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Borse: il coronavirus spinge gli investitori a realizzare
L'ultima parte del 2019 e l'inizio del nuovo anno sono stati segnati da una dinamica positiva dei mercati azionari mondiali che, ora, sembra essersi bloccata a causa del Coronavirus. La pandemia, infatti, ha riacceso i dubbi sull’andamento della congiuntura, alimentando la speculazione sui mercati.
I mercati azionari mondiali, dopo un brillante inizio d’anno, hanno bruscamente perso la forza che avevano trovato nell’ultima parte del 2019 sulla conclusione positiva della prima fase di colloqui tra Stati Uniti e Cina (formalizzata con la firma di un accordo lo scorso 15 gennaio). Alla dinamica positivia hanno sicuramente contribuito anche alcuni importanti indicatori anticipatori, che hanno confermato la ripresa economica in atto sia in Europa sia dall’altra parte dell’oceano. La spinta però, come detto, si è poi fermata a causa del coronavirus che ha riacceso i dubbi sull’andamento della congiuntura, almeno nel breve termine. La mancanza di informazioni precise sulla capacità di penetrazione dell’influenza e la pericolosità del contagio hanno infatti alimentato (oltre che le fake news) la speculazione sui mercati.
Gli investitori pronti a monetizzare i guadagni
Il punto della situazione è stato fatto, tra gli altri, da Eurizon Asset Management, secondo cui “in uno scenario di riferimento che risulta favorevole in ottica di medio termine, il principale elemento di fragilità appare legato a un movimento di breve periodo dei mercati azionari piuttosto ‘tirato’”. Anche perché, sottolinea l’analisi mensile, “diversi indicatori di natura tecnica mostrano che l’apprezzamento delle azioni negli ultimi mesi è risultato particolarmente veloce e questo, in base all’esperienza storica, aumenta le probabilità di correzioni di natura temporanea”. In altre parole, gli investitori potrebbero cogliere il momento per realizzare quanto guadagnato nell’ultimo periodo. Per quanto riguarda l’influenza da coronavirus, secondo gli analisti “può rappresentare un elemento temporaneo di incertezza” anche se, al momento, “non sembra avere il potenziale di interrompere la ripresa globale”.
Amundi, debolezza e volatilità possono essere un’opportunità
Ne è convinto anche Stefano Castoldi, della direzione investimenti di Amundi Sgr, secondo cui “la situazione è in evoluzione ed è presto per trarre conclusioni, ma non dobbiamo cedere al pessimismo. A meno che la diffusione del virus non faccia completamente deragliare la crescita globale - scenario questo che ad oggi ci appare improbabile - la debolezza e la volatilità degli attivi rischiosi ci offriranno opportunità di acquisto nelle aree che nel medio-lungo termine mantengono fondamentali interessanti, come per esempio i Paesi emergenti".
Economia e Usa-Cina saranno i temi operativi del dopo-virus
L’attenzione degli investitori, superato l’ostacolo del virus 2019-nCoV, tornerà così a concentrarsi sull’andamento dell’economia e sul tema delle relazioni commerciali tra Usa e Cina. Quest’ultimo fronte, comunque, non dovrebbe rappresentare un particolare problema poiché i due Paesi hanno sicuramente l’obiettivo comune di trovare un’intesa (per altro più conveniente per l’Amministrazione statunitense, in concomitanza con le elezioni presidenziali del prossimo autunno). Sul fronte europeo invece stanno scemando le tensioni per la Brexit: adesso che l’uscita dall’Ue è sancita “c’è - secondo Hans-Joerg Naumer (Allianz Global Investors) - un maggiore grado di prevedibilità”.
Alla luce dei minori rischi geopolitici è prevedibile, stima l’esperto, “un miglioramento del sentiment in ambito industriale e un atteggiamento di minore prudenza, ad esempio per quanto riguarda gli investimenti tecnici. Simili sviluppi sarebbero positivi per l’economia”, che per altro oggi già poggia su basi favorevoli per quanto riguarda la politica monetaria di Bce e Fed.