- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Bce: pronta a tutto per sostenere i cittadini
La Bce immette ancora ‘ossigeno’ sui mercati affinché superino senza grossi traumi l’attuale emergenza sanitaria, con un’azione mirata ad ampliare la capacità delle banche a fare prestiti ai privati e alle imprese. Nella riunione dello scorso 30 aprile, l’Istituto ha confermato i tassi: quello sulle operazioni di rifinanziamento principali a zero, quello sui depositi a -0,50% e quello sui prestiti marginali allo 0,25%. L’Eurotower ha inoltre allentato le condizioni applicate sulle Tltro – le maxi-aste di liquidità - per il periodo tra il prossimo giugno e il giugno del 2021: i tassi che saranno applicati alle prossime aste saranno inferiori di 50 punti base al saggio delle aste principali.
La politica monetaria resterà accomodante
La Bce ha lasciato intendere che la sua politica monetaria rimarrà super-accomodante ancora a lungo. Il Consiglio direttivo, infatti, stima che i tassi si mantengano su livelli pari o inferiori agli attuali “finché non vedrà le prospettive d’inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo, ma inferiore, al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell'inflazione di fondo”. Target lontani, tenuto conto che - secondo le stime flash dell’Eurostat – i prezzi al consumo in aprile sono cresciuti dello 0,3% mensile (+0,5% in marzo) con l’inflazione tendenziale attesa dunque allo 0,4% (in calo dallo 0,7% del mese precedente).
Se necessario sarà aumentato programma pandemico Pepp
La Presidente della Bce, Christine Lagarde, ha rimarcato di essere “pronta ad aumentare l’entità del programma pandemico di acquisti (Pepp) e ad adeguare la composizione nella quantità necessaria e per tutto il tempo necessario”. La numero uno dell’Eurotower, dopo la disastrosa conferenza stampa di marzo (quella in cui pronunciò parole che scatenarono panico sui mercati e alzare lo spread), è corsa in qualche modo ai ripari. Da un lato ha affermato che la Banca centrale è pronta “a fare tutto il necessario, nell'ambito del suo mandato, per supportare i cittadini in questa fase e assicurare che la nostra politica monetaria sia trasmessa a tutte le parti dell’economia e a tutte le giurisdizioni”.
Lagarde, abbiamo operato su spread e continueremo a farlo
Dall’altro ha assicurato che “non verrà tollerato alcun rischio di frammentazione dell’area dell’euro”, rilevando come “il modo in cui si sono mossi i rendimenti di molti titoli emessi dai Governi nel corso delle ultime settimane” rifletta “le azioni che abbiamo intrapreso”. Rispondendo a una domanda sul ruolo dell’Istituto per contrastare l’aumento degli spread, ha detto che “abbiamo usato la capacità di influenzare tutta la curva dei rendimenti in ogni giurisdizione e useremo tutta la flessibilità implicita nel nostro mandato per continuare a farlo”. Concetto che è stato ribadito quando ha sottolineato “abbiamo usato la flessibilità dei nostri programmi, a partire dal Pepp e, credetemi, continueremo a farlo”.
Contrazione Pil senza precedenti in tempo di pace
Ahimè i numeri impietosi richiamano l’attenzione alla cruda realtà. La stessa Lagarde, nel corso della conferenza stampa ha indicato che il Pil dell'Eurozona accuserà quest’anno un calo compreso fra il 5% e il 12% a causa del blocco delle attività economiche provocato dal coronavirus. In qualsiasi caso, ha aggiunto, la contrazione in corso non ha precedenti in tempi di pace, così come velocità e entità delle ripresa rimangono altamente incerte. I dati diffusi dall’Eurostat vanno in questa direzione: nel primo trimestre il Pil dell’Eurozona è infatti calato del 3,8% e del 3,5% nell’Ue su base congiunturale (rispettivamente +0,1% e +0,2% nel quarto trimestre 2019).
Crollo storico (più ampio dal 1985) per fiducia nell’economia
Ancora più significativo in prospettiva, perché relativo al mese di aprile, è l’andamento dell'indice Esi della Commissione Ue, che misura la fiducia nell'economia: crollato di 27,2 punti a quota 67 punti. Nella Ue di 28,8 punti portandosi a quota 65,8. Si tratta del declino mensile più forte mai registrato (dal 1985) che supera i dati già negativi di marzo. L'indicatore si trova adesso molto al di sotto della media di lungo termine di 100 punti e molto vicino ai livelli più bassi registrati nella grande recessione del marzo 2009. Le flessioni più ampie sono state accusate in Olanda (-32,6 punti), Spagna (-26) e Francia (-16,3). In Italia non sono stati raccolti dati a causa delle misure di confinamento.