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Bce: nuovo rialzo dei tassi che ne anticipa un altro per marzo
Nuova stretta del credito nell’Eurozona poiché la fiammata dell’inflazione non si placa. La Bce ha alzato i tassi di 50 punti base, portando il saggio di riferimento al 3 per cento, e ha anticipato un altro ritocco simile per marzo. Dopo maggio è atteso un cambio di passo da parte della Fed.
La rincorsa della Bce nel mettere le briglie all’inflazione è senza soluzione di continuità: il 2 febbraio scorso – in linea con le attese - ha alzato di nuovo i tassi di interesse, di 50 punti base, e programma un altro ritocco per marzo. Il Consiglio direttivo dell’Istituto ha infatti già annunciato che i tassi saranno alzati - di ulteriori 50 punti base - nella riunione in calendario nel prossimo mese, e poi valuterà la successiva evoluzione della propria politica monetaria. L’obiettivo dell’Istituto resta sempre lo stesso: riportare l’indice dei prezzi al consumo nel target di riferimento del 2%. Mantenere i tassi d’interesse su livelli restrittivi farà diminuire – si legge in una nota ufficiale – nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative d’inflazione.
Il picco atteso a primavera
In ogni caso, precisano dal Consiglio direttivo, sarà mantenuta la rotta nel continuare ad aumentare i tassi e – comunque - le sue successive decisioni in materia rifletteranno l’andamento del quadro congiunturale e saranno prese di volta in volta, in ogni riunione. Intanto, a partire dall’8 febbraio nell’Eurozona i saggi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginali e sui depositi presso l’Eurotower si portano rispettivamente al 3, al 3,25 e al 2,50 per cento. Di questo passo, secondo alcuni esperti, il tasso principale dovrebbe toccare il picco del 3,50% nel corso della prossima primavera. A questo proposito, dice Mark Dowding, CIO di BlueBay, la Bce sta giocando a rimpiattino con la Federal Reserve e, dato che molti prevedono che l’Eurozona supererà gli Usa nel 2023, in un momento in cui l’inflazione rimane più elevata, è comprensibile che la Presidente della Bce, Christine Lagarde, possa decidere, per il momento, di mantenere ancora un atteggiamento da falco.
La Fed potrebbe cambiare passo dopo maggio
Dall’altra parte dell’Oceano arrivano intanto segnali un poco contradditori: i rendimenti dei Treasury sono scesi dopo la riunione del FOMC, con una solida performance degli asset di rischio. In generale, secondo Dowding, il messaggio del Presidente della Fed, Jerome Powell, non è cambiato. La Federal Reserve segnala sempre che ci si potrebbe aspettare un paio di ulteriori rialzi (di 25 punti base) a marzo e maggio, che porteranno il tasso effettivo dei fondi sopra al 5%, prima che la policy passi alla fase di sospensione. Per il futuro, la Fed sembra impegnata a mantenere i tassi a questo livello per un periodo prolungato, in linea con il suo ultimo ‘dot plot’ di dicembre. Tuttavia, sottolinea il CIO di BlueBay, Powell sembra anche propenso a intraprendere un percorso più dovish, se l’inflazione dovesse risultare inferiore alla traiettoria prevista. In questo modo, ha evidenziato i rischi di inflazione rispetto alla valutazione del Comitato, che ora sono al ribasso, senza fare molti riferimenti ai rischi di rialzo.