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Bond corporate: migliori le prospettive in Europa
Nonostante le recenti sfide, ci sono buoni motivi per essere ottimisti sui bond corporate europei. Si stima che le banche locali siano meno vulnerabili rispetto a quelle Usa, il settore energetico ha mitigato l'incertezza dei prezzi e ci sono segnali di miglioramento nella situazione in Ucraina.
Dal confronto delle valutazioni delle società europee con quelle statunitensi emerge un quadro interessante. Oggi, sostiene Tom Moulds, senior portfolio manager investment grade di RBC BlueBay, sembra che le opportunità siano più allettanti da questa parte dell’Atlantico. Una considerazione che spicca chiaramente quando viene esaminato lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato europei e quelli dei bond corporate statunitensi, con uno scarto di circa 25-30 punti base a favore degli europei. Senza contare che, nell'ultimo anno, questo divario è stato ancora maggiore, contrariamente alle aspettative storiche in cui si presumeva che gli spread fossero costantemente a vantaggio degli Stati Uniti.
I tre fattori che hanno finora frenato l'Europa
In generale, ci si aspetterebbe che le società europee vengano scambiate su livelli inferiori rispetto a quelle Usa, perché la duration media del mercato dei bond corporate statunitensi è più lunga di due anni e con un rating creditizio medio analogo. Tuttavia, secondo il gestore, questi rendimenti più elevati sui bond europei rappresentano un'opportunità, in quanto esiste una buona probabilità che questa asset class registri in futuro una sovra-performance. Ma prima di tutto, per comprendere meglio il perché gli spread europei potrebbero migliorare, Moulds ritiene che si debba capire cosa li ha spinti al rialzo. I fattori sono tre: la guerra, l’abbondante offerta di bond e la crisi bancaria.
La guerra in Ucraina e l’abbondante offerta
Il conflitto in Ucraina ha provocato l’iniziale allargamento dello spread. Nel 2022, i bond europei hanno subito una sotto-performance per la vicinanza alla regione di guerra e per l'impatto che questa avrebbe avuto sulle società. Ne è la prova che settori come l'industria e le utility, fortemente collegati ai corsi energetici volatili, sono i principali responsabili della performance negativa. In un secondo momento, quando la componente energia ha iniziato a migliorare, è entrato in gioco il secondo elemento: l’aumento delle emissioni di bond del mondo della finanza, dopo la scarsa attività sul mercato primario che ha caratterizzato il 2022 (tra gli anni peggiori per i rendimenti del reddito fisso).
La crisi del settore bancario
Tuttavia, quando a fine 2022 il quadro è migliorato, le banche europee sono tornate a emettere debito senior non privilegiato per rispettare i requisiti di capitale previsti dalla normativa, determinando un continuo ri-prezzamento del mercato a seguito del corposo flusso di nuove obbligazioni finanziarie. E arriviamo alla terza sorpresa negativa: la forte volatilità del settore bancario acuitasi in marzo col crollo della statunitense Silicon Valley Bank e, a stretto giro, con il salvataggio del Credit Suisse. Ciò ha comportato che le società europee continuassero ancora a essere negoziate a prezzi più bassi rispetto a quelle Usa, con un'offerta finanziaria sempre elevata. Questa tendenza prosegue ancora oggi.
I motivi dell’ottimismo
Per quanto riguarda il futuro, secondo Moulds ci sono buoni motivi per ritenere che i titoli corporate europei possano registrare un rimbalzo. In primo luogo, perché tra le banche europee sembra improbabile che si verifichi una situazione simile a quella che ha determinato il crollo del Credit Suisse. Il numero limitato di istituti, spesso grandi e ben capitalizzati, rende il sistema più robusto rispetto a quello Usa. Questo, secondo il gestore è emerso chiaramente dopo il salvataggio di Credit Suisse, quando era evidente che Deutsche Bank e Société Générale fossero i candidati più probabili a subire una pressione di mercato e che, invece, hanno mostrato di essere più solidi e redditizi di quanto temuto.
Migliorano le opportunità anche per il settore energetico
Nel settore energetico, sebbene permangano alcuni timori, c’è stato un progresso importante rispetto ai prezzi elevati del 2022. Le società hanno migliorato le coperture per proteggersi dai cambiamenti nei costi dell'energia, rendendo meno probabile un impatto significativo sulla volatilità. Infine, la situazione in Ucraina mostra segnali di miglioramento che, stima Moulds, possono portare a un calo delle tensioni entro fine anno, contribuendo a ridurre la pressione sull'energia. In conclusione, nonostante le sfide che hanno portato a un allargamento degli spread europei rispetto agli Usa, secondo il gestore ci sono buone ragioni per credere che le opportunità di investimento nei titoli corporate europei possano migliorare nel prossimo futuro.