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Mercati: l’Europa tra Bce falco e crisi politica italiana
I mercati europei attraversano un periodo incerto, a causa della guerra in Ucraina, dell’inflazione, del rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Bce e anche della crisi politica italiana. Lo stimano gli esperti. Per l’Italia è a rischio la prossima tranche dei fondi NextGenEU.
Ad alimentare il mare d’incertezza in cui navigano i mercati europei non bastavano la vicina guerra in Ucraina, né l’impennata dell’inflazione che, viste le indicazioni che arrivano dal settore energetico, è destinata a continuare. A fare parte della partita, nelle ultime settimane, si sono aggiunti infatti due altri fattori di peso. Il primo è stata la mossa della Bce, che ha aumentato i tassi di interesse - per la prima volta in 11 anni - in modo molto più aggressivo del previsto (di 50 punti base e non di 25, come aveva preannunciato la stessa Eurotower). Il secondo elemento, ed è forse quello che di più contribuirà ad ampliare ulteriormente la volatilità dei mercati, è la caduta del Governo italiano. In tale contesto gli investitori hanno quindi poche certezze per avviare nuove strategie e, quindi, aspettano ai margini una schiarita.
Un livello dei tassi all’1,5% per dicembre è più appropriato
Anche perché, sostiene Azad Zangana, senior european economist and strategist di Schroders, la Bce dovrebbe continuare ad aumentare i tassi a un ritmo costante e accelerato per ridurre il rischio che l'inflazione si radichi. Secondo gli esperti il principale saggio dovrebbe toccare l'1% entro fine anno ma, alla luce degli ultimi sviluppi, sembra che l’1,5% sia ora un target più appropriato. Per quanto riguarda invece gli sconvolgimenti del quadro politico in Italia, questi – secondo l’esperto - reintrodurranno la volatilità dei mercati e metteranno sicuramente alla prova la determinazione della Bce su quando (più che se) interverrà per salvare ancora una volta l'Italia. Nel frattempo, il ruolo dell’ex Presidente del consiglio, Mario Draghi, nell’aiutare la crisi del debito italiano – iniziato più di dieci anni fa – sembra stia volgendo al termine.
Per l’Italia è a rischio la prossima tranche dei fondi NextGenEU
Al momento gli investitori si sono concentrati soprattutto sulla risposta della Bce in seguito al sostanziale deterioramento del quadro politico nel nostro Paese. L'aspetto negativo di queste elezioni anticipate (erano in calendario per la primavera del 2023) è che probabilmente ridurranno il tempo a disposizione del Governo per redigere il bilancio in autunno e quindi, secondo Zangana, è improbabile che vengano apportate significative modifiche a livello fiscale e di spesa. Questo potrebbe mettere a rischio il tentativo dell'Italia di soddisfare la Commissione Ue per sbloccare la prossima tranche di finanziamenti del programma NextGenEU. Il partito Fratelli d’Italia è dato favorito, ma le sue posizioni (ha chiesto in passato la rinegoziazione dei trattati) si scontrano con Bruxelles e questo preoccupa non poco il mercato. Probabilmente questa linea di contrasto Roma-Bruxelles comunque, sostiene l’economista, non è la direzione migliore da prendere in un momento in cui l'Ue mette sul piatto circa il 5% del nostro Pil in nuovi finanziamenti per gli investimenti e la Bce continua a sovvenzionare pesantemente il debito italiano.
Le preoccupazioni per un’inflazione strutturale
Tornando alla mossa della Bce, che ha portato il tasso sui depositi a zero, quello di rifinanziamento principale allo 0,50% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,75%, è storicamente significativa perché pone fine all'era dei tassi negativi, iniziata nell'estate 2014. L’Istituto ha giustificato l’aumento con l’accresciuto timore sulla dinamica dei prezzi, che è stato accompagnato dal deprezzamento dell’euro (che ha, a sua volta, implicazioni inflative). Inoltre, pur se gli indicatori suggeriscano un rallentamento del ciclo, il mercato del lavoro rimane molto solido e la disoccupazione ai minimi storici. Questo scenario comporta il rischio di un aumento dei salari in risposta all'aumento dell'inflazione, che potrebbe far salire ulteriormente le tensioni. Un freno alla domanda è, quindi, giustificato.
Chiesto un premio di rischio più alto per gli asset italiani
Per settembre, secondo Zangana, non è escluso da parte della Bce un aumento dei tassi simile o addirittura maggiore. L'orientamento più o meno dovish dell’Eurotower dipenderà dai dati che nel frattempo arriveranno e questo potrebbe significare che bisogna aspettarsi ancora numerosi aumenti. Uno dei vincoli all'aumento dei tassi che la Bce discuterà apertamente è l'impatto sugli Stati membri più deboli, che spesso vengono chiamati "periferici". Tra questi c’è sicuramente l'Italia che, in particolare, ultimamente è stata messa al centro dell'attenzione perché gli investitori hanno chiesto un prezzo più basso (ovvero un rendimento più alto), per compensare i fondamentali più rischiosi, soprattutto dopo che la Bce ha terminato il proprio sostegno parziale attraverso i programmi di quantative easing.