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Mai sottovalutare il rischio di cambio
Per il 2019 gli esperti ritengono che le divise a maggior rischio di deprezzamento sono la lira turca, il rand sudafricano e il dollaro australiano. Vediamo in breve le ragioni di questa valutazione negativa
Magari avete investito in maniera attenta e fortunata e le azioni presenti nel vostro portafoglio hanno accumulato una sensibile rivalutazione. Poi però scoprite che quando arriva il momento di materializzare i guadagni, vi rendete conto che il tornaconto non è quello atteso. Una delle ragioni alla base di questa brutta sorpresa può essere la denominazione in una valuta diversa dall’euro delle azioni o dei fondi comuni d’investimento selezionati.
In quest’ultimo caso, magari senza esserne del tutto consapevoli, al momento dell’investimento vi siete accollati un rischio di cambio. Un rischio che, nei momenti di elevata volatilità dei rapporti tra le distinte valute, può determinare anche il ridimensionamento parziale o l’annullamento totale della performance. Per fare un esempio, il caso estremo degli ultimi anni è rappresentato dal Venezuela e dalla sua disastrata valuta: il Bolivar. Colui che cinque anni fa avesse investito in titoli venezuelani denominati in valuta locale una parte dei propri risparmi, oggi si ritroverebbe con un valore quasi nullo di quella somma. Il Bolivar è un caso limite, che raramente si verifica nello scenario internazionale, ma può dare un’idea del livello di rischio associabile al cambio.
Tuttavia, potrebbe succedere anche il contrario, con la divisa di riferimento capace di sperimentare una rivalutazione tale da dare ulteriore linfa alla performance del vostro investimento o, nella peggiore delle ipotesi, di compensare in tutto o in parte le perdite eventualmente accusate dal veicolo d’investimento prescelto. In altre parole, in tutti i casi in cui l’investimento sia denominato in una valuta diversa dall’euro, esiste un rischio di cambio derivante dall’andamento del cross con le altre valute.
Attualmente, in divise messe molto meglio di quella venezuelana, gli esperti individuano dei rischi nella lira turca, che si è lasciata alle spalle un 2018 molto negativo e presenta prospettive non certo brillanti per l’anno in corso. Gli errori di politica fiscale e monetaria si combinano con la presenza di un settore privato estremamente indebitato per quanto riguarda le emissioni denominate in divisa estera. La combinazione di questi fattori potrebbe spingere ulteriormente al ribasso la divisa turca. Le condizioni che provocarono il crollo dell’agosto 2018 continuano a permanere, in primis l’elevato tasso d’inflazione. Uno scenario forse ancora più complicato e dalle prospettive altrettanto fosche coinvolge il peso argentino.
La lira turca e il peso argentino non sono le sole divise da evitare per il 2019. Anche il rand sudafricano viene indicato come una divisa che ingloba rischi di deprezzamento molto elevati. Il paese sembra aver perso l’opportunità di realizzare riforme strutturali dopo il passaggio di consegna del potere avvenuto agli inizi del 2018. Gli esperti ritengono che gli elevati tassi d’interesse offerti dai titoli denominati in rand non saranno in grado di compensare le perdite che potrebbe accumulare la divisa africana nel corso del 2019.
Un’altra moneta rischiosa in questa fase di mercato sembra essere il dollaro australiano, che non dovrebbe beneficiare della crescita globale perché eccessivamente dipendente dalla spinta degli investimenti cinesi.
I rischi non si limitano a divise di paesi emergenti o di paesi industrializzati di seconda fascia, ma si estendono anche al dollaro Usa, ritenuto sopravalutato dalla maggior parte degli analisti dopo che la Fed ha annunciato un atteggiamento dovish in materia di tassi.