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Cina: l’economia è pronta a riaccelerare
Il Pil cinese, la cui frenata nel quarto trimestre 2021 è stata meno brusca del previsto, è pronto ad accelerare grazie all’ultimo taglio dei tassi e agli altri stimoli adottati dal Governo. Sul tavolo, secondo gli esperti, restano le incognite di export, crisi immobiliare e pandemia.
L’economia cinese è pronta a riconquistare il suo abituale ritmo sostenuto di crescita, come mostrano i macro-indicatori chiave, in linea con il miglioramento ciclico dell’attività emerso durante la scorsa estate. A corroborare lo sprint contribuiranno anche gli effetti dell’ultimo taglio dei tassi di interesse, che si aggiungono a quelli degli altri stimoli messi in atto dalle autorità. Un quadro che lascia ben sperare per i mercati finanziari, dopo che avevano, invece, subito il contraccolpo del rallentamento dell’economia nell’ultimo quarto del 2021. Inoltre, la frenata dell’export e i problemi nel settore immobiliare, stimano gli esperti, sembrano destinati a pesare solo nel breve.
Il Pil del quarto trimestre sorprende in positivo
David Rees, senior emerging markets economist di Schroders, rileva che il Pil cinese del quarto trimestre è migliore delle attese: la crescita è stata del 4% annuo (+4,9% del terzo trimestre), mentre il consenso puntava su un +3,6%. I dati mensili, spiega, mostrano che questa sorpresa al rialzo deriva in gran parte dal settore industriale (+4,3% annuo), supportato da una solida crescita delle esportazioni. L’economia cinese, con la performance degli ultimi mesi dell’anno, è così cresciuta nel 2021 dell’8,1%. Tuttavia, tra gli economisti c’è una certa preoccupazione per il rallentamento della congiuntura cinese, anche perché ci sono almeno tre motivi per credere che l’attività resterà debole nel breve periodo.
Tre incognite: export, crisi immobiliare e pandemia
Una delle incognite è l’export dei beni manifatturieri, principale driver di crescita durante la pandemia, che sembra destinato a ridursi (come suggeriscono i bassi livelli di nuovi ordini) nei prossimi mesi. È prevedibile che la frenata delle esportazioni porti a un deprezzamento del renminbi, che si è apprezzato bruscamente nel 2021. Rees rileva, a questo proposito, che la prospettiva di una moneta più debole abbia iniziato a essere discussa attraverso i canali ufficiali del Governo. Il secondo problema è rappresentato dalla crisi dell’immobiliare, che ancora condizionerà l’economia. Nonostante un marginale allentamento, la politica di Pechino nei confronti del settore resta rigida. Sul tavolo resta la minaccia, sempre presente, della pandemia. Nuovi focolai di Covid-19, secondo l’economista, probabilmente porteranno a periodiche fasi di disruption per l’attività.
Si vede comunque la luce in fondo al tunnel
C’è comunque una buona notizia: secondo Rees, la Cina vede la luce alla fine del tunnel. L'impulso al credito, che misura la crescita dei prestiti come quota del Pil, e l'M1 reale, che rappresenta il valore delle componenti più liquide dell'offerta di denaro (come la valuta in circolazione e i depositi overnight), sono aumentati. Questi indicatori, secondo l’esperto, hanno storicamente guidato l'attività per circa nove mesi e, di fatto, oggi suggeriscono che un miglioramento ciclico dell'attività economica inizierà a emergere verso la fine dell'estate dell'emisfero settentrionale. Rees si aspetta nei prossimi mesi ulteriori aumenti graduali per entrambi gli indicatori, man mano che la politica fiscale e monetaria diventeranno più favorevoli.