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Mercati: è tempo di ripensare le strategie d’investimento
Nonostante le sfide imposte dall’inflazione e dagli alti tassi, l'ottimismo resta alto: l'85 per cento degli italiani si aspetta rendimenti identici o superiori rispetto all'anno precedente. Gli investitori, in particolare, sono interessati ai private asset come strumento di diversificazione.
I temi operativi sui mercati sono cambiati in modo radicale in questo ultimo anno, per la crescente incertezza geopolitica, l’accelerazione dell’inflazione e, di riflesso, per la conseguente impennata dei tassi. Ne è nato un movimento che, secondo la ricerca Schroders Global Investor Study 2023, vede la maggioranza dei risparmiatori in Italia e nel resto del mondo impegnata a rivedere le strategie di investimento. Nel dettaglio, circa l'80% degli intervistati ritiene di essere di fronte a nuove sfide monetarie e di mercato: si tratta di un cambiamento significativo rispetto al 2022, quando molti pensavano invece che queste sfide fossero temporanee. Nel frattempo, gli investimenti sostenibili hanno acquisito maggiore popolarità e, grazie al clima come principale tema, è aumentato lo spessore dell’azionariato attivo.
Nuova era sul fronte della politica monetaria e dei mercati
La scommessa dello scorso anno di vedere un rapido ritorno a un contesto più benigno di bassa inflazione e bassi tassi, alla fine, è stata persa. Questo cambio di prospettiva ha portato quasi il 45% degli italiani a rivedere le strategie di investimento e altrettanti dichiarano di volerlo fare, mentre, a livello globale, più della metà ha già corretto il tiro e un terzo è intenzionato a farlo. Tra questi, sono soprattutto gli investitori italiani ‘esperti’ ad aver reagito più velocemente (72%, contro il 77% a livello globale), avendo già adeguato le scelte, mentre circa un terzo di quelli che si definiscono ‘principianti’ deve ancora farlo. La ricerca di Schroders rivela inoltre che la gestione attiva ha assunto in questa fase di cambiamento una importanza maggiore per il 47% degli italiani (46% nel mondo).
L’85% degli italiani è ottimista sui rendimenti
Nello stesso tempo, i private asset sono considerati un essenziale strumento di diversificazione in un contesto di crescente democratizzazione dei mercati privati. La stragrande maggioranza degli investitori resta tuttavia ottimista, con l’85% degli italiani che si aspetta rendimenti identici o superiori a quelli dell’anno scorso: una percentuale che si avvicina al 90% a livello globale. È interessante notare che nel mondo la maggior parte degli investitori preveda un rendimento annuo dell'11,5%, simile a quello previsto nel 2022. In Italia, il ritorno atteso è più contenuto (8,3%, ma sale all’11,6% tra gli investitori esperti) ed è solo di poco inferiore del 9,8% del precedente studio. Entrambe le stime si confrontano con un rendimento annualizzato del 9,46% dell'indice MSCI World tra il 1987 e il settembre 2023.
L’ESG consolida l’appeal
Trova conferma l’interesse per gli investimenti sostenibili, soprattutto perché impatta sull’ambiente. Un secondo motivo, cioè allineare gli investimenti ai principi sociali, è più sentito nel mondo (42%) che in Italia (27%). Circa un terzo degli investitori (34%) dichiara che i fondi sostenibili offriranno probabilmente rendimenti più alti. Inoltre, nel mondo, la quota di investitori che non considerano gli investimenti sostenibili a causa di problemi di performance si è dimezzata dal 2022 (al 6% dall’11%) mentre in Italia è scesa al 7% dal 9%. Un aspetto chiave dell'investimento sostenibile è l'azionariato attivo: un’ampia maggioranza degli italiani (81%, 83% il dato globale) riconosce ed è a favore del concetto di active ownership, con un’opinione che diventa più forte tra gli investitori più esperti.
Sarà necessaria più flessibilità
In un contesto economico sempre più plasmato dalle 3D (demografia, deglobalizzazione, decarbonizzazione) gli investitori, afferma Johanna Kyrklund, group CIO e Co-Head of investment di Schroders, si stanno abituando a un’inflazione e tassi più alti. Tutti gli asset hanno subito un riprezzamento per competere col rendimento dei conti correnti. Le valutazioni sono dunque tornate a contare. Un quadro che, rispetto agli ultimi 15 anni, potrebbe rendere necessaria più flessibilità nel modo di investire. L’attenzione di Andy Howard, global head of sustainable investment, è rivolta invece alla forte crescita dell’azionariato attivo nell’ambito degli investimenti sostenibili. Tutte le aziende, aggiunge, si trovano ad affrontare oggi un’ampia gamma di sfide e opportunità, con pressioni sempre più forti per adattarsi ed evolvere.