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Prospettive positive intatte per azioni e bond degli Em
La pressione sui paesi emergenti si è manifestata ancora una volta soprattutto attraverso le valute, specialmente nei paesi economicamente più sensibili (Argentina, Turchia, Brasile, Indonesia).
La ripresa di luglio è stata abbastanza breve per la maggior parte dei paesi emergenti. Le obbligazioni dei mercati emergenti hanno di nuovo inserito la retromarcia, come la maggior parte dei mercati azionari. L'indice Msci Em ha perso quasi il 3% ad agosto, rispetto a un guadagno dell'1% circa per i mercati sviluppati (entrambi calcolati in dollari Usa. Tuttavia, i guadagni dei mercati sviluppati ancora una volta sono quasi esclusivamente dovuti agli Usa. Nell'universo dei paesi emergenti, tuttavia, gli investitori stanno decisamente differenziando. Gli indici azionari in Polonia, India, Ungheria e Russia, per esempio, hanno guadagnato rispetto al trend generale.
Niente panico in vista
Nonostante i movimenti valutari in parte significativi, fin qui non si può parlare in generale di panico tra gli investitori internazionali. Continuano i deflussi di capitale estero dai mercati finanziari dei paesi emergenti. La loro portata, tuttavia, è modesta e la dinamica è diminuita nettamente rispetto a maggio/giugno.
L’apprezzamento del dollaro e le tensioni interne indeboliscono le valute emergenti
La debolezza valutaria di molti paesi emergenti è in parte dovuta a fattori specifici dei singoli paesi. In parte è però anche solo il riflesso - o il risultato - della forza del dollaro riconducibile agli sviluppi negli Usa. Pertanto, i conflitti commerciali iniziati dal presidente Trump e la conseguente incertezza globale al momento stanno ulteriormente aumentando la domanda di dollari Usa. Inoltre, il dollaro USA trae vantaggio dalla prospettiva di ulteriori rialzi dei tassi d’interesse e di rendimenti obbligazionari USA più alti, nonché dall'ulteriore dinamica di crescita negli Usa in seguito ai tagli fiscali. Il crescente fabbisogno finanziario del governo USA consuma ulteriori dollari. A differenza degli anni passati, quest’anno la banca centrale USA non copre più parzialmente questo fabbisogno finanziario attraverso gli acquisti di obbligazioni.
Molte valute emergenti sono sottovalutate in termini fondamentali
Dopo le perdite valutarie, in parte significative, proprio le valute particolarmente deboli (Turchia, Brasile, Argentina) sono nel frattempo massicciamente sottovalutate sulla base delle parità del potere d'acquisto. Purtroppo per questi paesi (e di coloro che vi investono) da questa sottovalutazione non si può, tuttavia, dedurre la fine della debolezza valutaria.
Ancora tensioni, ma le prospettive restano positive nel lungo termine
Gli attuali trend nel commercio mondiale e nella congiuntura globale, i crescenti costi di finanziamento in molti paesi emergenti, nonché il tendenziale calo della crescita degli utili di molte aziende nei mercati emergenti potrebbero causare ulteriori problemi anche nei prossimi mesi. A ciò si aggiungono possibili turbolenze di politica interna o geopolitiche (Brasile, Turchia, India, Russia, Sudafrica, Cina). D'altra parte, spesso questo si deve confrontare con mercati azionari e valute con quotazioni giuste e attraenti, oltre a cauti stimoli nuovi in Cina e, nel complesso, ancora un buon approvvigionamento globale di liquidità abbastanza buono da parte delle grandi banche centrali. Tutto sommato, restiamo fedeli alla nostra visione positiva nel lungo termine.
Secondo il team di Raiffeisen, al momento non c'è alcuna pressione sistemica nei paesi emergenti. Il team ritiene che il potenziale di ripresa e crescita dei mercati emergenti nel lungo periodo è intatto. Soprattutto la Cina, l'India e la regione eurasiatica dovrebbero crescere molto più velocemente delle economie sviluppate nel prossimo futuro. Le valutazioni azionarie nella maggior parte dei mercati emergenti a lungo termine sono da giuste ad attraenti, anche tenendo conto dei maggiori rischi politici ed economici. Nel frattempo, alcune valute dei mercati emergenti sono da classificare come significativamente sottovalutate in termini fondamentali.