- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Borsa: s’intravede la luce in fondo al tunnel
I fattori che hanno fiaccato i mercati si stanno attenuando. Grazie al rialzo dei tassi l’inflazione ripiega, i problemi alle supply chain vengono meno e l’attività in Cina è in ripresa. In questa fase l’analisi degli utili è fondamentale per capire se dirigersi sui titoli growth o su quelli value.
I venti contrari che nel recente passato hanno molto condizionato i mercati finanziari si stanno affievolendo. I diversi fattori che hanno prodotto un’elevata volatilità a livello macroeconomico (dall'impennata dell'inflazione alla conseguente aggressiva stretta creditizia delle Banche centrali, dalla guerra in Ucraina alla politica zero Covid della Cina) oggi presentano infatti una chiave di lettura meno negativa. È quanto sostiene Laurence Taylor, portfolio specialist di T. Rowe Price che, pur non escludendo la continuazione della volatilità, vede sempre più segnali che i venti contrari che hanno caratterizzato gran parte del 2022 cominceranno a dissiparsi nel corso dell'anno. E sono molti i motivi per credere che le cose stanno cambiando in meglio.
Diversi fattori dietro al ripiegamento dell’inflazione
In primo luogo, sono gli effetti che stanno avendo i ripetuti rialzi dei tassi d’interesse, ovvero il progressivo (anche se ancora lento) rientro delle tensioni inflative (dopo che queste hanno raggiunto il top degli ultimi 40 anni). L’esperto, mettendo in conto un probabile picco, prevede che l’inflazione si affievolirà, in parte a causa degli stessi fattori che hanno contribuito alla sua impennata. In particolare, i problemi di supply chain legati alla pandemia si stanno rapidamente attenuando con la riapertura della Cina, mentre il mondo impara a convivere con il Covid. Allo stesso tempo, Taylor rileva che la domanda è in calo mentre la disoccupazione è in aumento, a causa dei costi più elevati e delle prospettive di crescita ancora incerte.
I Fed Fund anticipano la fine del ciclo rialzista dei tassi
Sono fattori che dovrebbero contribuire a raffreddare le tensioni, così come il fatto che i prezzi delle materie prime si siano nel frattempo indeboliti (in particolare, la dinamica delle quotazioni del petrolio che si sta riflettendo positivamente sui costi dei carburanti). Sicuramente questi fattori richiedono tempo per alimentare forze neutrali e potenzialmente disinflazionistiche, ma è prevedibile che entro l'estate saremo probabilmente a questo punto, anche prima che altre forze disinflazionistiche derivanti da parti del mondo a bassa crescita inizino a esercitare la loro influenza. Il segnale, secondo Taylor, potrebbe arrivare dal tasso dei Fed Fund Usa: un’inflazione sotto il loro livello starebbe a indicare il culmine del ciclo di politiche monetarie restrittive.
Titoli growth contro titoli value: la svolta?
Lo scorso anno i titoli growth hanno accusato una sostanziale sottoperformance rispetto ai value e difensivi, con un forte calo dei multipli di valutazione delle società growth rispetto ai livelli pandemici. A penalizzarli è stato il vertiginoso rialzo dei tassi che, tradizionalmente, più sono elevati più pesano su queste azioni. È sempre difficile prevedere una rotazione verso l'uno o l'altro stile ma, sostiene Taylor, con le valutazioni dei titoli difensivi ora elevate e con i settori energetici e difensivi ben presidiati, questi titoli oggi hanno margini di apprezzamento più bassi. Allo stesso modo, osserva, sebbene esista ancora un premio evidente nei segmenti dell'universo growth, tale premio si è notevolmente ridotto rispetto ai titoli value.
Torna a farsi preponderante l’analisi degli utili
Considerato che storicamente gli investitori si concentrano di più sul ribasso degli utili di tutto il mercato (sia per titoli value che per quelli growth), in T. Rowe Price si ritiene che la resilienza dei profitti e le società in grado di mantenere invariati i rendimenti per gli azionisti diventeranno ancora più importanti. L’esperto non intende suggerire una scelta di stile specifica, ma ritiene che questo sia un momento in cui il mercato potrebbe tornare a considerare gli utili come il motore dei rendimenti azionari, in quello che probabilmente sarà un mondo a bassa crescita o in recessione. Se le Borse diventeranno meno direzionali, la selezione dei titoli avrà un'importanza maggiore, così come la capitalizzazione dei rendimenti per gli azionisti.