- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Mercati: i tassi e l’inflazione detteranno la linea nel 2023
L’inflazione e i tassi faranno da sfondo ai mercati per tutto il 2023. La stretta sul credito dovrebbe proseguire nella prima parte dell'anno nell’Eurozona, negli Usa e nel Regno Unito. Il picco dei tassi d’interesse scontato dai mercati potrebbe essere comunque esagerato.
Le principali Banche centrali continuano a mantenere un orientamento restrittivo per la loro politica monetaria, benché l'economia mostri i primi effetti del rapido - quanto ampio – rincaro del denaro visto nel 2022. I rialzi dei tassi negli Stati Uniti, nell’Eurozona e nel Regno Unito non sono dunque finiti perché l’inflazione resta dovunque elevata e, sulla carta, sembra fare fatica a rientrare negli obiettivi. Se, però, da una parte si vuole controllare le tensioni sui prezzi, dall’altra una politica estremamente da falco minaccia la crescita economica e condiziona, di conseguenza, le attese dei mercati finanziari. Ne è la prova l’eccesso di volatilità mostrata ultimamente dai rendimenti obbligazionari, su cui ha agito da amplificatore il clima natalizio, con una bassa liquidità e la scarsa propensione degli investitori ad assumere nuove posizioni.
L’inflazione Usa scende, ma Powell rimane hawkish
A provocare il sommovimento è stata l’inflazione statunitense, che in novembre ha ripiegato al 7,1% dal 7,7%, mentre gli economisti frenavano la discesa al 7,2%: al livello più basso dell’ultimo anno. Questo dato, ha osservato Mark Dowding, CIO di BlueBay, ha determinato un brusco cedimento dei rendimenti dei Treasury Usa, che hanno alla fine ritracciato al 3,5%. Si è trattato, spiega, di un’azione tipica dei prezzi recenti, con l’elevata incertezza sul fronte economico e politico che mantiene alta la volatilità del mercato del debito, anche se altri settori, come la Borsa, restano tranquilli. Nonostante questo, la Fed, come previsto, ha alzato i tassi di 50 punti base, al 4,25-4,5%, senza apportare modifiche alla dichiarazione di politica economica. Le revisioni al rialzo delle previsioni di inflazione e crescita fanno sì che la maggior parte dei membri del FOMC veda i tassi sopra il 5% a fine 2023.
I Treasury tenderanno al rialzo nel breve termine
Questa posizione di rigore ancora mantenuta dai funzionari del braccio operativo della Fed ha provocato una dicotomia tra le previsioni della stessa Fed e quanto sconta attualmente il mercato, che scommette sì su un aumento dei tassi nella prima parte di quest'anno, ma anche su un loro calo attorno al 4,25-4,5% alla fine. Il calo delle tensioni inflative ha comunque rafforzato la convinzione che l’inflazione complessiva abbia raggiunto il suo picco e che tenderà al ribasso nel corso del 2023, anche se il Presidente della Fed, Jerome Powell, continua a ribadire che c’è ancora molta strada da fare per raggiungere il 2% su base sostenibile e che il mercato del lavoro ha comunque bisogno di ulteriori scossoni. Per questo, Dowding continua a ritenere che i rendimenti dei Treasury USA tenderanno al rialzo nel breve termine e nel primo trimestre di quest'anno.
Nell’Eurozona atteso un forte restringimento degli spread
Nell’Eurozona, la Bce ha portato – anche in questo caso in linea con le attese - il tasso di deposito al 2%, con previsioni di inflazione più elevate negli anni successivi. La Presidente, Christine Lagarde, ha poi spinto i mercati a mettere in conto ulteriori strette, con la possibilità di altri rialzi di 50 punti base, a seconda dei dati in arrivo. Secondo l’esperto, la fiducia che l’economia dell’Eurozona sia in grado di sopportare un aumento dei tassi poggia su prospettive di crescita più ottimistiche, con l’Eurotower che stima una flessione più lieve e meno profonda nei prossimi anni. Se la Bce dovesse superare i mercati, la curva dovrebbe iniziare a invertirsi ulteriormente e prezzare un calo più profondo, col rischio che le condizioni finanziarie diventino troppo rigide nel 2023. Dowding ritiene comunque che ci siano le condizioni per evitare un forte restringimento degli spread.
BoE, il picco immaginato dal mercato per i tassi è esagerato
Nuova stretta anche per la Bank of England che, con un ritocco di 50 pb, ha portato il tasso al 3,5%. La mossa ha però visto i membri BoE dividersi, con due che hanno votato per mantenerli invariati. BlueBay per il 2023 continua a prevedere che la Bank of England si manterrà sotto le aspettative del mercato, faticando ad aumentare i tassi oltre il 4%. Gran parte della Commissione BoE ritiene che i tassi siano già in territorio ampiamente restrittivo e lo stesso governatore, Bailey, ha detto che il picco previsto dal mercato è troppo alto. Questo scenario, secondo Dowding, non farà altro che prolungare il problema dell’inflazione nel Paese, con i prezzi che si riversano su salari e trattative sindacali. La combinazione di una Banca Centrale dovish e di una vulnerabilità economica strutturale potrebbe essere un mix tossico nel 2023, per cui l’esperto consiglia di rimanere corti sulla sterlina. Infine, Dowding si aspetta che l’inflazione Oltremanica rimanga più rigida rispetto ad altri Pasesi e, dato l’attuale deficit commerciale ed esterno del Regno Unito, fa fatica a immaginare un mondo in cui i rendimenti dei Gilt si assestino sotto il 3% nel medio termine.