SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO? 
Scopri i vantaggi del nostro servizio
Chiama gratis 800 92 92 95 CONTATTACI

Compila il modulo per essere richiamato

Se sei interessato al nostro servizio lasciaci i tuoi dati. Un nostro operatore ti contatterà per fornirti gratuitamente e senza impegno tutte le informazioni relative a FondiOnline.it

Dati di contatto

Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo

Informazioni addizionali

Errore nella compilazione del campo
* Nota: i campi indicati con l'asterisco sono obbligatori

Privacy e condizioni di utilizzo

Mercati: gli investimenti nella transizione energetica

La recente impennata dei combustibili fossili è destinata ad accelerare la transizione verso fonti di energia alternative. Lo stimano gli esperti, indicando i settori da monitorare per cogliere le potenzialità del momento. La guerra evidenzia i rischi che comporta la forte dipendenza dall’import.

05/04/2022
icone green
Analisi su come investire nella transizione energetica in tempo di guerra

La guerra in Ucraina, o meglio la contestuale fiammata dei prezzi registrata dai combustibili fossili, è destinata ad accelerare la fase di transizione verso fonti di energia alternative, la strada intrapresa da un mondo che punta a essere più sostenibile e green. Il timore di carenza di carburante è montato a causa della forte dipendenza dell’Occidente (soprattutto dell’Europa) dall’export di gas dalla Russia che, grazie ai costi contenuti di estrazione e produzione, ha un prezzo conveniente. Questo fattore però poco si concilia con il sostegno dato dai Paesi occidentali all’Ucraina e, così, ha preso il sopravvento la speculazione. Di riflesso si è aperta un’utile riflessione sulla necessità di trovare soluzioni alternative, che le rinnovabili a tutt’oggi non ancora supportano.

I settori da seguire

La transizione energetica presenta alcuni temi ritenuti interessanti: dalle energie rinnovabili ai veicoli elettrici, dalla cattura del carbonio allo stoccaggio delle batterie su larga scala. Senza dimenticare l'idrogeno, che è - secondo Robert Lambert, senior corporate analyst, investment grade di BlueBay AM - una delle fonti di energia alternative più interessanti per gli investitori, in quanto rinnovabile, abbondante, non tossico, senza carbonio e molto più efficiente di altre fonti di energia. Per questi motivi l'idrogeno potrebbe essere, in futuro, una soluzione a lungo termine per ridurre la dipendenza dal gas. Per ora il suo costo di produzione è proibitivo, ma l'aumento degli investimenti privati è destinato a far aumentare la sua convenienza.

La guerra evidenzia i rischi della nostra dipendenza dal gas

Tuttavia, non bisogna dimenticare che le rinnovabili sono fonti di energia intermittente, anche se sono competitive in termini di costi, in particolare nei confronti del gas naturale. Il settore ha comunque necessità di investimenti significativi nelle reti di trasmissione, che oggi sono spesso trascurate. L’aumento dei prezzi dell’energia ha evidenziato questo e, secondo Lambert, ha anche evidenziato la necessità per l'Europa di allontanarsi dai combustibili fossili ancora più velocemente di quanto emerso nella COP26. La curva dei costi delle rinnovabili è già competitiva e la maggior parte dei Paesi ha annunciato target ambiziosi. Il peso della dipendenza dal gas nelle tasche dei consumatori li spingerà a sostenere maggiormente gli investimenti pubblici nel settore.

Rischi e opportunità

Come accennato, le rinnovabili accusano il problema dell’intermittenza: non possono essere accese e spente come il gas naturale o il carbone, o rimanere costantemente in funzione a un alto grado di capacità (come per il nucleare), ma dipendono dalle condizioni del clima. I pannelli solari per esempio trasformano, in genere, solo il 15-22% dell'energia in fonte utilizzabile, e il vento ha una potenzialità del 30-45% circa. Questa inefficienza è diventata molto evidente nel 2021, quando - ricorda l’esperto - un'estate povera per l'eolico e il solare ha portato a un forte consumo di gas. Ci sono comunque aree di intervento che possono aprire a importanti opportunità, come gli investimenti per migliorare l'efficienza e le batterie su larga scala per appianare i flussi di energia.

Il conflitto frena i piani 'net zero'

Questo aspetto, tuttavia, non mette a rischio i piani 'net zero' sposati da alcuni Paesi, né tantomeno tornare a trivellare nuovi pozzi di petrolio o, ancora, a usare impianti a carbone. Per fare tutto ciò, infatti, ci vuole tempo e le riserve europee sono sempre meno. La guerra però potrebbe ritardare i programmi green perché gli investimenti vengono diretti verso il miglioramento di reti, terminali LNG e oleodotti alternativi. Oggi, rileva Lambert, si parla tuttavia già di bond Ue per finanziare gli investimenti energetici, al fine di ridurre la dipendenza dal gas. C'è anche il potenziale per una rinascita del nucleare che la Francia ha già annunciato, ma che l’esperto (visti i tempi lunghi di costruzione) non prevede che l’Europa torni al nucleare in modo diffuso.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

bluebay russia transizione energetica ucraina
Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all'utilizzo di informazioni ed analisi presenti sul sito è di esclusiva responsabilità dell'investitore, che deve considerare i contenuti del sito come strumenti di informazione. Le informazioni, i dati e le opinioni fornite all’interno della sezione “news” di questo sito si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede; in nessun caso, tuttavia, si potrà ritenere che Innofin SIM abbia rilasciato attestazioni o garanzie, esplicite o implicite, in merito alla loro attendibilità, completezza o correttezza. Lo scopo dei dati e delle informazioni divulgate attraverso la sezione “news” del sito è prettamente informativo; esse non rappresentano, in alcun modo, una sollecitazione all'investimento in strumenti finanziari.

Articoli correlati