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Mercati globali, buone notizie
Come va il mondo, ovviamente da un punto di vista dei mercati? In pratica, pur con tutti i dubbi del momento legati ad aree cruciali come la Cina e gli Stati Uniti, si può dire che il pianeta nel suo complesso sta conoscendo una fase di sviluppo. Se si deve giudicare dai dati più recenti, non ci sono molti dubbi: l’Msci world, considerato l’indice di riferimento più importante per osservare l’andamento globale delle piazze finanziarie, presenta numeri ampiamente positivi: dal 2 gennaio 2017 a oggi è passato da quota 19.563 a 21.202, con un miglioramento complessivo dell’8,37%. Se poi si guarda la performance a un anno, il risultato è addirittura clamoroso con il passaggio da 16.692 punti agli attuali 21.202 (+27,01%). In pratica una crescita delle piazze azionarie mondiali come non si vedeva da tempo, con uno scatto verso l’alto alla fine del 2016 e nei primi tre mesi del 2017 e una sostanziale tenuta nel secondo trimestre del 2017.
Vediamo a questo punto quali sono gli elementi trainanti di questo rialzo che potrebbero continuare a influire positivamente. In un prossimo articolo varrà invece la pena mettere in rilievo le minacce più importanti a questo trend, che sono sicuramente non irrilevanti.
L’Europa. Dopo anni di performance mediocri, di utili stagnanti, di problemi geopolitici enormi, il Vecchio continente sembra avere ritrovato la sua strada. Dall’inizio dell’anno lo Stoxx 600 ha raggiunto quota 380, partendo da 363 con una performance del 4,68%. Non è sicuramente un risultato eclatante, in quanto dai primi di maggio il più importante indice europeo ha cominciato a scendere dopo avere raggiunto il top a 396, ma, se si considera che l’area europea dalla crisi del 2007 non ha mai avuto una vera e forte ripresa, si può considerare questo discreto ritorno di fiamma come un grande evento.
Inoltre i benchmark europei sono pieni di titoli bancari, energy, telecom e utility, che sono i settori dove ci sono state le maggiori difficoltà e che hanno penalizzato non poco l’indice generale, che nelle sue componenti più competitive è andato molto meglio.
La Cina. Considerata una delle aree dove si creavano le maggiori minacce per l’economia mondiale e di conseguenza per le borse, la Cina sta stupendo gli analisti con risultati costantemente migliori rispetto alle attese. Il Pil nel primo trimestre e nel secondo è salito del 6,9%, contro aspettative di consensus del 6,8% e un obiettivo del governo del 6,5%. Anche i consumi stanno mettendo a segno risultati travolgenti: le vendite al dettaglio nel secondo quarto dell’anno hanno registrato un rialzo dell’11% su base annua, contro il già ottimo 10,7% dei tre mesi precedenti. Bene anche la produzione industriale e l’export. Sicuramente oggi il Dragone rappresenta nell’economia globale un elemento di forza.
L'India. Il paese sta crescendo a ritmi certamente fortissimi, anche se l’ultima rilevazione sul Pil è stata abbastanza deludente, con +6,1% su base annua. Il governo ha comunque confermato il suo obiettivo a +7,5% di crescita nell’anno. In ogni caso il tutto non ha impedito alla borsa di mettere a segno una crescita costante e lineare dall’inizio dell’anno: il Bse Sensex, il principale indice equity del paese, è passato in poco più di sei mesi da 25.595 punti a 32.028 con un rialzo in valuta locale, che peraltro ha sovraperformato sul dollaro, del 20,0%. Se si considera che India e Cina rappresentano come popolazione oggi circa il 40% del pianeta, si può sicuramente pensare che possano costituire nel futuro prossimo l’asse portante dei mercati finanziari mondiali.
I paesi emergenti. Anche diversi altri paesi emergenti, come Russia, Brasile, Indonesia e Filippine, per non parlare di Corea e Taiwan, stanno mettendo a segno risultati di tutto rispetto e stanno dando un contributo non da poco all’economia mondiale e ai rispettivi mercati finanziari.