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Materie prime: è l’alba di un nuovo sprint?

Nel breve termine, la volatilità delle materie prime potrebbe essere influenzata dai tassi e dalla geopolitica. Nel lungo, trend come deglobalizzazione, decarbonizzazione, le innovazioni tecnologiche e l’IA giocheranno un ruolo chiave, così come norme ambientali più severe e sostenibilità.

02/07/2024
matassa di fili di rame
Analisi di T. Rowe Price sul mercato delle materie prime

All’orizzonte potrebbe esserci un Eldorado per le materie prime, potrebbe essere una nuova era dopo che, negli ultimi anni, hanno sottoperformato rispetto all’azionario. Per avere una precisa indicazione, basti sapere che dal 1981 al 2024, l'indice S&P 500 è cresciuto di oltre il 3.600%, mentre l'S&P GSCI, che segue l’andamento delle commodity, solo del 390%. Questo squilibrio ha portato alcuni investitori a considerare questo mercato poco rilevante in un portafoglio diversificato. Tuttavia, ricorda Tim Murray, capital markets strategist multi-asset division di T. Rowe Price, ci sono stati periodi in cui le commodity hanno superato le azioni, come nel periodo inflazionistico degli anni Settanta. E oggi le prospettive potrebbero di nuovo tornare a loro favore.

I megatrend strutturali

I fondamentali stanno cambiando in fretta, grazie a megatrend emergenti che potrebbero fornire nuovo propellente alle materie prime in generale. L’attenzione dell’esperto è focalizzata sulla deglobalizzazione, sulla decarbonizzazione e sull’Intelligenza artificiale. In particolare, con la deglobalizzazione sono prevedibili un aumento delle barriere commerciali e le interruzioni nelle catene di fornitura, come già visto durante la pandemia. Tutti fattori che hanno spinto l'inflazione. La svolta green che si vuole dare al mondo, con l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica e la transizione verso l’energia verde, ridurrà le forniture energetiche tradizionali. Infine, per paradosso, l'IA richiede molta energia, aumentando la domanda.

Attenzione ai segnali della produzione petrolifera Usa

Grazie alla spinta di questi megatrend, secondo Murray, ci sono diverse ragioni per cui potremmo ritenere di trovarci sulla soglia di un altro periodo di solidi ricavi per le materie prime. Per l’esperto, infatti, si intravedono già prove della presenza di fattori favorevoli per i prezzi di questo mercato. Negli ultimi mesi, per esempio, i future sul rame e sul gas naturale hanno registrato notevoli rialzi. Al contempo, il picco della produttività nel comparto petrolifero Usa ha il potenziale per sospingere i prezzi dell'energia. I progressi della tecnologia correlata allo scisto hanno permesso alle compagnie petrolifere di estrarre un maggior quantitativo di greggio, anche se il numero di impianti di perforazione in servizio è diminuito drasticamente.

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Focus sui settori

A tirare la volata ai corsi petroliferi potrebbe contribuire anche il fatto che le principali misure a favore della produttività petrolifera sono calate costantemente nell'ultimo anno. In sostanza, dopo che i rialzi dei prezzi delle materie prime sono stati relativamente modesti per un lungo periodo di tempo, ora potremmo trovarci in un nuovo contesto. Di conseguenza, ammette Murray, ci troviamo attualmente in una posizione di sovrappeso delle azioni correlate ai real asset. L'attuale contesto macro di inflazione ‘vischiosa’ e di tassi d'interesse ‘più alti più a lungo’ – concorda Ritu Vohora, investment specialist, dapital markets di T. Rowe Price offre una spinta favorevole ai titoli azionari ‘value-oriented’, in settori come le materie prime, i materiali industriali, l'energia e i titoli finanziari.

La view di breve periodo

Gli investitori che puntano a mettere nei loro portafogli anche le commodity devono guardarne le potenzialità nell’arco temporale dei loro obiettivi. Le prospettive, secondo gli esperti, dipendono da fattori diversi. Sul breve termine, sicuramente la volatilità dei prezzi potrebbe essere influenzata dalle politiche monetarie. In particolare, eventuali aumenti dei tassi di interesse potrebbero ridurre la domanda di materie prime, mentre politiche accomodanti potrebbero sostenerla. Anche il quadro geopolitico potrebbe causare ampie escursioni, in particolare per le voci energetiche. Senza contare che la domanda potrebbe rimanere forte a causa della ripresa economica post Covid, così come problemi alle supply chain potrebbero limitarne l’offerta e, di fatto, sostenere i corsi.

Le variabili sul lungo termine

Le condizioni meteorologiche avverse, così come i drastici cambi che sta subendo il clima nel mondo, potrebbero influenzare la produzione agricola e mineraria, portando a variazioni nei prezzi sia sul breve che sul lungo termine. Su un orizzonte più distante – come accennato – hanno un peso specifico maggiore i trend strutturali: dalla deglobalizzazione (con l’innalzamento delle barriere commerciali) alla decarbonizzazione (che potrebbe alimentare la domanda di materie prime come il rame, il litio o altre risorse necessarie per le tecnologie verdi), dalla tecnologia e innovazione (destinate a favorire la produzione e ridurre i costi, con effetto calmierante sui costi) all’IA (che potrebbe aumentare la domanda di specifiche materie dedicate).

Sostenibilità e norme più severe

In questo contesto sono destinate ad avere un loro significativo peso anche la ‘sostenibilità’ e la regolamentazione. Nel dettaglio, le normative ambientali più severe potrebbero infatti aumentare i costi di produzione, influenzando sia l'offerta finale sia i prezzi delle materie prime. Per quanto riguarda il focus sulla sostenibilità, qui l'attenzione crescente verso pratiche sostenibili potrebbe di fatto aumentare la domanda di materie prime prodotte in modo ecologico e responsabile.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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