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Bond decennali, regna l’ottimismo
Lo spread tra i rendimenti del titolo di stato a 10 anni rappresenta di fatto il giudizio che il mercato dà di un paese. In pratica, considerando che attualmente il bond governativo di riferimento è il Bund tedesco che rende l’ 0,31%, quanto più il tasso del corrispondente bond di un altro paese è più alto, quanto minore è la fiducia dei gestori e degli analisti nei confronti dell’intero sistema paese che viene paragonato alla Germania. In pratica se un investitore decide di puntare sulle obbligazioni di uno stato diverso da quello tedesco pretende che il rischio maggiore venga remunerato.
Ma vediamo come oggi il mercato giudica il livello di rischio dei vari titoli e delle economie che stanno alla base. Tendenzialmente l’andamento dei titoli di stato sta confermando la forte ondata di ottimismo di cui sta godendo l’Europa negli ultimi mesi e le differenze tra paesi anche molto diversi sono abbastanza ridotte. Ha influito sulla visione positiva generale anche il fatto che il presidente della Bce, Mario Draghi, abbia appena dichiarato che a breve non toccherà i tassi nell’area euro.
Germania. Con un rendimento di circa 31 punti base il bond governativo decennale tedesco è attualmente su livelli bassi, visto che soltanto nel luglio scorso sfiorava 60 punti. Siamo ancora lontani dai minimi di 15 punti fatti registrare nell’aprile dei quest’anno, ma sicuramente la fiducia nei confronti dello stato tedesco è molto alta, nonostante il paese stenti a formare un governo dopo le ultime elezioni politiche e ci sia per la prima volta un concreto rischio di ingovernabilità. Soprattutto la discesa dei rendimenti è avvenuta negli ultimi giorni: soltanto il 27 ottobre il tasso di interesse era lo 0,47%.
Italia. Con una cedola annuale dell’1,71% e 140 punti base di differenza di rendimento tra il Btp decennale e il Bund, il titolo italiano ha messo a segno la migliore performance da un anno a questa parte. In pratica gli operatori sul mercato giudicano che il rischio a investire sull’Italia stia diminuendo. Certo, questa differenza resta ancora una delle più alte all’interno dell’Europa.
Paesi del nord Europa. I paesi del nord Europa, spesso con economie complementari rispetto alla Germania, hanno spread molto vicini a quelli tedeschi: l’Austria dà ai sottoscrittori lo 0, 48% annuo (+0, 17% rispetto al Bund a 10 anni), mentre la Danimarca con una cedola dello 0,40% è appena al di sopra rispetto ai titoli emessi da Berlino (+0,09%). Sugli stessi livelli anche l’Olanda, con un rendimento dello 0,42%, la Finlandia che offre lo 0,47% e persino il disastrato Belgio, i cui decennali danno lo 0,55%. In pratica investire sulla Germania e sui paesi che gravitano intorno a essa non dà grandi vantaggi.
Spagna. Quella della Spagna è una situazione molto particolare: il paese fa parte di quel sud Europa che negli anni scorsi ha molto sofferto, ma a differenza dell’Italia da circa un anno a questa parte ha dato il via a una spettacolare performance economica. Ma a complicare le cose è intervenuto il tentativo di secessione catalana. Attualmente i titoli spagnoli rendono l’1,50% con una differenza rispetto a quelli tedeschi dell’1,19%: nel pieno della crisi a Barcellona il titolo era arrivato a rendere fino all’1,78%, ma nelle ultime settimane è velocemente rientrato sui livelli abituali, segno che il mercato non crede che i fatti catalani possano provocare enormi danni.