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Energia: negli Usa l'effetto IA interessa anche i corporate bond
I produttori indipendenti usano contratti future per stabilizzare i ricavi, e la crescita del loro EBITDA, grazie all’aumento dei prezzi energetici, è cruciale per migliorare la loro solidità finanziaria. Nuove regolamentazioni, fonti rinnovabili ed eventi meteo potrebbero influenzare la crescita.
La ‘‘fame’’ di energia richiesta per far funzionare l'intelligenza artificiale sta aumentando la relativa domanda, naturalmente con un significativo impatto sulle società energetiche. E gli effetti a livello finanziario si stanno già facendo vedere. Il consumo di elettricità associato all'IA, evidenziato in modo particolare dall'uso di ChatGPT, sta migliorando la qualità creditizia soprattutto dei produttori di energia indipendenti, che beneficiano di prezzi più alti e margini più ampi. Infatti, se da una parte le utilities, regolamentate e con rating investment-grade, sono meno influenzate da questo boom, dall’altra parte i produttori indipendenti coprono il rischio dei prezzi con contratti future, migliorando la solidità finanziaria. È quanto rileva David Yatzeck, associate portfolio manager, high yield di T. Rowe Price, il quale segnala anche i rischi a breve e lungo termine legati a condizioni meteo e regolamentazioni che potrebbero ostacolare questa crescita.
L’IA è energivora
È ormai assodato che l’IA può migliorare la produttività in molti settori, ma spesso il mercato e gli investitori sottovalutano i suoi effetti collaterali, come il crescente bisogno di energia e di infrastrutture. L’aumento della domanda energetica, osserva il gestore, rischia però di avere conseguenze anche sulla solidità finanziaria delle aziende che forniscono energia (con focus sulle obbligazioni emesse dalle società del settore). Ben sapendo, ad esempio, che l'utilizzo di ChatGPT consuma molta più elettricità rispetto a una ricerca su Google (secondo l’Agenzia internazionale per l’energia siamo rispettivamente a 2,9 wattora contro 0,3). Questa crescita della domanda ha spinto molti investitori a puntare sulle aziende energetiche – facendo impennare le loro azioni alla luce della loro migliorata qualità creditizia - in modo particolare sulle imprese indipendenti, che potrebbero avere rating migliori e così entrare nella fascia dell’investment grade.
La differenza tra utilities Usa e produttori indipendenti
Negli Stati Uniti, le utilities acquistano o producono energia per rivenderla ai clienti regolamentati dallo Stato, con margini di profitto limitati. Queste società hanno rating creditizi elevati e tendono a mantenere bassi i costi del loro debito. C’è un’altra realtà invece tra i produttori indipendenti, che generano energia da varie fonti e vendono direttamente alla rete, senza avere regolamentazioni: possono quindi aumentare i prezzi in base alla domanda, con potenziali maggiori guadagni ma anche col rischio di una maggiore volatilità finanziaria (e per questo hanno rating ad alto rendimento, con tendenza a un’aggiunta di leva finanziaria). Le reti elettriche negli Usa – osserva Yatzeck - sono regionali, con regole diverse: per esempio in Texas è più facile collegarsi, mentre nella regione medio-atlantica ci sono più restrizioni, quindi i produttori indipendenti preferiscono Texas e Midwest.
L’EBITDA diventa cruciale per la stabilità finanziaria
I produttori di energia indipendenti utilizzano contratti future per proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi dell'elettricità, garantendosi entrate più prevedibili nell’arco di 3-5 anni. Grazie alla crescita del free cash flow, dovuta all'aumento dei prezzi energetici, migliora anche la loro qualità creditizia. Senza contare, aggiunge l’esperto di T. Rowe Price, che la riduzione dell'offerta di energia, causata dal calo dell'uso dei combustibili fossili e dalla variabilità delle fonti rinnovabili, aiuta a mantenere i prezzi elevati. Ma, mentre gli investitori guardano ai profitti, la crescita dell'EBITDA è cruciale per rafforzare la stabilità finanziaria dei produttori indipendenti.
I rischi di mercato
Nonostante la prevista crescita dei guadagni e del free cash flow per i produttori di energia indipendenti, ci sono rischi che potrebbero ostacolare il miglioramento della qualità creditizia. A lungo termine, per esempio, i regolatori potrebbero richiedere nuove fonti di energia, specialmente in risposta a eventi climatici estremi. Più sul breve termine, c'è il rischio che eventi meteorologici imprevedibili coincidano con la consegna di energia nei contratti forward, obbligando i produttori a comprare elettricità a prezzi elevati. Intanto, avverte Yatzeck, c’è da monitorare attentamente le strategie portate avanti dai produttori indipendenti: alcuni puntano a ottenere rating investment-grade entro il 2025, mentre altri potrebbero utilizzare i guadagni per restituire denaro agli azionisti.