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Previsioni un po’ al limite per il 2018
La fine dell'anno ormai è imminente ed è quindi il tempo di riprendere il gioco delle previsioni. Si parte da un 2017 assolutamente positivo per i mercati dei capitali. Per l'anno prossimo la vulgata comune prevede un quadro positivo, ma con rendimenti derivanti dai mercati finanziari inferiori a questo 2017 per certi versi eccezionale.
La previsione è in effetti ragionevole: dopotutto i prezzi sono cari su quasi tutti gli investimenti ed è in corso un notevole cambiamento nella politica monetaria di mezzo mondo. E se questo è lo scenario centrale, stavolta vale la pena proporre una serie di previsioni un po' estreme, ma non eccessivamente improbabili. Nel futuro prossimo verrà discussa ciascuna di esse, in particolar modo per capire come si rapporta con lo scenario centrale.
Fatta questa premessa, iniziamo subito la serie.
Per quanto riguarda l'azionario americano nel 2018 si potrebbe avere un'altra annata molto positiva, anche se magari un filo meno redditizia del 2017. Diciamo che un total return (includendo dunque i dividendi reinvestiti) di almeno il 12% è tranquillamente alla portata. Nell'ambito di Wall Street poi, invece di vedere un ribilanciamento fra growth e value, il primo gruppo continuerà a sovraperformare con una crescita particolarmente favorevole per l'information technology. Il dollaro, invece, potrebbe proseguire nella propria traiettoria generale di declino nei confronti dell'euro, che potrebbe arrivare a toccare quota 1,30.
Quanto al Giappone è possibile che continui il proprio percorso di aumento delle quotazioni azionarie e che risulti ancora una volta uno dei mercati sviluppati più brillanti. Il tutto accompagnato da uno yen in moderato rialzo.
A loro volta i vicini e concorrenti del Giappone, Corea e Taiwan, dovrebbero continuare a fare bene, con robuste performance del loro settore tecnologico, con, nel caso della Corea del sud, un'estensione ai titoli con caratteristiche più value del listino locale: tra questi gli industriali e certi gruppi finanziari. Le divise locali dovrebbero proseguire nel loro trend di rafforzamento.
Buone aspettative anche per la Cina, che potrebbe ugualmente evidenziare un'annata molto forte: è prevedibile che si rafforzi il trend di ripresa delle azioni A in generale, così come è da ritenere possibile il ritorno di fiamma delle banche locali. Con ogni probabilità i colossi internet locali rallenteranno la loro ascesa azionaria, però in compenso il boom si estenderà a titoli di dimensioni minori; in un contesto di questo tipo c'è da aspettarsi una pletora di Ipo.
Nell’Europa della moneta unica dovrebbero proseguire il rally bancario e quello dell'energia, mentre le small e le mid cap, nonostante le previsioni di un mercato dominato da temi value, dovrebbero continuare a mettere a segno performance in linea con quelle delle big cap. Anche in questo caso c’è da aspettarsi performance almeno nella fascia bassa della doppia cifra.
Il petrolio, sull'onda di una buon andamento della domanda e delle tensioni in Medio oriente, potrebbe registrare quotazioni ulteriormente in salita. È possibile che si possa vedere il Brent quotare fino a 80 dollari al barile, con uno spread in allargamento nei confronti del Wti, che potrebbe fermarsi a 70.
Come si può notare, questa ridda di “previsioni improbabili” non è altro che una prosecuzione per il 2018 dei trend visti quest'anno: sostanzialmente occorre solo che il treno globale, invece di rallentare o cambiare parzialmente direzione, continui sulla stessa linea.
Nelle prossime settimane analizzeremo ciascuna di queste voci per capire da dove nascono le convinzioni così positive.