- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Confcommercio: indice disagio migliora ma non convince
Il miglioramento di agosto dell’indice MIC grazie al contributo di entrambe le componenti, il calo della disoccupazione e la tendenza deflazionistica dei prezzi, rischia di essere estemporaneo. In autunno è infatti atteso un suo peggioramento a causa degli effetti del Covid19.
L’indicatore che misura il disagio sociale in Italia migliora ma non convince: gli effetti nefasti della pandemia sull’economia si fanno sentire ancora, così come sono condizionanti le aspettative tutt’altro che positive dei cittadini nell’immediato futuro. In agosto, secondo l’indice MIC di Confcommercio, si è attestato infatti su un valore stimato di 21,9, in ridimensionamento di 2,6 punti da luglio. Pur se in miglioramento, sottolinea la nota, la situazione è connotata da molti elementi di fragilità, con una ripresa che appare ancora non particolarmente diffusa e che stenta a estendersi a molti settori dei servizi, soprattutto quelli ricettivi, come la ristorazione e la fruizione del tempo libero.
Prospettive per l’autunno rimangono difficili
In sostanza, l’indice MIC, che scaturisce da un’elaborazione dei dati dell’inflazione e della disoccupazione registrati nel mese di riferimento, ha beneficiato del contributo di entrambe queste componenti ma - come ammette la stessa Confcommercio – dopo un’estate in recupero le prospettive per l’autunno si confermano difficili. La quota di lavoratori il cui reddito è sostenuto dalla cassa integrazione e dai fondi di solidarietà, principalmente tra coloro che operano nelle piccole imprese, rimane infatti elevata. Non vanno comunque trascurati gli importanti segnali di vitalità del sistema espressi dalla ripresa della fiducia tra imprenditori e famiglie e dalla crescita dell’occupazione indipendente.
Tasso disoccupazione migliora al 9,7%
In agosto il tasso di disoccupazione si è attestato al 9,7%, in calo di un decimo di punto su luglio. Il dato riflette un recupero ulteriore dei livelli occupazionali (+83mila unità) associato ad una diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-23mila unità in termini congiunturali). Seppure nel confronto con febbraio rimane un gap importante (-359mila occupati e +69mila disoccupati), il mercato del lavoro sembra avviato a una ‘normalizzazione’, almeno per quanto riguarda la distribuzione tra le forze di lavoro e gli inattivi. Includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati, il tasso di disoccupazione risulta più elevato di 2 punti percentuali (11,7%) e comunque in aumento rispetto a luglio.
Il 95% dei fondi di solidarietà con causale Covid-19
Nonostante il ritorno alla normalità e il recupero degli occupati, si rileva ancora un deficit di ore lavorate pro capite. Il numero di scoraggiati si stima sia tornato ai livelli di inizio anno. Ad agosto le ore CIG autorizzate sono state oltre 186 milioni a cui si associano oltre 107 milioni di ore per assegni erogati da fondi di solidarietà. Del totale il 95% aveva causale Covid-19, confermando la situazione già rilevata nei mesi precedenti. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a oltre 800mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso al 17,4%.
Il settore servizi in grave sofferenza occupazionale
In agosto i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno registrato un calo dello 0,2% su base annua, accentuando la tendenza deflazionistica. A partire da questo report mensile, Confcommercio rende noto che - con cadenza trimestrale – pubblicherà anche un approfondimento sulle dinamiche occupazionali nei servizi. E nella nota riferita al mese di agosto segnala che nel secondo trimestre c’è stato un brusco calo degli occupati (-841mila unità nel confronto annuo, a causa delle molte attività rimaste chiuse per periodo e che ha coinvolto soprattutto il settore dei servizi (-810mila unità). All’interno dell’aggregato, spiccano in particolare la perdita di posti di lavoro nel commercio (191mila) e i servizi di alloggio e ristorazione (-246mila, pari al 16,2% degli occupati). Pesante il bilancio per la forza lavoro dei servizi alle imprese (-104mila). Relativa la tenuta (-19mila) registrata nei trasporti, comparto la cui attività è risultata cruciale per l’approvvigionamento dei prodotti essenziali e per le consegne a domicilio.