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Risparmio: la performance dei mercati fa lievitare le masse
Gli investitori, impegnati con le scadenze di fine anno e l'incertezza macroeconomica, hanno mostrato maggiore cautela in novembre: la raccolta netta è stata negativa per 7,1 miliardi. Le uscite hanno colpito i fondi azionari, i flessibili e i bilanciati. Sugli scudi, invece, l’obbligazionario.
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Il mese di novembre per l’industria del risparmio gestito ha due facce. Una negativa, con un nuovo brusco calo della raccolta netta, anche se leggermente più contenuto rispetto a ottobre, e una positiva, con le masse complessive aumentate sensibilmente grazie alla brillante performance registrata nel frattempo dai mercati finanziari. La fotografia (stando ai dati provvisori) è stata scattata dall’Ufficio Studi di Assogestioni, che ha quantificato l’effetto positivo dei mercati in +3%. Una spinta che ha fatto lievitare il patrimonio – alla fine del mese di riferimento - a ben 2.255 miliardi di euro, in aumento di circa 60 miliardi di euro (+2,7%) rispetto al mese precedente.
La raccolta netta resta negativa, -7,1 miliardi
Il rovescio della medaglia è a tinte fosche, con gli investitori più impegnati dalle scadenze di fine anno e dall’incerto quadro macro. La raccolta netta totale è negativa per 7,1 miliardi (-8,15 miliardi in ottobre), che portano a -49,54 miliardi il saldo accumulato da gennaio. La zavorra principale è ancora una volta delle gestioni di portafoglio, che denunciano uscite per 4,96 miliardi (-6,25 miliardi in ottobre), che portano il saldo da gennaio a -33,99 miliardi. Pesante, comunque, è anche il bilancio delle gestioni collettive, con uscite per 2,14 miliardi (-1,91 miliardi a ottobre) che fanno salire le uscite da gennaio a -15,55 miliardi di euro. Sostanzialmente stabili gli equilibri nel portafoglio, con le gestioni collettive che limano una frazione di punto (a 52,9%) a favore delle gestioni patrimoniali (47,1%).
Ancora in rosso i mandati istituzionali
La categoria a maggiore partecipazione retail, i fondi aperti, registra fuoriuscite per 2,3 miliardi. Per contro, i fondi chiusi chiudono con una raccolta netta positiva per 126 milioni, ma in netta flessione dagli 1,2 miliardi di ottobre (+3,8 miliardi da gennaio). Inverte la rotta, nelle gestioni di portafoglio, anche la raccolta retail, che chiude in positivo per 28 milioni (-48 milioni nel mese precedente), che fanno lievitare a +1,97 milioni il saldo maturato dall’inizio dell’anno. Bilancio ancora pesante invece per i mandati istituzionali, con una raccolta netta negativa per 4,98 miliardi di euro (-6,2 miliardi in ottobre), che fanno salire le uscite da gennaio a un totale di 35,96 miliardi.
La prudenza penalizza l’azionario e premia i bond
L’atmosfera che ha accompagnato in questo mese gli investitori li ha spinti a una maggiore cautela, come ci rivelano da un lato la nuova battuta di arresto (più ampia rispetto a ottobre) accusata dalla raccolta dei fondi azionari (-617 milioni, -416 milioni in ottobre) e dall'altro il nuovo sensibile balzo dei fondi obbligazionari (+3,53 milioni e +2,16 miliardi rispettivamente). Il bilancio maturato da gennaio dal comparto azionario vede una raccolta complessiva positiva ridotta a 502 milioni di euro, mentre per l’obbligazionario c’è invece un saldo positivo salito a 21,88 miliardi. Torna in negativo la raccolta sui fondi monetari: -5,2 milioni dopo +631 milioni in ottobre (-1,84 milioni da gennaio).
È sempre fuga dai bilanciati e dai flessibili
Continua invece la fuga dai fondi bilanciati e dai flessibili, anche se entrambi riducono leggermente il segno negativo accusato in ottobre. La raccolta netta dei primi ammonta a -1,95 miliardi (-2,09 miliardi in ottobre) e per i secondi è di -2,68 miliardi (-3,36 miliardi). Le uscite che hanno colpito i bilanciati dallo scorso gennaio sono -15,84 miliardi e quelle sui flessibili ammontano a -23,81 miliardi. I fondi di diritto italiano chiudono con una raccolta netta positiva per 1,58 milioni (-523 milioni in ottobre) per un totale da gennaio pari a +4,62 miliardi. I fondi di diritto estero chiudono in negativo per 3,85 miliardi (-2,58 miliardi in ottobre) per un totale da gennaio di -23,98 miliardi.
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