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Borsa: perché investire in società quando iniziano a crescere
Gli esperti suggeriscono di investire nelle società che hanno buone potenzialità di crescita, valutando attentamente i loro fondamentali e rimanendo calmi nei momenti volatili del mercato. Alcune tra le società monitorate: Atlassian, HubSpot, Tesla, Shopify e NVIDIA.
La politica monetaria restrittiva della Fed ha provocato un sommovimento in Borsa: i titoli di molte società in rapida crescita di tutti i settori hanno subito una flessione, poiché l’aumento dei tassi ha spinto a privilegiare imprese che generano flussi di cassa nel termine rispetto a quelle con un potenziale di guadagno molto più elevato in futuro. La mossa della Fed, infatti, prospetta, un rallentamento della crescita degli utili, man mano che si affievolisce il rimbalzo creato dalla pandemia soprattutto per molte aziende attive sul web. Senza contare che, quest’anno, dal confronto dei risultati con quelli del 2021 (dopati dal fortissimo rimbalzo seguito all’anno del Covid) sarà difficile capire quali tassi di crescita sono strutturali o sottostanti.
Attenzione ai fondamentali e pazienza con la volatilità
Nonostante queste sfide, Alan Tu, portfolio manager, global technology equity strategy di T. Rowe Price, conferma il suo approccio agli investimenti, che si basa su due pilastri: un’attenta ricerca sui fondamentali ed essere pazienti nei momenti di volatilità. Negli ultimi mesi l’atteggiamento di Wall Street è stato l’opposto: meno incline a guardare al potenziale di guadagno futuro. In altre parole, gli investitori hanno ridotto la loro duration per concentrarsi sulla redditività attuale. Il gestore, per suffragare la sua tesi, porta 5 esempi che dimostrano l’importanza di investire in aziende proprio all’inizio del loro percorso di crescita: Atlassian, HubSpot, Tesla, Shopify e NVIDIA.
Atlassian e HubSpot
Il primo esempio riguarda Atlassian, azienda leader nel settore tecnologico, il cui software per lo sviluppo di applicazioni, Jira, è diventato uno strumento fondamentale per i programmatori. Atlassian è pioniera di un modello di business unico, che rinuncia ai tradizionali rappresentanti di vendita e si affida al prodotto affinché "si venda da solo" tramite il marketing e il passaparola. HubSpot sta guadagnando importanza tra i marketer che cercano di migliorare la presenza in rete della loro azienda: i suoi servizi consentono di attirare visitatori e convertirli in clienti. Inoltre, ha lanciato da poco HubSpot Payments, che consente alle aziende di gestire facilmente gli acquisti digitali, un’operazione che può scoraggiare molte piccole imprese e anche i loro clienti.
Tesla e Shopify
La presenza di Tesla è tra le più pesanti nel portafoglio di T. Rowe Price perché, sostiene il gestore, ha una buona posizione per ridurre i costi delle auto elettriche, che sono il principale ostacolo per i consumatori. Inoltre, l’azienda sta avviando la produzione su scala mondiale, mentre i suoi veicoli e batterie potrebbero svolgere un ruolo importante nel mercato dell’energia domestica e la visione del CEO, Elon Musk, sui veicoli autonomi continua a fare progressi. Shopify è una delle prime piattaforme commerciali omnichannel per i commercianti indipendenti. Il suo prodotto self-service basato su cloud ha sbloccato un ampio mercato di piccoli commercianti poco serviti e l’azienda ha sfruttato questo passo per rivolgersi a commercianti più grandi.
La differenza con la bolla tecnologica del 2000
Infine, c’è l’esempio di NVIDIA, passata in pochi anni dall’essere un produttore di chip per videogiochi a un’azienda all’avanguardia nello sviluppo di un’ampia gamma di semiconduttori. In parte, questo è dovuto al fatto che le sue unità di elaborazione grafica (GPU) si sono dimostrate molto adatte a gestire i carichi di calcolo estremi richiesti dall’Intelligenza Artificiale e dal Machine Learning: due settori dall’enorme potenziale futuro. I cinque esempi sono tutti legati al settore high tech ma, a differenza del 2000, ci sono notevoli differenze. Rispetto ad allora, oggi alcune di queste aziende sono già altamente redditizie. Ecco perché, suggerisce l’esperto, l’approccio all’investimento deve essere fatto valutando periodi di tempo più lunghi, in cui la crescita degli utili è stata storicamente il motore principale dei rendimenti.