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Fondi: nel 2023 il portafoglio sale a 785 miliardi
A dicembre 2023 la quota di liquidità nei portafogli risultava diminuita di 2,6 punti al 14,8 per cento. Dato che indica una crescente preferenza degli italiani per investimenti più redditizi rispetto alla semplice conservazione della liquidità. In forte rialzo il risparmio amministrato.
Il patrimonio complessivo dei risparmiatori seguiti dai consulenti finanziari degli intermediari associati alla fine dello scorso anno ha raggiunto i 785,1 miliardi di euro, con una crescita del 12,3% rispetto alla valorizzazione registrata nel dicembre del 2022 (698,9 miliardi). Le principali leve di crescita, precisa una nota di Assoreti, sono riconducibili ai volumi di raccolta netti registrati nel corso del 2023, che hanno fornito un contributo pari a 6,3 punti percentuali, e all’effetto performance dei mercati finanziari, che hanno portato un contributo di 5,8 punti. L’impatto delle modifiche intervenute sul perimetro di rilevazione è stato invece marginale, pari a +0,3 punti percentuali.
La componente finanziaria, assicurativa, previdenziale
Il valore della componente finanziaria/assicurativa/previdenziale del portafoglio ha raggiunto così i 668,6 miliardi di euro (+15,8% tendenziale), pari a una quota dell’85,2% (+2,6 punti percentuali su base annuale). Di questi, precisa l’Associazione di categoria Assoreti, 492,7 miliardi sono investiti in prodotti del risparmio gestito (62,8% del portafoglio, -3,2 punti rispetto all’anno precedente) e 175,8 miliardi di euro in strumenti finanziari amministrati (22,4% del patrimonio, +5,8 punti percentuali su base annua). La componente strettamente finanziaria (ovvero Oicr, gestioni individuali e titoli amministrati) aumenta del 21,9% tendenziale, favorita da un effetto mercato stimato all’8,1%.
La liquidità perde peso nei portafogli
La liquidità, contemporaneamente, ha perso peso nei portafogli degli italiani, scendendo a 116,5 miliardi (-4,2% tendenziale, con un’incidenza assestatasi al 14,8%, -2,6 punti). Questi numeri, ha affermato Massimo Doris, presidente di Assoreti, dimostrano che le Reti hanno ottenuto grandi risultati a conferma che sono un punto di riferimento per i risparmiatori. La consulenza prestata dalle associate, inoltre, risulta particolarmente cruciale nei momenti di forte volatilità e incertezza dei mercati come quello attuale, perché contribuisce a creare valore nelle scelte degli italiani. Per questo motivo, ha sottolineato ancora Doris, l’Associazione è profondamente soddisfatta e guarda con rinnovata fiducia al 2024.
Il risparmio gestito
La componente dell’insieme dei prodotti del risparmio gestito è cresciuta del 6,9%, con il contributo arrivato da tutte le macro-famiglie. Il valore degli Oicr, sottoscritti direttamente, si è attestato a 213,5 miliardi, in aumento dell’8,8% su dicembre 2022 e un’incidenza sul portafoglio scesa al 27,2% (-0,9 punti). Alla fine del 2023 i fondi aperti di diritto estero rappresentavano il 24% del portafoglio (188,2 miliardi), mentre i prodotti di diritto italiano valevano 22,3 miliardi (con un’incidenza del 2,8%). La valorizzazione delle gestioni individuali è aumentata del 10,5% per toccare 80,4 miliardi. L’incidenza in portafoglio si attesta al 10,2% (-0,2 punti), risultando equiripartita tra Gpf e Gpm.
L’accelerazione dei prodotti previdenziali
Il comparto assicurativo a dicembre valeva 180,6 miliardi (+2,6% annuo), pari al 23% del portafoglio (-2,2 punti). La crescita osservata sulle unit linked (+8,3%) e in misura più contenuta sui prodotti multiramo (+1,6%) compensa il calo della valorizzazione delle polizze vita tradizionali (-7,5% annuo). Crescono anche i prodotti previdenziali (+15,1%), che raggiungono i 18,2 miliardi. Il contributo complessivo delle Reti al patrimonio investito in Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è di 403,9 miliardi di euro. L’incidenza sul patrimonio in fondi (1.124 miliardi di euro, dato provvisorio) si attesta, quindi, al 35,9%. A fine 2022 la relativa incidenza era del 34,8%.
Il risparmio amministrato
La nota di Assoreti segnala anche i movimenti registrati a tutto dicembre scorso dal risparmio amministrato. Questi strumenti finanziari, è precisato, hanno raggiunto una valorizzazione totale di 175,8 miliardi di euro, pari a un incremento del 51,2% su base tendenziale. La raccolta sostiene la crescita dei titoli di Stato, più che raddoppiati (60,4 miliardi, +125,1% tendenziale) e delle obbligazioni corporate (30,1 miliardi, +47,3% tendenziale), mentre le performance dei mercati finanziari spingono i titoli azionari (53 miliardi, +15,6% annuo). Le dinamiche di crescita coinvolgono anche i certificate (11 miliardi di euro, +39,2% tendenziale) e gli exchange traded product (11 miliardi di euro, +25,2% annuo).