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La scommessa Btp
Nel momento in cui vengono scritte queste note lo spread del Btp decennale nei confronti del Bund di pari durata è a 274 punti base, dopo avere superato nel corso della settimana quota 290. Il rendimento del titolo di stato italiano è al 2,63%, inferiore in Europa soltanto a quello di Grecia (3,41%), Polonia (2,88%), Ungheria (3,20%) e Islanda (4,21%). Paesi con economie capitaliste molto più recenti, come Bulgaria (0,61%), Cipro (1,33%), Croazia (1,77%), Lituania (0,95%) e Portogallo (1,04%) sono giudicati dai mercati ampiamente meno rischiosi dell’Italia.
A questo punto non si può fare a meno di notare che è sì vero che l’Italia viene considerata un vero e proprio pericolo per gli investitori, ma è anche altrettanto fuori discussione che è un paese all’interno del G8, con una forte industria di base e che forse oggi rappresenta per gli un’occasione di acquisto molto interessante. Non a caso quando lo spread ha superato i 300 punti base c’è stata la corsa agli acquisti dei titoli di stato italiani da parte di molte istituzioni finanziarie di tutto il mondo. E chi si è comportato seguendo questa strategia ha portato a casa ottimi guadagni.
A questo punto può valere la pena scommettere una parte dei propri risparmi sul Btp? I mercati stanno prezzando correttamente il rischio Italia o stanno esagerando il rischio, come in fondo è avvenuto negli ultimi mesi? Vediamo quali sono i punti cruciali di cui tenere conto.
Elezioni europee. Alla fine di maggio ci sarà la consultazione elettorale per il Parlamento europeo. Si tratta di una tornata tutt’altro che scontata, per la forte presenza dei partiti sovranisti. È possibile che esca una maggioranza di estrema destra, magari con un alleanza tra sovranisti e frange più estreme del Ppe, che il vecchio asse tra centro-destra e centro-sinistra resista o che si arrivi all’impossibilità di formare una qualsiasi maggioranza. In nessuno dei questi tre casi probabilmente l’Italia se la passerebbe bene. Nel caso di vittoria della destra alla Commissione europea andrebbero probabilmente alcuni dei falchi più duri nei confronti del Sud Europa, mentre se le cose restassero come oggi ci troveremmo una Commissione che ha già promesso che sarà molto più pesante che in passato nei confronti del nostro paese. Nel caso di ingovernabilità si andrebbe incontro a scenari imprevedibili, che sicuramente non farebbero bene a un paese che è considerato l’anello debole del continente. In conclusione la scadenza elettorale europea rischia di essere per l’Italia un appuntamento gravido di incertezze.
Guerra commerciale Usa-Cina. Un’escalation della tensione tra Usa e Cina, che purtroppo è sempre più probabile, non farebbe per nulla bene all’Europa in generale e all’Italia in particolare. La crescita globale verrebbe sicuramente azzoppata da un avvenimento di questo genere e un paese come il nostro, che ha una forte vocazione all’export, riceverebbe danni non da poco.
Se poi l’amministrazione americana decidesse di espandere la guerra dei dazi all’Europa, i problemi sarebbero ancora maggiori.
Possibili elezioni italiane. L’attuale coalizione di governo non appare certo solidissima e i due azionisti di maggioranza dell’esecutivo sembrano divisi su tutto. Da una parte questo fatto sta provocando una paralisi del governo in un momento in cui sarebbero necessarie decisioni importanti, dall’altra è possibile che si debba andare a nuove elezioni che darebbero un risultato molto incerto. Chiaramente non si tratta delle condizioni migliori per vedere un rally del Btp e degli altri titoli di stato italiani.
Conclusione. Finora chie ha puntato sul Btp, specie nei momenti in cui si indeboliva di più, ha avuto ragione e a farlo sono state spesso solidissime istituzioni finanziarie, non certo qualche sprovveduto risparmiatore disposto a tutto pur di incassare un buon rendimento. Per il futuro certamente le paure sono molto maggiori: da una parte a tremare è l’intero sistema economico mondiale, dall’altra le particolarità dell’Italia la rendono estremamente fragile. Diciamo che per investire oggi sul Btp occorre una bella dose di ottimismo sul nostro paese. Ma chi l’ha fatto finora ha avuto sempre ragione.