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Istat: Pil calo senza precedenti, ma ripresa già in atto
L’Istat ha resto noto che il Pil italiano nel secondo trimestre ha accusato un calo del 12,4 pct congiunturale: il peggiore dato dal 1995. Il nostro Paese in tutto il primo semestre ha tuttavia manifestato una migliore tenuta (-17,3 pct) rispetto ai partner Francia (-19 pct) e Spagna (-22,1 pct).
La pandemia da coronavirus ha colpito seriamente l’economia italiana, ma non l’ha certamente affondata. La nostra congiuntura, infatti, si sta già riprendendo dopo lo sbandamento subito nei mesi dell’emergenza sanitaria: uno sbandamento per altro più contenuto rispetto a quello accusato da alcuni dei principali partner europei. Il Pil del Belpaese nel secondo trimestre di quest’anno ha subito una contrazione del 12,4% congiunturale e del 17,3% su base tendenziale. Francia e Spagna, per esempio, hanno fatto peggio (rispettivamente -19% e -22,1%). L’Istat, considerato anche il -5,4% registrato nei primi tre mesi del 2020, per quest’anno stima una variazione acquisita negativa per il 14,3%.
Il peggiore dato dal 1995
L’Italia, alla luce di questi numeri, è caduta in una recessione di fatto e non semplicemente tecnica (due trimestre consecutivi negativi) e la sua economia disegna una “contrazione senza precedenti per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate”. Queste misure, secondo l’Istituto di statistica, ha portato il Pil del secondo trimestre a segnare “il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica”. Una performance, ha spiegato, che “si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia”.
Gualtieri, per il III trimestre atteso rimbalzo del 15%
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nonostante il quadro emerso dai numeri forniti dall’Istat, è apparso fiducioso sul futuro della nostra congiuntura. La ripresa, ha affermato, “è già in atto” come dimostrano i dati sulla produzione di maggio “e stimiamo – ha aggiunto - che la ripresa sia continuata in giugno e luglio”. L’entità della caduta accusata nei mesi di marzo e aprile è stata tale che ha influenzato la performance del secondo trimestre cui seguirà, ha sottolineato, “un altrettanto marcato rimbalzo nel terzo trimestre, che ci aspettiamo sia di quasi il 15 rispetto a quello precedente”.
Federconsumatori, necessarie misure straordinarie e coraggiose
Federconsumatori auspica che il dato dell’Istat “sia letto come un grido di allarme in grado di cancellare ogni dubbio e reticenza, di carattere ideologico o derivante da opportunità di natura politica, che intralcia l’utilizzo di ogni risorsa disponibile per rimettere in moto l’economia e invertire questo calo drammatico”. Ad aggravare la situazione, aggiunge l’associazione di categoria, c’è la dinamica di deflazione. Per questo “è urgente disporre misure concrete per far fronte alla crisi” al fine di favorire “il rilancio degli investimenti per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo, dalla ricostruzione di un sistema sanitario pubblico, universalistico e inclusivo, dalla definizione di politiche redistributive, di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze”.
Confcommercio, investimenti mirati nei settori più in crisi
In sintonia anche l’analisi che arriva da Confcommercio, secondo cui i Paesi che sono maggiormente esposti verso il settore del turismo sono quelli che poi sono risultati i più penalizzati dagli effetti della pandemia. “Affidarsi esclusivamente al pure fondamentale intervento delle istituzioni europee non sarà sufficiente per uscire dalla crisi” spiega in una nota Confcommercio, dove precisa quanto sia “necessario e urgente progettare investimenti mirati e sostegno alle imprese dei settori più colpiti per evitare che passino molti anni prima di riprendere i livelli di Pil e consumi pro capite persi nel 2020, che in Italia ci riportano alla prima metà degli anni ’90”.