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Mercati emergenti: il private equity può generare impatto reale?
Gli investitori di private equity nei Paesi emergenti possono orientare le aziende verso esigenze non soddisfatte, con un potenziale sia di crescita sia di impatto climatico. Strategia naturale per creare valore, in particolare nelle aree dell’offerta, della distribuzione e della tecnologia.
La sensibilità dei mercati per le problematiche ambientali è cresciuta in sintonia con l’esplosione, a livello globale, degli stessi problemi climatici. Gli investimenti a impatto puntano di fatto sul cambiamento di cui il mondo ha bisogno e cercano di capire come questo si possa realizzare. I pilastri fondamentali di questa strategia, secondo Felix Hermes, head of private equity and sustainable infrastructure di Schroders (BlueOrchard), sono quattro: la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’economia circolare, l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’inclusione sociale. Ognuno di questi temi può essere affrontato efficacemente usando diversi asset, pubblici e privati. Tuttavia, aggiunge, gli investimenti in private equity nei mercati emergenti appaiono particolarmente adatti per apportare cambiamenti misurabili che possano generare un impatto reale rispetto ad altre asset class.
Le nazioni più povere saranno le più colpite
Il cambiamento climatico è un buon punto di partenza quando un investitore, il cui obiettivo primario è la ricerca di un margine, vuole mettere il proprio capitale al servizio della costruzione di un futuro equo e sostenibile. Perché, dice Hermes, questo colpirà le nazioni più povere - e in particolare le donne e i meno abbienti - molto più che le economie sviluppate. Un significativo fattore di questa vulnerabilità è la resilienza, o la mancanza di essa, agli eventi climatici. L’esistenza delle assicurazioni nei mercati emergenti è quasi nulla: è solo una piccola frazione rispetto ai mercati sviluppati. Questo basso livello di soggetti assicurati rende migliaia di comunità emergenti e di frontiera minacciate in modo significativo dal cambiamento climatico, ma rappresenta anche una importante opportunità in mercati in rapida crescita, come – appunto - quello delle assicurazioni agricole.
La chiave di volta è la tecnologia
La tecnologia sarà fondamentale per affrontare il cambiamento e molte delle innovazioni più importanti richiederanno capitali per continuare o accelerare la loro diffusione su scala. Per quanto riguarda le assicurazioni, la tecnologia diventa essenziale per favorire accesso, accessibilità economica e rilevanza delle soluzioni, basi fondamentali per l'offerta di prodotti inclusivi. Quando vengono utilizzate nei mercati emergenti, gli investimenti in alcune tecnologie possono – secondo l’esperto - addirittura portare a un salto di qualità rispetto alle infrastrutture esistenti nei Paesi sviluppati. Inoltre, il private equity nei mercati emergenti può spesso offrire alti livelli di scalabilità. L'accesso a mercati meno maturi significa che l'investimento può portare da un'esposizione concreta a un vasto potenziale di mercato con uno sforzo economico relativamente ridotto.
Le aree dove c’è più potenziale
Senza trascurare due aspetti rilevanti: i Paesi emergenti ospitano l'80% della popolazione mondiale e sono il motore della crescita demografica globale. Negli ultimi decenni, inoltre, la loro quota di Pil globale è cresciuta costantemente, con la conseguente espansione della classe media. Ciò equivale, secondo Hermes, a un bisogno immenso e insoddisfatto di prodotti e servizi essenziali a prezzi accessibili: bisogno che il private equity può soddisfare. È qui, sottolinea, che impatto e potenziale di crescita del capitale si fondono. Gli investitori di private equity nei mercati emergenti possono orientare attivamente le aziende dei loro partner verso queste esigenze non soddisfatte, offrendo potenziale sia di crescita che di impatto. Ciò costituisce una parte naturale della creazione di valore, in particolare nelle aree dell'offerta, della distribuzione e della tecnologia/scalabilità dei prodotti.
Potenziale incrementale senza pari
Nel caso dei mercati emergenti l'importanza della governance nella creazione di valore è davvero elevata. L'influenza di management, CdA e reporting rispetto a società dei Paesi sviluppati può essere estremamente significativa. Allo stesso modo, l'adozione di politiche e responsabilità ambientali e sociali, laddove non siano ancora attuate a livello societario, possono essere trasformative negli emergenti, piuttosto che incrementali come spesso accade nei Paesi sviluppati. Inoltre, in caso di uscita, gli investimenti consentono di garantire che gli asset vengano venduti a una parte terza che condivide la stessa intenzione di continuare a costruire valore sociale o ambientale. Nell’insieme, secondo Hermes, questi fattori conferiscono al private equity nei mercati emergenti un potenziale incrementale senza pari.
In particolare, conclude, la capacità di influenzare le aziende, di guidare la crescita del capitale rispondendo a esigenze non soddisfatte e l'opportunità di raggiungere vasti bacini di persone con investimenti relativamente piccoli possono combinarsi, per diventare molto efficaci, nel generare un impatto positivo.