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Giappone: potenzialmente pronto per la ripartenza
La piazza finanziaria giapponese vanta potenzialità inespresse. La Borsa già corre, i bond governativi hanno prospettive di profitto, così come lo yen potrebbe apprezzarsi. Nonostante le sfide, gli analisti sono ottimisti riguardo a un potenziale aumento del valore della valuta.
L’allineamento dei tre principali mercati del Giappone, le azioni, i bond e il monetario, rende il Paese una piazza molto allettante. È quanto sostiene Arnout van Rijn, gestore presso Robeco Sustainable Multi-Asset Solutions, secondo cui gli asset giapponesi, a lungo in stallo a causa di decenni di recessione (con un obbligazionario controllato artificialmente e uno yen sottovalutato), potrebbero finalmente iniziare ad acquisire maggiore peso nei portafogli.
La posizione vantaggiosa delle azioni
Il portfolio manager ha così assegnando a ciascuno dei mercati una posizione, in funzione a quanto questa sia vicina al successo. Su un punto vantaggioso troviamo la Borsa, nei cui confronti la casa d’investimento è già long, con derivati per i quali prevede un’ulteriore crescita dai recenti massimi. Questo scambio ha già momentum e potrebbe essere il primo ad accelerare. La maggior parte degli investitori, sottolinea il gestore, stanno ancora aspettando quando il Nikkei 225 supererà il record vecchio di 34 anni (38.915,87). Manca poco (circa il 6%) e, quando accadrà, ci saranno titoli in abbondanza. Gli investitori locali hanno ottenuto un rendimento annuo dell’1,5% in 34 anni, rispetto al 10,7% annuo ottenuto da un investitore Usa.
Politiche più a favore degli azionisti
Grazie alle politiche per gli azionisti, molto più favorevoli negli ultimi dieci anni, i rendimenti locali sono stati del 10,1% annuo (rispetto allo 0% sui risparmi e allo 0,5% sui bond nello stesso decennio). Quindi, gli investitori locali hanno iniziato ad ascoltare i segnali del mercato. Le imprese giapponesi, afferma il manager, sono poste sotto pressione sia da investitori stranieri sia domestici, dal Governo e dall’Autority, per restituire più capitale agli azionisti. In particolare, le società quotate hanno ampliato i programmi di buyback, che nel 2023 sono stati pari a 64 miliardi di dollari, nuovo record per il secondo anno consecutivo. Eppure, la percentuale di società locali che scambiano sotto il loro valore contabile è ancora notevolmente alta, al 50%.
La pole position dei bond governativi
Tra gli osservati speciali ci sono le obbligazioni governative. Il team multi-asset di Robeco è short sul JGB decennale, questo significa che si aspetta di trarre profitto dai futuri cali dei prezzi dei bond. Deve esserci, secondo van Rijn, un potenziale al rialzo per i rendimenti da ottobre, quando la BoJ ha abbandonato la difesa del livello massimo superiore dell’1% per i rendimenti dei JGB. Questo deve essere fatto con attenzione poiché la repressione finanziaria deve continuare nell'interesse della sostenibilità del debito. Infatti, anche se l'inflazione dovesse scendere al 2%, il Paese non sarebbe in grado di pagare il 2% sul suo debito, figuriamoci con un tasso reale positivo. Le assicurazioni locali e le banche, così, continueranno a sostenere il Governo a tassi reali negativi.
Le buone prospettive dello yen
Sotto i riflettori c’è anche lo yen. La prospettiva di un aumento del valore della valuta ha spinto Robeco a compiere il passo insolito di andare long, contemporaneamente, sia sull’azionario sia sulla valuta. In questo caso, ha spiegato van Rjin, la casa ha aspettato che il momentum negativo diminuisse. In pratica, ammette, è stato fatto un test della situazione per vedere se le prospettive sono promettenti. Lo yen, in base al tasso di cambio effettivo reale, è sottovalutato del 30% circa. Il modello indica che, anche con gli spread attuali, ha un upside del 5-7%. Sembra controintuitivo essere long sull'equity e sulla valuta nello stesso tempo. Negli ultimi decenni, infatti, l’operazione più ovvia era essere short sulla valuta quando si voleva essere long in Borsa.
Gli spunti che potrebbero arrivare da Ueda e Powell
Tuttavia, conclude van Rjin, la redditività aziendale è diventata molto meno dipendente dall’interscambio internazionale, e molte società hanno imparato negli anni di 'yen costosi' a immunizzarsi dalla volatilità del forex. Anche se, il rischio di una coda del più grande esperimento monetario del mondo impone agli esperti di rimanere agili, con stretti livelli di stop-loss. I tre mercati sono dunque pronti a scattare, ma chi potrebbe dare il via alla loro corsa? Secondo l’esperto non può essere che il Governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda. Per qualsiasi possibilità di successo in Giappone c’è bisogno, infatti, di un soggetto su cui puntare e Ueda è quello più indicato, purché giochi bene le sue carte. E, comunque sia, un partner amico potrebbe essere Jerome Powell, il Presidente della Fed. Di recente gran parte dell’azione in tutti e tre i segmenti dei mercati giapponesi è stata infatti guidata dalle azioni e dalle parole del numero uno della Fed.