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Infrastrutture: arma fondamentale per la ripartenza in Europa
Le infrastrutture sono la spina dorsale delle economie di tutto il mondo e la ripartenza di un Paese non può prescindere da questa componente. Infatti, secondo gli esperti di Schroders, non si può immaginare una società moderna senza strade, porti, aeroporti e reti elettriche, idriche e del gas.
Le infrastrutture rappresentano la spina dorsale delle economie di tutto il mondo e la ripartenza di un Paese, dopo la crisi innescata dalla pandemia da coronavirus, non può prescindere da questa voce. Infatti, non si può immaginare una società moderna senza strade, porti, aeroporti e reti elettriche, idriche e del gas: tutti settori, in particolare, che devono anche essere costantemente aggiornati per rispondere all’evoluzione dei tempi. Numerosi studi hanno tra l’altro mostrato la correlazione tra la performance di un’economia e la qualità delle sue infrastrutture.
Schroders, le opportunità in Europa non mancano
“Ecco perché, a nostro avviso, gli investimenti in infrastrutture sono destinati a rappresentare un’arma fondamentale nella ripartenza post-Covid19 delle economie europee, soprattutto alla luce degli evidenti investimenti insufficienti in alcune aree chiave”. Lo stima Charles Dupont, head of Infrastructure Finance e presidente di Schroders Aida, secondo cui “man mano che il mondo sprofonda nella crisi post-Covid-19, crediamo che cercare di dare slancio alle economie investendo in trasporti, energia e ambiente sia assolutamente ragionevole. E in questo senso le opportunità in Europa non mancano”. Storiche evidenze mostrano che l’Europa, in particolare la Francia, ha a lungo trascurato la manutenzione delle infrastrutture strategiche, talvolta con effetti tragici.
Le infrastrutture riflettono anche i cambiamenti della società
Gli eventi dell’attualità e la politica non fanno altro che fornire esempi della loro natura strategica per il mondo di domani. Come realizzare – si è chiesto per esempio Dupont - la transizione energetica e combattere il cambiamento climatico? “La risposta – spiega - sta nella generazione di energia sostenibile, come gli impianti eolici soprattutto offshore, e quelli solari, ma anche nella modernizzazione delle reti elettriche e la costruzione di infrastrutture per il gas in grado di gestire l’intermittenza con le rinnovabili”. Non di meno, sostiene, può essere importante anche l’installazione di contatori smart, con l’obiettivo di rendere maggiormente responsabili gli utenti circa i loro consumi.
Il lockdown e l’accelerazione del digitale
Il periodo di lockdown appena trascorso, secondo l’esperto, “ha messo in luce la nostra dipendenza dalle infrastrutture digitali, come le reti di fibra ottica e i ripetitori, e ha evidenziato i cosiddetti deserti digitali”. Sottolinea, a questo proposito, che “le tensioni geopolitiche hanno mostrato l’importanza della localizzazione dei centri dati”. Posizionare dunque “tali centri in prossimità degli utenti, potrebbe salvaguardare la sicurezza digitale”.
I fondi infrastrutturali per costruire il futuro
Nel brevissimo, ha stimato Dupont, “la crisi sanitaria potrebbe aver favorito un rapido aumento del capitale azionario delle società attive nelle infrastrutture, soprattutto nei trasporti che, a causa della mancanza di utilizzatori, ha subito delle perdite negli ultimi mesi e di conseguenza ha visto evaporare il proprio capitale”. Le misure di emergenza, i prestiti garantiti e gli oneri differiti, spiega, “hanno fornito a queste società la liquidità necessaria per sopravvivere e superare la crisi, ma allo stesso tempo hanno incrementato il loro debito”. Molte di queste aziende hanno intrapreso un rapito aumento di capitale per rimanere solventi su livelli accettabili. “Queste – conclude - rappresentano opportunità per i fondi infrastrutturali di sostenere le economie, offrire supporto a società strategiche e contribuire a costruire il mondo del futuro”.