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CTI: 4 macroaree per capire gli effetti da Covid19
Prevedere l’evoluzione della pandemia aiuta a ponderare al meglio i possibili rischi e le eventuali potenzialità sul mercato. L'analisi della CTI si basa su quattro cardini (o macroaree): ripercussioni sanitarie, conseguenze economiche, impatto sui mercati e implicazioni di lungo periodo.
È necessario capire quale sarà l’evoluzione della pandemia da coronavirus per ponderare al meglio i possibili rischi e le eventuali potenzialità degli strumenti da tenere in portafoglio. Un’analisi in questo senso arriva dalla Columbia Threadneedle Investments, che ha poggiato le sue tesi su quattro cardini (o macroaree) in particolare: 1) le ripercussioni sanitarie 2) le conseguenze economiche 3) l'impatto sui mercati e 4) le implicazioni di lungo periodo. Oggi l’incertezza fa da sfondo a quasi tutte le previsioni, perché il mondo sta sperimentando per la prima volta una pandemia globale, pervicace e sconosciuta.
L’analisi di indicatori economici alternativi
“Pur consentendo di quantificare quanto è già successo, i parametri economici ‘ordinari’ non permettono di valutare cosa accadrà. Di conseguenza - ha affermato Colin Moore, global chief investment officer della Columbia Threadneedle Investments -, abbiamo dirottato l'attenzione su altri indicatori economici, ad esempio livelli di inquinamento, traffico e spostamenti dei telefoni cellulari”. Questi dati, una volta incrociati, permettono di rilevare la ripresa degli spostamenti, un potenziale indicatore dell'attività economica. Per quanto riguarda i movimenti delle persone, il gruppo di asset management si è concentrato sugli spostamenti durante il fine settimana (tendenzialmente volontari) come parametro di sostenibilità, anziché su quelli nei giorni feriali (che possono essere condizionati dal datore di lavoro).
Gli effetti sull’economia globale
“Partiamo dal presupposto – ha affermato ancora Moore - che la ripresa sarà innescata da una combinazione di fattori, non da un input isolato, e che si manifesterà con ritmi diversi a seconda della regione e del settore”. Sulla base dei confronti dei dati raccolti, l’esperto si aspetta una ripresa a U nell'economia globale che potrebbe richiedere 10 trimestri. Ma la traiettoria potrebbe essere complicata da una seconda e da una terza ondata di contagi, sempre all'interno della fase di ripresa. “Ci attendiamo – ha detto - un miglioramento della risposta sanitaria e un'attenuazione delle conseguenze economiche ad ogni ondata successiva. Sempre secondo il nostro scenario di base, ipotizziamo la prosecuzione e, in alcuni casi, l'espansione degli interventi di natura fiscale e delle Banche centrali. Queste misure rappresentano un ponte d’importanza cruciale per superare il baratro economico in cui ci troviamo”. Sono per questo ipotizzabili anche una ripresa economica globale a V entro sei mesi (fino al quarto trimestre del 2021) e una ripresa a L che potrebbe estendersi oltre il 2022, anche se meno probabili.
Le conseguenze sanitarie
Se nell’ambito del coronavirus il tasso di mortalità dovesse andare a colpire la popolazione attiva, le conseguenze sulla crescita e sulla ripresa economiche globali di lungo termine potrebbero rivelarsi deleterie, imponendo una revisione delle previsioni. Tuttavia, anche il persistere dei trend di mortalità attuali potrebbe tradursi in cambi comportamentali capaci di influire sulle abitudini di spesa o di risparmio dei consumatori, così come sull'organizzazione delle catene.
Da mettere in conto un aumento della disoccupazione
Il quadro economico prospettico mette in conto un aumento drastico della disoccupazione, con un picco atteso nel secondo trimestre. Seguirà, secondo le previsioni della Columbia Threadneedle Investments, una riduzione del Pil dell’Eurozona, per il quale gli indici Pmi pubblicati recentemente anticipano una flessione del 10%.