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Banche e fintech alleate per crescere insieme
In questi mesi diversi osservatori hanno celebrato con una certa enfasi la morte delle banche tradizionali, sconfitte inesorabilmente dalla forza dirompente delle fintech. Ma questo scenario apocalittico potrebbe anche non avverarsi.
Dal World Retail Banking Report 2017 redatto da Capgemini ed Efma emerge infatti che la maggioranza delle fintech (53,8%) e delle banche (43,5%) che ha partecipato all’indagine prevede un futuro basato sulla collaborazione per poter costruire piattaforme che includano più settori, con servizi complementari e collegati fra di loro, in grado di offrire benefici ai clienti. Un risultato meno probabile ma comunque plausibile vede le banche continuare a offrire prodotti e servizi, lasciando la distribuzione alle fintech, alle bigtech o ad altre nuove piattaforme aperte. Questo potrebbe portare a una riduzione dei costi di acquisizione dei clienti ma creare, allo stesso tempo, potenziali problemi in merito alla disintermediazione del brand e alla proprietà dei clienti.
Quasi la metà (47,8%) delle fintech prevede questo scenario, rispetto al 28,8% delle banche. «Le fintech stanno guadagnando terreno sul fronte della customer experience rispetto alle banche tradizionali, le quali stanno apertamente cercando di collaborare con le fintech. L’open banking offre alle banche l’opportunità di mantenere e sviluppare la loro base clienti permettendo di inserire svariati servizi sviluppati da terze parti, maggiormente personalizzati sui loro bisogni. Per le banche che non hanno questa visione strategica e che non si ritagliano un ruolo nell’open banking c’è il rischio di disintermediazione da parte dei loro clienti», ha affermato Monia Ferrari, head of banking di Capgemini Italia. «È pertanto fondamentale che le banche prendano subito in considerazione nuovi approcci per la trasformazione del business, in modo da poter stabilire e consolidare nel lungo termine le loro fondamenta nell’open banking».
Il report sottolinea come le Api (interfaccia di programmazione di un'applicazione) offrano un cammino verso l’open banking, nel quale le fintech e le istituzioni finanziarie collaborano invece di competere tra loro, per creare soluzioni basate sul cliente. Nonostante le Api creino timori sul fronte della sicurezza e della privacy, sono allo stesso tempo elementi cruciali per permettere alle banche di trarre vantaggio dalla creatività delle fintech, senza dover apportare cambiamenti importanti alle infrastrutture esistenti.
Il World Retail Banking Report di quest’anno ha anche quantificato il forte appetito nei confronti di una più stretta collaborazione tra fintech e banche. La grande maggioranza degli istituti di credito (91,3%) e delle fintech (75,3%) prevede una futura collaborazione reciproca, con le banche che offrono accesso a vaste risorse, esperienze e competenze, e con le fintech che forniscono agilità, velocità al mercato e un nuovo approccio alla centralità del cliente. Lavorando insieme e traendo vantaggio dalle Api, sia le banche sia le fintech possono far leva sui loro punti di forza complementari, migliorando di gran lunga la customer experience rispetto a quanto possano fare da sole.
Il report sottolinea, infine, che le società fintech hanno fatto un ottimo lavoro nel decodificare quello che i clienti vogliono, un fattore che spesso rappresenta una minaccia per i rapporti tra la banca e i suoi clienti. Le aziende bigtech come Amazon, Apple e Facebook stanno influenzando i clienti, elevando le aspettative verso le banche e la customer experience offerta. Per questo motivo i clienti stanno adottando le fintech: il 40,3% afferma che le fintech offrono un’esperienza superiore, mentre il 37,1% supporta invece l’operato delle banche. Le fintech godono di grande popolarità in Nord America, dove il 57,8% dei clienti apprezza il tipo di esperienza positiva offerta, contro il 49,5% che invece fa riferimento alle banche. A livello globale, è più probabile che clienti più giovani e più esperti di tecnologia si indirizzino verso le fintech.