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Friendshoring: il fenomeno che sta ridisegnando il commercio globale
Settori come auto, energia e farmaceutica possono beneficiare del friendshoring, con imprese Usa e indiane tra le favorite. Le aziende europee con legami stretti con la Cina potrebbero soffrire e trovarsi nella necessità di rivedere le joint venture. L'India diventa un hub attraente per gli investimenti.
C’è un nuovo fenomeno che sta cambiando i rapporti di forza (e gli equilibri) che hanno finora guidato l’interscambio globale. Si tratta del ‘‘friendshoring’’, che descrive un aumento del commercio tra Paesi alleati (amici), cui si contrappone una diminuzione delle relazioni con quelli percepiti come nemici. Ad alimentarlo sono soprattutto le preoccupazioni di natura geopolitica, che di fatto stanno modificando i modelli commerciali globali, creando nuovi vincitori e vinti. L'analisi di T. Rowe Price, supportata dai dati di McKinsey & Company, suggerisce che, nonostante l'intensità degli scambi globali sia rimasta stabile, la ‘‘distanza geopolitica’’ tra i tradizionali partner commerciali si sta riducendo.
Aumenta l’interscambio tra i Paesi amici
Le opportunità – secondo la chiave di lettura offerta da Roy Adkins, sovereign credit analyst, Ivan Morozov, sovereign credit research analyst e Elliot Shue, corporate credit analyst di T. Rowe Price - si creano infatti dove ci sono ‘‘gap geopolitici’’: ad esempio, gli Usa e i Paesi amici mostrano un gap nei metalli di base, mentre la Cina ha un deficit in termini di proprietà intellettuale e servizi professionali. I Paesi amici potrebbero colmare questi deficit, creando nuove opportunità commerciali. Inoltre, dopo la pandemia, gli investimenti diretti esteri (IDE) sono diminuiti in Cina e Russia, ma sono aumentati in Africa, Europa e India, confermando il trend di ‘‘commercio con gli amici’’.
I vincitori del nuovo panorama commerciale
A livello geografico, secondo i tre analisti, i vincitori del nuovo panorama commerciale saranno principalmente i Paesi dell'Europa centrale e orientale (PECO), i quali si stanno affermando come importanti hub produttivi e di investimento, e l'India. Tutti questi mercati, in particolare, stanno beneficiando dell'aumento degli IDE e della produzione riorientata. Paesi come il Vietnam – per esempio - stanno esportando più beni verso gli Stati Uniti, in parte per ridurre l’esposizione alla Cina. Al contrario, Cina e Russia sono destinati a essere i principali vinti, a causa delle loro tensioni geopolitiche con l'Occidente e dei cambiamenti nei flussi commerciali globali.
Sotto i riflettori auto e farmaceutica
Per quanto riguarda i singoli settori, secondo gli esperti, i produttori di componenti auto negli Usa, gli esportatori di energia e i settori farmaceutico e medico potrebbero trarre vantaggio da questa evoluzione dell’interscambio. Al contrario, i produttori europei di automobili e quelli con forti legami con la Cina potrebbero subire perdite. Le aziende europee, in particolare quelle tedesche, potrebbero dover ripensare alle loro joint venture in Cina, a causa dell'intensificarsi delle pressioni politiche e delle tensioni internazionali. Le imprese cinesi, tuttavia, stanno prendendo provvedimenti per non rischiare di rimanere al palo e stanno aumentando gli investimenti sui mercati esteri.
Gli investimenti verso i Paesi PECO e i Balcani
Le imprese europee continueranno a spostare produzione e attività a basso costo nell'Europa orientale, come l’area PECO e i Balcani. Anche le aziende cinesi stanno aumentando gli investimenti nella stessa regione per avvicinare la produzione di veicoli elettrici al mercato europeo. Tra il 2022 e il 2023, i produttori cinesi di batterie e componenti hanno investito oltre 10 miliardi di euro in Ungheria, mentre la Serbia è tra i Paesi che hanno beneficiato maggiormente di questi investimenti. Intanto l’India, grazie alla sua posizione strategica tra gli Usa e la Cina, la vicinanza ai mercati asiatici e il basso costo di lavoro, sta diventando una destinazione sempre più attraente per gli investimenti diretti esteri (IDE) e per la produzione che sta lasciando la Cina.
L’India al centro della rimodulazione del commercio
L’India beneficia anche di una crescente fiducia degli investitori grazie alla sua stabilità economica e al mantenimento di una bassa inflazione. Dopo la pandemia, molte multinazionali hanno spostato le loro operazioni di middle e back-office nel Paese, attratte dai costi del lavoro bassi. Ciò migliora le partite correnti indiane e si prevede che questa tendenza continui nel lungo periodo. Anche i Paesi dell'ASEAN, come il Vietnam, stanno aumentando l’export di prodotti come computer e cellulari verso gli Usa, in parte per ridurre la dipendenza dalla Cina. Sebbene finora questo spostamento sia stato limitato, le crescenti tensioni commerciali tra Usa e Cina potrebbero spingere Washington a investire di più nei Paesi ASEAN, spostando così parte della produzione dalla Cina.