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Fondi: bilancio negativo per la raccolta di marzo
Marzo, per il risparmio gestito, è stato segnato dalla conferma dell’azionario e dall’exploit dei bond. Fuga da bilanciati e flessibili. Il mese ha visto una raccolta negativa per 6,04 miliardi e, grazie al positivo effetto mercato, la crescita del patrimonio complessivo a 2.254 miliardi.
Bilancio di segno negativo per la raccolta netta registrata in marzo dall’industria del risparmio gestito, condizionata dalle scadenze periodiche (come le bollette) e tecniche (di natura fiscale) e anche dall’incertezza degli investitori sulla capacità di reddito nel medio-lungo termine, per i crescenti dubbi che comporta il rallentamento manifestato dal ciclo economico. Vale comunque la pena rilevare che la flessione delle sottoscrizioni nette è riconducibile principalmente ai massicci deflussi accusati dai mandati istituzionali e che il volume complessivo delle masse è stato sostenuto da un effetto mercato molto positivo.
La buona intonazione dei mercati spinge le masse
Nel dettaglio, il patrimonio gestito dell’industria si è attestato a 2.254,85 miliardi, in crescita di oltre 12 miliardi rispetto a febbraio (da 2.242,24 miliardi per l’esattezza). A influire sul dato, precisano da Assogestioni, ha contribuito un effetto mercato positivo stimato nello 0,8%. Per quanto riguarda la raccolta netta, questa è invece diminuita di 6,04 miliardi (-1,936 miliardi di febbraio), che portano a -8,9 miliardi complessivi le uscite accumulate da inizio anno. L’equilibrio nel portafoglio è cambiato a favore delle gestioni di portafoglio (a 47,6% da 47,3%) a scapito delle gestioni collettive (al 52,4%).
Pesano le massicce uscite dai mandati istituzionali
Le gestioni collettive hanno archiviato il mese con uscite nette per 515 milioni di euro (-215 milioni in febbraio), zavorrate dai fondi aperti (-642 milioni, dopo -356 milioni nel mese precedente) e in minima parte compensate dai flussi netti sui fondi chiusi (rispettivamente +127 milioni e +140 milioni). Nelle gestioni di portafoglio, che hanno chiuso marzo con deflussi per 5,52 miliardi (-1,7 miliardi in febbraio), hanno pesato le uscite concentrate sugli istituzionali (-6,44 miliardi, dopo -2 miliardi nel mese precedente). Bene invece i retail, che mettono a segno sottoscrizioni nette per 920 milioni di euro (+282 milioni).
Ancora sugli scudi l’azionario, exploit dell’obbligazionario
Il mese ha confermato la buona intonazione dei fondi azionari ed è stato caratterizzato anche da una vera e propria impennata dell’obbligazionario, mentre tra gli investitori è continuata la disaffezione nei confronti dei bilanciati e dei flessibili. Infatti, per quanto riguarda i fondi aperti, nonostante marzo si sia chiuso con una raccolta netta totale negativa per 642 milioni di euro, sono rimasti in territorio positivo i fondi azionari (+588 milioni, dopo +1,32 miliardi) e quelli obbligazionari si sono resi protagonisti di un exploit pari a sottoscrizioni nette per 2,02 miliardi di euro (+570 milioni).
Ancora fuga da bilanciati e flessibili
I fondi bilanciati e flessibili hanno fatto segnare, invece, deflussi mensili pari rispettivamente a 1,17 miliardi (-719 milioni nel mese precedente) e 1,75 miliardi di euro (-1,41 miliardi), che amplificano il saldo negativo accumulato dallo scorso gennaio: rispettivamente a 2,51 e a 4,84 miliardi. I fondi di diritto italiano hanno chiuso in marzo sottoscrizioni nette per +535 milioni (in linea con i +597 milioni di febbraio), per un totale da gennaio di +749 milioni. Al contrario, prosegue la fuga dai fondi esteri, che chiudono il mese con uscite nette per 1,18 miliardi (-952 milioni) e un saldo da gennaio di -2,39 miliardi.