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Reti: valorizzazione trascinata dal risparmio gestito
La fiducia degli investitori si conferma con la loro forte adesione al risparmio gestito che, nel 2022, ha assorbito due terzi delle risorse. Complessivamente la valorizzazione del portafoglio clienti delle reti si è attestata a 700 miliardi. La liquidità nel portafoglio è del 17,4 per cento.
Cambia il sistema di calcolo, ma il portafoglio dei risparmiatori seguiti dai consulenti finanziari degli intermediari associati porta a casa un bilancio di tutto rispetto: nel 2022 consegue una valorizzazione complessiva pari a circa 700 miliardi di euro (698,87 miliardi per la precisione). Nello specifico, il valore tiene conto dei recenti cambiamenti nella compagine associativa che si riflettono nel nuovo assetto campionario nel quale gli strumenti finanziari, gestiti e amministrati, le gestioni individuali e i prodotti assicurativi/previdenziali valgono, nel loro insieme, 577,2 miliardi di euro, con un’incidenza che si consolida all’82,6% e che risulta superiore di 0,4 punti percentuali rispetto al dato complessivo rilevato a settembre.
Dal nuovo perimetro, la liquidità pari al 17,4%
Il dato di dicembre conferma, corroborato anche dalla tendenza osservata nel corso dell’intero anno, la crescente fiducia degli investitori nella figura di un intermediario professionista (a lui delegano le strategie e il relativo rapporto col fisco). Il nuovo perimetro di rilevazione, precisa l’Associazione di categoria, dimostra infatti la centralità assunta dai prodotti del risparmio gestito nel portafoglio dei clienti delle Reti, coinvolgendo due terzi delle risorse investite: la valorizzazione delle posizioni è pari a 460,9 miliardi e rappresenta il 65,9% del portafoglio. Gli strumenti finanziari amministrati coinvolgono il 16,6% del patrimonio, con risorse per 116,3 miliardi, mentre la liquidità si attesta a 121,7 miliardi, con un’incidenza pari al 17,4%.
La diversificazione come strategia di lungo periodo
Piena soddisfazione per questi risultati è espressa dal presidente di Assoreti, Paolo Molesini, secondo cui è messaggio importante quello che le reti associate trasmettono con questi risultati. Infatti, ha sottolineato, a prescindere dal nuovo perimetro di rilevazione, questa performance mantiene alto il valore del patrimonio dei clienti, perseguendo una diversificazione di qualità dei portafogli nell’ottica della progettazione di medio lungo periodo, nell’interesse dei clienti. I risultati conseguiti, inoltre, acquisiscono maggiore valore se vengono inquadrati con il complicato momento attraversato dall’economia mondiale e, di riflesso, dai mercati finanziari: condizione che suggerisce una risposta rapida nelle strategie d’investimento.
Risparmio gestito, dominano le gestioni collettive estere
Nel risparmio gestito il valore degli OICR, sottoscritti direttamente, risulta pari a 196,3 miliardi, con un’incidenza sul portafoglio del 28,1%. In particolare, le gestioni collettive aperte domiciliate all’estero si attestano a 172,2 miliardi (24,6% del patrimonio), i fondi aperti di diritto italiano valgono 21,1 miliardi (3%) e, per il nuovo campione, la valorizzazione in fondi chiusi è di 2,9 miliardi. Sulle gestioni individuali sono investiti 72,8 miliardi (10,4% del portafoglio), con un sostanziale equilibrio tra GPF (37,5 miliardi) e GPM (35,3 miliardi). Il comparto assicurativo/previdenziale vale 191,8 miliardi (27,4%), le unit linked 90,2 miliardi, le polizze vita tradizionali 46,6 miliardi e i prodotti multi-ramo 39,2 miliardi.
Risparmio amministrato, la Borsa sempre al centro
Nel complesso, il contributo complessivo delle reti al patrimonio investito in OICR aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è pari a 373,9 miliardi di euro, con un’incidenza del 34,8% sul patrimonio totale investito in fondi (patrimonio pari a 1.074,7 miliardi di euro – dato provvisorio). A fine 2021 l’incidenza era del 35,8%. Per quanto riguarda il risparmio amministrato, tra gli strumenti finanziari si conferma il maggiore orientamento all’investimento in azioni, sulle quali sono posizionati 45,9 miliardi, e in titoli di debito, con una valorizzazione complessiva di 47,3 miliardi, tra titoli di Stato (26,9 miliardi) e bond corporate (20,4 miliardi), seguono exchange traded product (8,8 miliardi) e certificate (7,9 miliardi).