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Banca d’Italia: crescita modesta, in aumento nel 2025-26

Banca d’Italia prevede un recupero della domanda estera, sostenuto da condizioni finanziarie più favorevoli e misure espansive del Piano Strutturale di Bilancio. C’è aspettativa per un calo dei prezzi del petrolio e per la stabilità del gas naturale. L'occupazione continuerà a crescere, ma a ritmi più lenti.

23/10/2024
bandiera italiana su monete
Report di Banca d'Italia sullo stato attuale dell'economia

Nel 2024, l’aggiornamento delle proiezioni economiche di Banca d’Italia ricalca le precedenti: nello specifico, viene riportata una crescita del Pil dello 0,6%, con un incremento previsto dello 0,8% se si escludono le correzioni per le giornate lavorative. L’Istituto prevede un'accelerazione nel biennio successivo, con un'espansione cumulativa del prodotto superiore al 2%. Questa crescita, come spiega il nuovo report di Via Nazionale, sarà principalmente sostenuta dall'aumento dei consumi, alimentato dal recupero dei redditi reali e dalle esportazioni, a loro volta favorite da una crescente domanda estera. Tuttavia, l'attività economica potrebbe subire un impatto negativo a causa di un indebolimento degli investimenti nel settore abitativo, principalmente riconducibile a un ridimensionamento degli incentivi per l'edilizia residenziale.

L’inflazione rimarrà bassa

Orizzonte decisamente roseo per quanto riguarda i prezzi al consumo, con l'inflazione che si prevede rimanga bassa a un tasso dell'1,1% quest’anno e dell'1,6% sia nel prossimo anno che nel 2026. Questa diminuzione rispetto all'anno precedente, secondo la stima di Banca d’Italia, sarà principalmente attribuibile al calo dei prezzi dei beni energetici e dei costi intermedi. Le pressioni salariali generatesi dall’accelerazione delle retribuzioni saranno in gran parte compensate da una riduzione dei margini di profitto e dal recupero – nel nostro Paese - della produttività. In sintesi, l'economia italiana sembra destinata a una moderata ripresa, supportata dai consumi e dall’export, mentre il mercato immobiliare e l'inflazione rimangono sotto osservazione per le loro potenziali implicazioni sul potenziale della crescita futura.

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Domanda estera in recupero, petrolio atteso in calo

Rispetto alle proiezioni di giugno, la crescita del Pil per il biennio 2025-26 è prevista leggermente superiore, grazie alle misure espansive del PSB, Piano strutturale di bilancio di medio termine e a condizioni finanziarie più favorevoli. Lo scenario contempla un graduale recupero della domanda estera, ma deve essere inquadrato con la presenza di un incerto scenario geopolitico, con possibili tensioni significative sui mercati delle materie prime energetiche e su quelli finanziari. Secondo i contratti futures, i costi del greggio dovrebbero diminuire nel prossimo triennio, mentre si prevede una sostanziale stabilità per quelli del gas naturale. Intanto, i costi di finanziamento per imprese e famiglie sono destinati a rimanere elevati quest'anno, ma è attesa una loro riduzione nel corso del prossimo biennio.

I consumi corrono più del Pil

I consumi delle famiglie, quest’anno rimasti stagnanti, dovrebbero aumentare nel prossimo biennio a tassi lievemente sopra quelli del Pil, grazie al recupero del potere d’acquisto. Gli investimenti risentiranno ancora di condizioni di finanziamento restrittive, sebbene in via di miglioramento e del ridimensionamento degli incentivi per la riqualificazione delle case. Tuttavia, il PNRR continuerà a dare un impulso positivo alla nostra economia. L’export accuserà un lieve calo quest'anno, ma tornerà a crescere gradualmente nel 2025-26. Le importazioni, dopo il forte calo visto nella prima metà dell'anno, aumenteranno a tassi simili a quelli delle vendite all’estero nel prossimo biennio. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti continuerà a migliorare, avvicinandosi all'1,5% del PIL entro il 2026.

Mercato del lavoro ancora robusto

Banca d’Italia nel triennio prevede che l’occupazione continuerà a crescere, anche se con ritmi più lenti rispetto a quelli del 2023. Il tasso di disoccupazione, che era del 7,7%, scenderà quest’anno al 6,7% e al 6,3% nel biennio successivo. Lo scenario, sottolinea Banca d’Italia, è influenzato da un elevato livello di incertezza globale. Fattori come la debolezza economica cinese, le guerre in Ucraina e Medio Oriente e le tensioni commerciali potrebbero ostacolare la ripresa del commercio globale. La domanda interna potrebbe subire un impatto maggiore del previsto dalle condizioni monetarie e finanziarie restrittive e dal ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni.

Le incertezze relative all’inflazione derivano dalle tensioni internazionali, che potrebbero provocare rincari delle commodity e dei beni intermedi. Inoltre, sviluppi sfavorevoli per la domanda interna ed estera potrebbero influenzare negativamente i salari, i margini di profitto delle aziende e, a valle, i prezzi al consumo.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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