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Italia: la ricchezza delle famiglie cresce, ma meno di altri Paesi
Nel 2021 è proseguita la crescita della ricchezza nominale delle famiglie italiane, che non si è interrotta nemmeno con la crisi pandemica. Tuttavia, la tendenza è stata inferiore a quanto visto in altri Paesi europei. Aumenta il contributo della finanza e cala quello delle attività reali.
Nel 2021 la ricchezza netta delle famiglie italiane - misurata come somma delle attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine, ecc.) - è stata pari a 10.422 miliardi di euro, in aumento del 3% nominale tendenziale, pari a 176 mila euro pro capite. È dunque proseguita la crescita iniziata nel 2019, che non si è interrotta nemmeno con la crisi pandemica. Nonostante questo spunto, in termini reali, la ricchezza delle famiglie italiane si è ridotta dell’1,1%, in controtendenza rispetto a quanto osservato nel 2020 (+1,7%). Così come si è lievemente ridotta rispetto al reddito lordo disponibile (da 8,71 a 8,66).
Pari a 8,6 volte il reddito disponibile
I conti in tasca al Paese li hanno fatti Banca d’Italia e l’Istat, che in un rapporto forniscono anche alcuni confronti con altre economie avanzate. Emerge subito un dato: la ricchezza netta delle famiglie italiane cresce meno di quanto avviene negli altri Paesi. Nel 2021 la ricchezza netta degli italiani è risultata pari a 8,6 volte il reddito disponibile, al lordo degli ammortamenti: valore che si colloca sopra quelli riportati da Germania, Regno Unito e Stati Uniti, ma sotto a quanto registrato dalle famiglie canadesi, francesi e spagnole (per la Spagna l'ultimo dato disponibile è del 2020). In Italia l’indicatore è leggermente diminuito, in controtendenza rispetto ad altri Paesi (con la ricchezza netta delle famiglie francesi e canadesi ha superato quella delle famiglie italiane).
In calo il peso delle attività reali
Misurata in rapporto alla popolazione, la ricchezza netta pro capite delle famiglie italiane nel 2021 era inferiore a quella degli altri Paesi, a eccezione della Spagna. Dal 2018, la crescita della ricchezza pro capite è stata modesta per le famiglie di Francia, Regno Unito, Germania e Italia, mentre è stata più sostenuta in Canada e soprattutto negli Usa, grazie a una dinamica favorevole dei prezzi delle attività finanziarie. Comunque sia, negli ultimi anni, e soprattutto nel 2021, il tasso di crescita in Italia è stato inferiore a quello degli altri Paesi. Il peso delle attività reali sulle attività complessive delle famiglie italiane è risultato del 54%, inferiore a quello di Spagna (69%), Francia (60%) e Germania (58%) e superiore a quello degli altri Paesi.
Il lieve rincaro degli immobili non compensa
La graduale diminuzione del peso della attività reali a favore di quelle finanziarie vista in Italia dal 2019 è in controtendenza con quanto osservato nella maggior parte degli altri Paesi. Per questo, nonostante il lieve aumento del valore delle case, dopo la prolungata discesa dal 2012, il peso di tale componente sulla ricchezza lorda è calato nel 2021 più di un punto percentuale, dal 46,6 al 45,4%. Nel frattempo, ha continuato a crescere il valore delle attività finanziarie (+6,6%), spinto dai guadagni in conto capitale su azioni e quote di fondi comuni. Anche l’aumento dei depositi è stato rilevante, seppure inferiore al 2020 (anno dell’esplosione del Covid). Le passività finanziarie sono salite del 3,7%, soprattutto per effetto della componente dei prestiti.
I depositi sono aumentati di 70 miliardi
Rispetto ad alcune economie avanzate, la ricchezza netta delle famiglie italiane è cresciuta a un tasso inferiore, risultando tra le più basse in termini pro capite. Nel dettaglio, nel Belpaese le attività reali (6.186 miliardi di euro) sono cresciute dello 0,3% a prezzi correnti (+16 miliardi), soprattutto per effetto delle abitazioni (+0,4%, +23 miliardi). Il valore degli immobili non residenziali si è ridotto (-1,5%), proseguendo la contrazione in atto dal 2012. Le attività finanziarie (5.237 miliardi) hanno segnato un incremento del 6,6% (un controvalore di 325 miliardi), spinto soprattutto dalle case (+150 miliardi) e dai fondi comuni (+89 miliardi). I depositi sono aumentati di 70 miliardi, mentre lo stock di bond ha proseguito la discesa dal 2012. Per quanto riguarda le passività finanziarie, queste sono aumentate del 3,7%, superando la soglia dei mille miliardi. Si è osservato, in particolare, un aumento della componente dei prestiti (+3,8%).