commerciale. La crescita globale potrebbe essere frenata dall’insorgere di turbolenze nelle economie emergenti associate alla normalizzazione della politica monetaria statunitense.
Sui mercati finanziari le attese di una politica di bilancio espansiva e di un’inflazione più elevata negli Stati Uniti, emerse dopo le elezioni presidenziali, si sono tradotte in uno spostamento di portafoglio dalle obbligazioni alle azioni; l’aumento dei rendimenti a lunga scadenza si è esteso anche alle altre economie avanzate, ma in misura finora attenuata dalla diversa impostazione delle politiche monetarie. Nei paesi emergenti sono ripresi i deflussi di capitale.
Secondo gli indicatori disponibili, in autunno la ripresa dell’economia italiana è proseguita, pur se moderatamente. Considerando l’andamento della produzione industriale, quello dei consumi elettrici e quello del trasporto merci, tutti in crescita, e gli indicatori di fiducia delle imprese, che si collocano su valori elevati, nel quarto trimestre del 2016 il Pil potrebbe essere aumentato a un ritmo valutabile attorno allo 0,2 per cento rispetto al periodo precedente.
L’attività economica è stata stimolata dal riavvio degli investimenti e dall’espansione della spesa delle famiglie. Si confermano i segnali di stabilizzazione nel comparto edile, in particolare per la componente residenziale. L’indice di fiducia dei consumatori ha interrotto in dicembre la tendenza alla flessione in corso dall’inizio dell’anno.
È proseguita nei mesi più recenti l’espansione del credito al settore privato non finanziario, con un aumento anche dei prestiti alle imprese; la crescita resta però modesta. La qualità del credito delle banche italiane continua a beneficiare del miglioramento del quadro congiunturale, registrando un’ulteriore diminuzione del flusso di nuovi crediti deteriorati.
I premi per il rischio sui titoli di Stato italiani, che erano aumentati nel corso dell’autunno, sono rimasti ampi. Nell’ultima parte dell’anno sono saliti i corsi azionari; un recupero delle quotazioni delle banche italiane ha preceduto l’introduzione di misure governative a supporto della liquidità e della patrimonializzazione delle banche, in parte anticipate dagli operatori.
Le proiezioni per l’economia italiana, aggiornate in base agli andamenti più recenti, indicano che in media il Pil dovrebbe essere aumentato dello 0,9 per cento nel 2016 (su dati corretti per il numero di giornate lavorative); crescerebbe attorno allo 0,9 per cento anche nell’anno in corso e all’1,1 sia nel 2018 sia nel 2019. L’attività economica verrebbe ancora sospinta dalla domanda nazionale e, già dal 2017, dal graduale rafforzamento di quella estera. Il livello del Pil nel 2019 sarebbe ancora inferiore di circa quattro punti percentuali rispetto al 2007.