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Coronavirus: lo smart working cambierà il lavoro e il clima

Il Coronavirus ha modificato le nostre abitudini di vita, lavorative e sociali. Molti settori, inoltre, hanno dovuto fare i conti con la riduzione del proprio lavoro, come nel caso del turismo e dei viaggi. Non tutto, però, gioca a nostro sfavore, basti pensare alle ricadute ambientali.

02/04/2020
lavoratore al pc
Le potenzialità dello smart working

La violenza e rapidità con cui il Coronavirus ha colpito il mondo sta modificando le abitudini della nostra vita, del nostro lavoro e, di riflesso, anche quanto questo cambio sia benefico sotto il profilo della sostenibilità ambientale. L’impatto più forte si è sentito in particolare nei settori legati agli eventi, al turismo in generale e ai viaggi di lavoro in particolare. Molte persone e imprese, infatti, hanno cancellato o deciso di rinviare i loro piani. Così come sono state annullate le conferenze, le assemblee e i meeting: molte le società – dov’è stato possibile – che hanno preferito spostare l’attività in modalità ‘smart working’.

Smart working aumenta produttività e riduce i tempi morti

La risposta delle imprese al Covid-19 è stata sorprendente, molto veloce ed efficace nell’adattarsi all’emergenza. Anche perché, fa notare Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Global Climate Change Equity (Schroders), la tecnologia per il telelavoro era già ampiamente disponibile: “anche 10-15 anni fa – dice - era chiaro che stavano diventando disponibili strumenti per facilitare meeting e conferenze virtuali”. Queste modalità erano pensate per aumentare notevolmente la produttività: basti pensare, ad esempio, al tempo e ai costi improduttivi legati ad aeroporti, aerei, hotel e taxi. Tuttavia, ammette il gestore, “il loro utilizzo non è stato così diffuso come ci si aspettava”, mentre i viaggi di lavoro hanno contribuito sensibilmente alla forte espansione dell’aviazione civile e dell’industria alberghiera di fascia alta.

L’emergenza sta canalizzando le risorse verso il telelavoro

L’avvento del Coronavirus ha quindi accelerato il passaggio, imponendo alle persone una radicale rivalutazione della necessità degli incontri diretti. Di fatto, in molte società è stato già adottato lo smart working, mentre meeting e conferenze di lavoro sono diventate virtuali: una scelta che strizza un occhio alla sostenibilità, ma anche alla redditività e ai margini. Il lavoro da remoto sta così diventando in molte realtà una prassi consolidata ed è destinato a portare cambiamenti permanenti. L’emergenza sta infatti canalizzando le risorse delle imprese per rendere i sistemi adatti e migliori di quelli attuali allo scopo.

L’‘impronta carbonio’ sui viaggi d’affari

Questo significa, secondo Webber, “anche che dipendenti e clienti si abitueranno gradualmente a questo cambiamento. Anche se ad alcuni non piacerà, c’è la possibilità che molte persone invece lo apprezzeranno e che i manager riconosceranno i benefici di adottare in modo più permanente una flessibilità simile”. Appare chiaro che il tasso di inquinamento, grazie alle restrizioni, è diminuito. È un aspetto che sempre più società del settore servizi guardano con attenzione, interessate a ridurre le rispettive emissioni di gas a effetto serra (e i viaggi d’affari sono la causa principale della cosiddetta ‘impronta di carbonio’).

L’aeronautica costretta a cambiare per la sostenibilità

Se l’industria aeronautica non riuscisse a trovare una tecnologia alternativa di propulsione per i motori degli aerei, l’unico modo in cui i business potrebbero ridurre le emissioni legate ai viaggi sarebbe attraverso una riduzione degli spostamenti. L’impatto in termini di investimenti “sarà negativo in modo più permanente per le industrie che si basano sempre più sui viaggi a lunga distanza” stima l’esperto di Schroders, ricordando che l’International Air Transport Association prevede che le perdite a livello di entrate per il settore nel 2020 potrebbero essere comprese tra i 63 e i 113 miliardi di dollari (una stima che per altro è stata fatta prima dell’ultimo round di restrizioni ai viaggi).

Ci saranno diverse opportunità di investimento

Secondo Webber “anche se si è tentati di pensare che tutto tornerà com’era una volta che il virus sarà contenuto, le abitudini comportamentali probabilmente avranno già iniziato a cambiare”. Ma non ci saranno solo effetti negativi da questo cambiamento: “sorgeranno anche opportunità di investimento. Software per il lavoro da casa, strumenti per le conferenze virtuali, migliori tecnologie personali per i dipendenti: sono tutte aree che vedranno un aumento della domanda”. Sicuramente, ribadisce, finché L'aviazione non svilupperà una tecnologia meno inquinante “non potremo volare sempre e in ogni luogo e aspettarci di risolvere il problema del clima”.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

coronavirus aziende produttività servizi Schroders
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