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Mercati: la guerra in Ucraina detta il ritmo
Il clima sui mercati è incerto a causa della guerra in Ucraina. Tra gli investitori c’è attesa di conoscere le reazioni della Russia alle sanzioni dell’Occidente, mentre spostano l’attenzione agli appuntamenti delle Banche centrali di marzo che dovrebbero riservare rialzi dei tassi.
Mercati finanziari sulle montagne russe, con l’escalation sfociata in guerra aperta, della crisi in Ucraina. All’inizio i rendimenti nei mercati dei tassi core si sono mossi in forte ribasso, così come le Borse hanno puntato al ribasso e gli spread di credito si sono allargati. Tuttavia, ha osservato Mark Dowding, CIO di BlueBay, è da notare che l’azionario si è in qualche modo ripreso e che i rendimenti siano rimbalzati. La speculazione si è concentrata sulle commodity, in particolare sul petrolio, che hanno subito una forte accelerazione nel timore di interruzioni gravi dell’energia e dei vari metalli che deriveranno, con probabilità, dall’aumento delle sanzioni nei confronti di Mosca.
Suspense per le reazioni di Mosca alle sanzioni
La situazione fluida rende difficile fare previsioni, ma l’esperto si lancia in alcune semplici osservazioni: l’intenzione dichiarata della Russia è il cambio di regime a Kiev, l’incursione militare per raggiungere questo obiettivo è in corso e le notizie che arrivano dall’Ucraina descrivono di un conflitto a tutto campo. Il mondo è in attesa dei dettagli su quanto saranno punitive le nuove sanzioni applicate dalle potenze occidentali. Come sempre, le sanzioni sono un’arma a doppio taglio, che colpisce non solo lo Stato russo, ma i suoi partner commerciali e i mercati globali delle commodity. Una volta che sapremo di più sulla gravità delle nuove sanzioni, la reazione di Putin sarà la prossima incognita.
Portafogli quasi congelati in attesa di certezze
Nell’attesa di certezze su quando si arriverà a una tregua, a un cessate il fuoco o a un accordo, l’esperto di BlueBay ammette che la strategia migliore da tenere per gli investitori è di basso profilo, astenersi dall’essere troppo attivi nei portafogli. Anche perché è inevitabile che questo tipo di eventi 'straordinari' comporta prezzi irrazionali per gli asset. Una situazione che consiglia di evitare di tagliare le posizioni che hanno solidi fondamentali e valore di medio termine e di monitorare gli asset che si surriscaldano e diventano sopravvalutati. A parte la crisi in Ucraina, i mercati registrano notevoli progressi verso l’uscita dalla pandemia (molti i Paesi che stanno togliendo le restrizioni).
Il mercato del lavoro post-pandemia a rischio tensioni
Tuttavia, i segnali che arrivano al 'new normal' confermano che il mondo sarà molto diverso da quello che era prima del Covid. Sembra che la maggior parte dei datori di lavoro stia offrendo modelli ibridi, anche se in alcuni settori il numero di coloro che passano completamente al lavoro da remoto sta superando il numero di chi pensa di tornare a tempo pieno. Intanto il tasso di partecipazione al lavoro rimane fiacco: in parte, ciò può essere il risultato di chi rivaluta le proprie priorità e decide di lasciare il posto. Se questa tendenza sarà lenta a correggersi, i mercati del lavoro potrebbero rimanere molto tesi. Un fattore che sta già alimentando non poche tensioni inflazionistiche in varie parti del mondo.
A marzo vale la pena seguire le mosse delle Banche centrali
Al netto della crisi Russia-Ucraina, marzo potrebbe rivelarsi interessante con le Banche Centrali, di riflesso alle posizioni da falco che hanno anticipato. La Fed è attesa alzare i tassi di 25 punti e segnalerà una riduzione più rapida del bilancio a favore di una mossa più grande di 50 punti base. Un messaggio simile - stima Dowding - potrebbe arrivare dalla BoE, che deciderà per un terzo aumento consecutivo, con altri aumenti che arriveranno nei macro, terminerà gli acquisti di asset a settembre e segnalerà tassi più alti nel corso dell’anno. Tuttavia, tutto questo potrebbe essere plasmato dai dati in arrivo su inflazione e salari e sarà anche soggetto a come evolveranno gli eventi in Ucraina.