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Tassi: con i tagli, chi vince e chi perde tra bond, Borsa e liquidità

I cicli di taglio dei tassi portano a più disoccupazione e a cali dell'inflazione, influenzando negativamente i bond high yield. Tuttavia, solide performance aziendali e valutazioni basse possono rendere le azioni competitive rispetto ai bond. Si dovrebbe ridurre l'esposizione a asset a tasso variabile.

24/10/2024
grafici e broker al lavoro
Analisi di T. Rowe Price su chi vince e chi perde con il taglio dei tassi

Il contesto economico attuale è unico e non ha analogie storiche perfette, ma ci sono insegnamenti che possono arrivare dai cicli passati di tagli dei tassi d’interesse (dodici negli ultimi 70 anni). Sébastien Page, CIO e head of global multi-asset di T. Rowe Price, segnala che i bond hanno costantemente sovraperformato la liquidità durante questi 12 cicli di taglio della Fed, con una media dell'8,1% annuo. Si prevede che le obbligazioni possano tornare a essere fattori di diversificazione rispetto alle azioni, quando i mercati (esauriti gli effetti degli stimoli senza precedenti post-Covid) inizieranno a concentrarsi maggiormente sulla crescita anziché sull'inflazione che, per altro, a livello globale sta ampiamente viaggiando verso i target ufficiali.

La nuova opportunità dei bond

Attualmente, i rendimenti dei Treasury Usa a 10 anni sono bassi, livello che suggerisce cautela nelle allocazioni. La performance delle Borse e dei bond high yield è stata generalmente inferiore durante i cicli di taglio, con le azioni che sovraperformano in media le obbligazioni nel lungo periodo. L'allocazione tattica dovrebbe considerare la direzione dei tassi e la sensibilità delle asset class a queste variazioni. Le small-cap sono diventate più sensibili ai tassi rispetto alle large-cap e le dinamiche tra titoli growth e value si sono invertite. In sintesi, secondo Page, i bond potrebbero offrire opportunità migliori rispetto alla liquidità durante i cicli di tagli e una possibile riallocazione potrebbe avvenire se i rendimenti risalissero al 4,5%-5%.

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La correlazione tra mercato del lavoro e obbligazionario

Per ponderare al meglio cosa mettere in portafoglio, suggerisce l’esperto, vale la pena non perdere di vista il quadro macro. Nel corso dei cicli di riduzione dei tassi da parte della Fed, si è osservato un aumento della disoccupazione e un contestuale calo dell'inflazione, situazioni che hanno portato storicamente a performance negative per il comparto high yield, mentre le azioni hanno talvolta reso meno delle obbligazioni. Tuttavia, aggiunge Page, considerando i solidi profitti aziendali, le valutazioni favorevoli in alcune aree di mercato e gli investimenti continui nell'intelligenza artificiale, mantenendo una posizione neutrale (con una lieve sovrapposizione rispetto alle allocazioni target), si potrebbero valutare le azioni in modo simile alle obbligazioni.

I rendimenti dei bond battono la liquidità

È fondamentale ricordare che, come accennato, storicamente i bond hanno sempre superato la liquidità durante i cicli di tagli. Anche in condizioni di inversione della curva dei rendimenti, infatti, le obbligazioni hanno continuato a sovraperformarla (all’inizio di 5 dei 12 cicli presi in esame), con il 7,8% come rendimento medio. Se, poi, i rendimenti dovessero salire al 4,5%-5%, si potrebbe considerare di riallocare la liquidità verso un portafoglio obbligazionario diversificato. Ma, attenzione, cercando il punto d’ingresso ideale. Attualmente, il rendimento dei Treasury USA a 10 anni è sotto il 4%, sui minimi annuali. Se le negoziazioni continueranno a muoversi all'interno di un range, come nei due ultimi anni, è probabile che la prossima tendenza sia al rialzo.

Posizione sottopesata sulla duration

Gli investitori a lungo termine, meno influenzati dal punto d’ingresso, potrebbero approfittare per entrare, mentre si prevede che i tagli della Fed possano restringere questo range nel tempo. Al contrario, gli investitori più tattici potrebbero preferire aspettare un rialzo dei rendimenti, che potrebbe avvenire attorno al 4,5%-5%, in coincidenza con le elezioni o a seguito di un incremento dei prezzi del petrolio dovuto a fattori geopolitici. Per ora, T. Rowe Price mantiene una posizione sottopesata sulla duration e si prepara ad un eventuale aumento dell'inflazione. Considerando che il rendimento a 10 anni è attualmente troppo basso per giustificare un passaggio dalla liquidità ai bond, si suggerisce di monitorare attentamente l'evoluzione del quadro.

Con tassi in calo sottopesare asset a tasso variabile

Intanto, il premio di rischio azionario è diminuito, con le azioni che hanno sovraperformato le obbligazioni del 2,2% annuo nei cicli di taglio della Fed, superando i bond nel 58% dei casi. Dal 1940 al 2024, la sovraperformance delle azioni è stata del 7,3% annuo. Durante il ciclo di tagli, le obbligazioni high yield, rispetto alle investment grade, sono state generalmente in ritardo, con una sottoperformance del 7,2%. Ma un calo dei tassi potrebbe aumentare le loro valutazioni, ma se questo fosse causato da una frenata economica, la duration potrebbe diventare negativa. Comunque, in un contesto di tassi in calo, si consiglia di aumentare gli asset con duration positiva, come i Treasury a lungo termine, mentre si dovrebbero sottopesare - secondo Page - i comparti a tasso variabile.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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