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Borse: niente panico, siamo investitori sul lungo termine
Il Coronavirus preoccupa gli investitori, nonostante i mercato azionario punti al ribasso. Ieri per tutte le Borse mondiali è stata una giornata da incubo perchè c’è stato il dominio delle vendite ma, buona parte dei ribassi riflette anche l’assenza di acquisti anche ai minimi prezzi.
I timori per le conseguenze del coronavirus sull’economia mondiale stanno dettando il ritmo ‘ribassista’ dei mercati azionari. In questo momento gli investitori dovrebbero guardare sul lungo termine senza, come consigliano gli esperti, lasciarsi prendere l’ondata di pessimismo che sta stravolgendo i mercati e poggia soprattutto su fattori emotivi. Ieri per tutte Borse mondiali è stata una giornata tremenda, da incubo riferiscono alcuni operatori di Piazza Affari. Non solo c’è stato il dominio delle vendite ma, buona parte dei ribassi, riflette anche e soprattutto l’assenza dal lato degli acquisti anche ai minimi prezzi.
Per l’Italia in arrivo una recessione tecnica
Il bilancio è stato particolarmente pesante per la Borsa italiana, che ha cancellato in un sol colpo (-5,45%) il progresso maturato da inizio anno, accusando il più ampio ribasso dal giugno 2016. La difficoltà con cui cerca di reagire rispecchia i dubbi degli investitori circa le ripercussioni dell’influenza sull’economia, considerando che la decelerazione era iniziata nel quarto trimestre del 2019 (segno negativo per il Pil). L’impatto, secondo Massimiliano Maxia, senior fixed income product specialist di Allianz Global Investors, sarà sicuramente molto importante ed è probabile che l’Italia si avvii verso una recessione tecnica.
Lunedì nero per le Borse mondiali
Ma la giornata è stata difficile per tutte le piazze mondiali: da Francoforte (-4,01%) a Parigi (-3,94%), da Londra (-3,34%), da Hong Kong (-1,59%) a Singapore (-1,02%), da Bangkok (-2,2%) e Kuala Lumpur (-2,54%), da Seul (-3,74%) a Sydney (-2,28%), a Wall Street, che ieri ha accusato la peggiore seduta degli ultimi due anni (-3,56% il Dow Jones e -3,71% il Nasdaq). L’ondata di vendite non ha risparmiato nessuna piazza. Mentre è stata avvertita una timida reazione tecnica per alcune piazze minori, Tokyo - che ieri era rimasta chiusura per festività - oggi ha accumulato una perdita del 3,34%. Particolarmente penalizzati i titoli ciclici.
Gli strumenti preferiti: oro e bond
Gli investitori in massa sugli strumenti rifugio come l’oro e le obbligazioni, in particolare i treasury Usa e i bund tedeschi. Hanno abbandonato i petroliferi, le case automobilistiche, le imprese attive nel turismo: tutto questo mentre gli analisti invitano a non lasciarsi prendere dal panico poiché, ripetono, “misurare l’impatto del virus sulla crescita economica è difficile in questa fase”. Ne è convinto, tra gli altri, Salman Baig, portafolio manager e senior vice-president di Unigestion, secondo cui le infezioni al di fuori della Cina sta crescendo e questo, come visto, porta “a una ripresa dell’avversione al rischio”.
Fiducia nell’aiuto delle Banche centrali
Sangue freddo e fiducia nelle armi, se ne hanno, in possesso alle Banche centrali. L’epidemia di coronavirus, stimano gli esperti, fornisce infatti una nuova scusa agli Istituti di tutto il mondo per tenersi pronti o continuare l’iniezione di liquidità. La Banca centrale cinese ha già iniziato ad adottare misure in questo senso e dovrebbe continuare fino a quando non sarà messa alle spalle l’emergenza. Un atteggiamento che non sorprende. Bisogna però ricordare che, in passato, hanno reagito allo stesso modo: a ogni crisi un’azione più aggressiva per produrre gli stessi effetti. Bisogna chiedersi fino a quando questo ‘gioco’ potrà funzionare.