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Fondi: aumenta la raccolta a febbraio, ma masse in calo
L’interesse degli investitori, nonostante le tensioni sui mercati geopolitiche ed economiche, rimane sui fondi azionari. È quanto emerge dalla mappa mensile che riporta per febbraio una raccolta netta positiva per 6,29 miliardi. Il patrimonio scende a 2.508 miliardi.
Nonostante la guerra, o forse grazie alle opportunità che questa sta creando in alcuni settori economici - anche se ha influenzato solo l’ultima parte del mese -, gli investitori hanno confermato la loro attenzione sugli asset più rischiosi, quali i titoli azionari e, in secondo ordine, i fondi bilanciati. È quanto emerge dalla mappa mensile di Assogestioni sull’andamento dell’industria del risparmio gestito a febbraio. Il conflitto - scoppiato in Ucraina il 24 febbraio - ha comunque impattato sulle masse, che sono scese a causa proprio dell’andamento registrato dai mercati finanziari (che l’Ufficio studi di Assogestioni quantifica in circa due punti percentuali), già condizionati dalla frenata dell’economia e dalla prospettiva di una politica monetaria più restrittiva in generale.
Patrimonio cala a 2.508 miliardi per debolezza mercati
A febbraio, dunque, il settore registra una raccolta netta pari a 6,29 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 4,34 miliardi di gennaio: dato che porta il saldo maturato nel primo bimestre a 10,6 miliardi di euro. Il patrimonio è invece diminuito dell’1,7% a 2.508 miliardi, con i rapporti leggermente cambiati rispetto al mese precedente tra le masse sulle gestioni collettive (passate al 52,3% dal 52,1%) e quelle sulle gestioni di portafoglio (al 47,7% dal 47,9%). La raccolta registra però un percorso divergente: frena a 4,22 miliardi quella delle gestioni collettive (da +5,54 miliardi di gennaio), mentre quella sulle gestioni di portafoglio balza a 2,06 miliardi, di cui la metà afferenti ai mandati retail (che si confrontano con uscite per 1,2 miliardi di gennaio).
Effetto locomotiva dei fondi aperti
Nel dettaglio, secondo quanto ha reso noto l’associazione di categoria, i flussi sui fondi aperti rallentano a 3,91 miliardi di euro (dai 5,27 di gennaio), mentre accelerano quelli diretti sui fondi chiusi, a 316 milioni (dai 269 milioni del mese precedente). Febbraio, per quanto riguarda le gestioni di portafoglio, come accennato, ha visto un forte contributo dei mandati istituzionali, che hanno alimentato flussi per 988 milioni, tornando dunque su un terreno positivo dopo la massiccia fuga accusata nel primo mese dell’anno (-2,9 miliardi di euro). A livello di categorie, i risparmiatori hanno ancora preferito i fondi azionari (flussi per 2,2 miliardi di euro contro i +2,62 di gennaio) e i fondi bilanciati (+1,6 miliardi dopo +1,94 miliardi di euro).
Ancora in negativo i fondi obbligazionari
Ancora penalizzati i fondi obbligazionari, che a febbraio sono stati oggetto di deflussi per 738 milioni, dopo i -1,38 milioni accusati nel mese precedente, che portano a -2,11 miliardi la fuga complessiva da inizio anno. Torna su un terreno positivo, invece, la raccolta netta sui fondi flessibili, per 175 milioni (-470 milioni di gennaio), mentre accusano una netta marcia indietro i flussi sui fondi monetari, scesi a 767 milioni dai 2,56 miliardi del mese precedente. Per quanto riguarda la denominazione, nel mese di febbraio la raccolta dei fondi di diritto italiano è tornata in positivo per 292 milioni (-26 milioni in gennaio), mentre quella sui fondi esteri ha archiviato il mese con un netto rallentamento a +3,61 miliardi dai +5,29 miliardi del mese precedente.